La piovra (serie televisiva)
La piovra è stata una serie televisiva italiana andata in onda sulle reti Rai complessivamente in dieci miniserie dall'11 marzo 1984 al 17 gennaio 2001. Ancora oggi considerata la serie televisiva italiana più famosa nel mondo, ha ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) ed è stata esportata in oltre 80 nazioni. ProduzioneLe miniserie sono state dirette da vari registi che si sono succeduti: Damiano Damiani nella prima miniserie, Florestano Vancini nella seconda miniserie, Luigi Perelli dalla terza alla settima e di nuovo nella decima miniserie, e Giacomo Battiato nell'ottava e nella nona miniserie. Le musiche sono state realizzate da Riz Ortolani nella prima miniserie, da Ennio Morricone dalla seconda alla settima e nella decima miniserie, e da Paolo Buonvino dall'ottava alla nona miniserie. Particolarmente importante è l'evoluzione narrativa con la quale viene raccontata l'espansione dei molteplici tentacoli della criminalità organizzata che danno il titolo all'opera: si passa dai traffici locali ed internazionali di droga in una Sicilia egemonizzata ed insanguinata dalla mafia della prima miniserie alla loggia massonica (dal nome Itala) ed agli apparati statali deviati della seconda, ambientata nella Roma dei palazzi del potere; nella terza miniserie lo scenario si apre a ventaglio raccontando gli affari della mafia finanziaria delle banche internazionali e dei traffici illegali di armi e scorie nucleari, il cui centro operativo invece è per lo più a Milano e nel nord Italia. Il contesto si intensificherà nella quarta miniserie, alla fine della quale il commissario Corrado Cattani (interpretato da Michele Placido) verrà ucciso, in quanto venuto a conoscenza di scomode e scottanti verità. Le intricate vicende di politica, finanza, massoneria, corruzione e criminalità organizzata che venivano raccontate anche ne La piovra 5 - Il cuore del problema, La piovra 6 - L'ultimo segreto e La piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani si ispiravano alle vicende politiche e di cronaca di quegli anni e misero per la prima volta in luce il fatto che la mafia non era solo quella degli uomini d'onore, dei picciotti e dei killer spietati, ma un fenomeno ben più complesso ed articolato (lo stesso Giovanni Falcone si complimentò per l'accuratezza della serie e per il suo dettagliato realismo nel descrivere Cosa Nostra nel suo insieme)[1], ed infatti generarono parecchie polemiche politiche, nonché fortissime pressioni per far concludere la saga, nonostante questa continuasse ad avere un grandissimo successo di pubblico e critica, anche a livello internazionale. È proprio a causa di tali pressioni politiche che sono dovute le parentesi de La piovra 8 - Lo scandalo e La piovra 9 - Il patto ambientate non più in epoca contemporanea bensì ai tempi della mafia latifondaria e contadina degli anni cinquanta e degli anni sessanta, prevalentemente incentrate sulle vicende private dei protagonisti, piuttosto che sugli affari di Cosa Nostra e quasi completamente distaccate rispetto agli altri capitoli della saga. Infine con La piovra 10 (trasmessa su Raidue anziché su Raiuno come le precedenti) si cerca di tirare le fila di tutti gli argomenti lasciati precedentemente in sospeso alla fine della settima miniserie e di dare una lettura della mafia attuale. Personaggi e interpretiGli attori che hanno interpretato le parti più importanti nel corso delle varie miniserie della saga sono stati: ![]()
Doppiaggio
Lista delle miniserie TV
Aderenze con la realtàAnche se frutto della fantasia degli sceneggiatori, diversi fatti raccontati nelle diverse stagioni ricalcano fatti realmente accaduti o personaggi della cronaca di quel periodo. Ad esempio, nella prima stagione, l'assassinio del vicecommissario di polizia De Maria (Massimo Bonetti) dentro un bar è ispirato a quello di Boris Giuliano, le vicende raccontate nella seconda stagione rievocano quelle della loggia massonica P2, l'omicidio di Corrado Cattani nella quarta stagione ricorda quello del commissario Ninni Cassarà[2] mentre il rapimento e lo stupro della giudice Silvia Conti (Patricia Millardet) mostrato sempre nella quarta stagione è liberamente ispirato alla violenza subita da Franca Rame, sequestrata e stuprata nel 1973 da un gruppo di neofascisti. Il personaggio di Tano Cariddi è modellato su Michele Sindona[3], il boss mafioso Antonio De Pisis detto il Puparo (Marcello Tusco) su Totò Riina e Tommaso Buscetta e il personaggio di Daniele Rannisi (Gedeon Burkhard), presente nella settima stagione, è ispirato a Peppino Impastato[4]. CuriositàNel 1994, la serie venne attaccata dall'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che la accusò di offrire un'immagine negativa dell'Italia all'estero[5][6]. Note
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