IndologiaL'indologia è la disciplina che studia la storia, la cultura e le lingue dell'India[1], comprendendo fenomeni sia passati sia attuali e contemporanei. StoriaSe l'interesse per l'India può essere fatto risalire all'antichità classica, con opere quali Indikà[2] di Arriano o la Geografia di Strabone, nonché le stesse Storie di Erodoto[3][4] che riservano un certo spazio all'India, l'indologia moderna nasce nel XVIII secolo grazie all'interesse dimostrato dai colonizzatori inglesi per le culture autoctone del subcontinente. A fine Ottocento, soprattutto in area tedesca, con personaggi come Max Müller lo studio delle antichità vediche e indiane prese piede in Europa sulla scia dell'orientalismo di ambito prettamente ottocentesco. Un significativo anticipatore di questo interesse fu Paolino da San Bartolomeo, al secolo Johann Philipp Wesdin, noto anche come Paulinus von St. Bartholomaus o Paulinus von Heilig Bartholomaus o Paulinus a Sancto Bartholomaeo, un frate carmelitano che scrisse la prima grammatica sanscrita. In Italia Gaspare Gorresio[5] fu il primo titolare di una cattedra di sanscrito presso l'Università di Torino a partire dal 1852.[6] Il tardo Ottocento fu infatti in Europa e in Italia il periodo d'oro dell'indologia, che si sviluppò soprattutto attraverso l'indagine filologica alimentata dal mito romantico del sanscrito come capostipite delle lingue indoeuropee, specie in Germania[7], e di un certo gusto per l'esotismo che porterà parimenti allo sviluppo della cineseria: l'attenzione di Schopenhauer[8] per le Upaniṣad e del mondo accademico per le pratiche ritualistiche hindu[9] fa da contraltare al crescente interesse per l'India, che troverà terreno fertile anche nella diffusione della teosofia e, in seguito, nelle idee razziste che facevano degli indiani gli ariani per eccellenza.[10] Nel corso del Novecento lo studio dell'India si affermò anche in seguito agli avvenimenti che contraddistinsero la storia del paese, quali l'avvento dell'indipendenza e la diffusione in Occidente di fenomeni quali lo yoga e mode e filosofie orientali. La stessa figura di Gandhi e il suo messaggio politico e filosofico, ahiṃsā in particolare, ma anche il vegetarianismo e l'infatuazione per le filosofie orientali di certa New Age hanno di certo influito non solo sulla percezione europea e occidentale in genere dell'India, ma hanno anche mantenuto e alimentato un interesse costante per le culture dell'intero subcontinente indiano. CaratteristicheL'indologia può essere racchiusa nel più ampio ambito dell'orientalistica[11], sebbene il termine "orientalismo" abbia assunto, dopo la pubblicazione del famoso libro di Edward Said Orientalism[12], una connotazione negativa: l'utilizzo del termine "indologia" e dell'espressione "studi asiatici" o "studi sud-asiatici", in inglese South Asian Studies, consente anche di staccarsi dalla definizione ormai connotata negativamente di orientalismo. È possibile distinguere tra un'indologia moderna e un'indologia classica a seconda dell'oggetto e dell'ambito cronologico degli studi. Un punto di riferimento utile può essere quello della lingua: l'indologia classica si occupa dei fenomeni culturali che poggiano sull'antico indoario o sul medioindoario, mentre l'indologia moderna si dedica a quei fenomeni culturali espressi in lingue del neoindoario. L'ancoraggio al sanscrito e alla cultura indoaria è però stato in epoche più recenti superato attraverso un'ampia considerazione tributata alla civiltà della Valle dell'Indo[13], nonché agli aspetti linguistici e culturali che sono un riflesso di una congerie di popoli e stratificazioni avvenute nel corso dei millenni tra componenti australoidi, popolazioni egeo-mediterranee e "invasori" indoeuropei.[14] Oggetto dell'indologiaIn particolare, l'indologia include lo studio del sanscrito e delle religioni indiane, induismo e buddhismo soprattutto, ma anche giainismo, sikhismo e islam. Per l'attenzione da sempre dimostrata verso i fenomeni religiosi del subcontinente da parte della cultura europea e occidentale in genere, l'indologia si è concentrata in modo specifico sulla storia delle religioni indiane, sulle letterature, specie quella in vedico, in sanscrito, in pali, in hindi e, più recentemente, in tamil.[15] Ha goduto di grande rilievo la letteratura filosofica e religiosa: opere quali i Brāhmaṇa e le Upaniṣad sono state tre le prime ad essere tradotte in lingue europee e a diventare oggetto di studi specifici.[16] Lista di indologi
Indologi contemporanei
Note
Bibliografia
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