Innocenzo Milliavacca
Innocenzo Milliavacca (Milano, 16 luglio 1635 – Asti, 21 febbraio 1714) è stato un vescovo cattolico italiano. È stato vescovo di Asti tra il 1693 e il 1714. BiografiaNato da una nobile famiglia milanese, era monaco cistercense nell'Abbazia di Chiaravalle e poi in quella dei Tre Magi a Voghera. Nel 1674 venne nominato abate commendatario dell'Abbazia di Santa Maria di Casanova ubicata tra Poirino e Carmagnola. Trovata una situazione deplorevole, si industriò incessantemente per la riorganizzazione amministrativa ed economica del patrimonio abbaziale: curò lo spianamento di gerbidi per convertirli a prati e campi, incrementò gli allevamenti, realizzò peschiere e vigne, fece mettere a dimora oltre mille gelsi e altrettanti alberi da frutta, riparò le vecchie cascine e ne costruì di nuove con stalle, porcili e pollai; rifece l'osteria, riparò i mulini, riassestò strade, ponti e canali; ma soprattutto provvide al rifacimento pressoché totale dell'edificio abbaziale. quanto alla chiesa provvide al suo impreziosimento artistico: chiamò infatti a questo compito valenti artisti che lasciarono opere che fortunatamente si possono ancora oggi ammirare: il pittore Federico Cervelli (a lui si devono la grande pala dell'Assunta e le tredici tele che raccontano episodi della vita della vergine), gli stuccatori luganesi Antonio e Francesco Maria Scala da Cadapiano), l'affrescatore Bartolomeo Guidobono cui si devono il grandioso trionfo della Vergine sulla volta dell'altar maggiore, i due affreschi laterali, l'intagliatore Giacomo Braeri autore del coro ligneo. A 58 anni, nel 1693, con il favore di Vittorio Amedeo II di Savoia, venne designato da papa Innocenzo XII all'episcopio astigiano. Lo scenario politicoIl Piemonte, in quel periodo, si trovava in una difficile situazione politica: in guerra contro la Francia di Luigi XIV e alleato di Inghilterra, Spagna e Asburgo, doveva contrastare l'invasione da parte dei francesi, i quali focalizzarono i loro sforzi contro l'anello più debole della coalizione. Nel 1695 le truppe di Luigi XIV accerchiarono Torino dando il pretesto al duca di Savoia di chiedere la tregua e così sganciarsi dall'alleanza. Il 7 ottobre 1696 venne firmato l'armistizio a Vigevano e inevitabilmente, Vittorio Amedeo si attirò le inimicizie dei suoi ex-alleati senza per contro ottenere benevolenza dai francesi. Il Milliavacca nel 1696, durante la sua visita pastorale della diocesi constatò l'estrema povertà della popolazione: città saccheggiate, agricoltura abbandonata, commercio interrotto, carestie e brigantaggio. La nuova guerra di successione scoppiata dopo la morte di Carlo II fece ripiombare il Piemonte in una nuova guerra, ma nel 1706, proprio mentre la maggior parte del territorio piemontese era in mano ai francesi, la vittoria di Vittorio Amedeo a Torino riuscì a frenare le mire espansionistiche del re di Francia. Il 9 settembre 1706, Vittorio Amedeo ordinò a tutti i vescovi piemontesi di cantare il Te Deum a ringraziamento della vittoria che aveva salvato lo stato. L'operatoVisite pastoraliIl vescovo Milliavacca, vista la delicata situazione politico-economica, volle essere molto vicino alla popolazione della diocesi e intraprese subito dopo la sua consacrazione la prima visita pastorale che iniziò nel 1694 e si protrasse fino al 1698. Una seconda visita venne intrapresa nel 1708 ma gli avvenimenti bellici non gli permisero di portarla a completo compimento. Sinodi DiocesaniTerminata la prima visita pastorale, il 27 aprile 1699, convocò il sinodo diocesano. Dalla lettera di convocazione ai parroci, traspare come il vescovo fosse interessato a conoscere la situazione di ogni parrocchia: «[...] I parroci porteranno con sé un documento nel quale siano elencati tutti i capi famiglia con i figli le figlie i domestici, con segnalata per tutti l'età [...] e così provvedere alle loro esigenze spirituali [...][1]» In merito stampò "Il libro delle costituzioni sinodali" di 368 pagine di testo, in cui ancora un secolo dopo molte direttive del Milliavacca erano di attualità[2]. Nel libro, inoltre, veniva data un'attenzione particolare alla vita del Seminario vescovile; il vescovo redasse un regolamento ancora in vigore nei primi decenni del Novecento. Il vescovo Milliavacca promotore delle arti«La Chiesa Cattedrale fu la prima ad essere beneficiata da questo vescovo Il vescovo Innocenzo proveniva dall'ambiente culturale milanese e portò in Asti un nuovo entusiasmo artistico. Il Milliavacca ebbe il merito di stimolare e incentivare gli artisti locali nella produzione di opere d'arte per la Chiesa di Asti. Tra gli interventi più importanti si ricordano:
Le esequieLa morte di monsignor Milliavacca, il 21 febbraio 1714, lasciò nello sconforto la popolazione astigiana[4]. Il corpo del vescovo venne esposto per tre giorni nella chiesa della Consolata e il funerale venne celebrato dall'abate del monastero di Casanova. Venne sepolto nella cappella di San Bernardino della cattedrale. Nel suo testamento lasciò una somma per la costruzione dell'Opera pia della Presentazione della Vergine conosciuta come Opera pia Milliavacca per l'aiuto e il sostentamento delle donne nubili che non intendevano maritarsi ma per la mancanza di una dote cospicua in denaro non potevano abbracciare la vocazione monastica. Genealogia episcopaleLa genealogia episcopale è:
Note
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