Lago di Cei
Il lago di Cei (Lach de Zéi[1] in dialetto trentino) è situato nel comune di Villa Lagarina in provincia autonoma di Trento a 920 m s.l.m. DescrizioneCei è luogo di villeggiatura estiva soprattutto per i roveretani; nel lago si specchia la catena del monte Bondone di cui fanno parte il monte Stivo (2059 m), la Cima Bassa (1684 m), il Cima Alta o Palon (1915 m), la Rocchetta (1661 m), la Becca (1571 m), il monte Cornetto (2180 m). La catena Stivo-Cornetto-Bondone separa la valle dell'Adige da quella della Sarca. Il lago di Cei è alimentato a nord da una minuscola sorgente sotterranea e per questo il ricambio di acqua è minimo; le acque del lago più grande scorrono nel lago minore, chiamato Lagabis, cioè "lago abisso", che è di forma semicircolare; è meno profondo del lago grande, poiché raggiunge solo i 6 m di profondità, sfatando così una leggenda che lo riteneva molto profondo. Dal lago piccolo esce come emissario il Rio Arione (detto anche Rio Mariano) che scorre verso nord, per poi congiungersi con il Rio di Cimone che ad Aldeno sbocca nella Valle Lagarina. Nella parte sud-est del lago v'è un'isoletta con boschi di larici, betulle e abeti, mentre sulle rive abbondano i salici, i canneti e i giunchi; dove l'acqua è più bassa vegetano rigogliose le ninfee e i nannufari che danno al lago un aspetto quasi da stagno. Negli ultimi anni sono proliferate pure una grande quantità di alghe che contribuiscono a rendere il fondale del lago paludoso e le sue acque in parte torbide. Il lago è facilmente raggiungibile dalla SP 20 del Lago di Cei, partendo dai comuni di Villa Lagarina (dalla parte della Vallagarina) o Aldeno (dalla parte della Valle dell'Adige). StoriaIl lago di Cei deve la sua origine ad una frana di grandi dimensioni che chiuse la piccola valle, ostruì il deflusso dell'acqua e così nacque il lago. Negli anni settanta, furono prelevati dai sommozzatori alcuni ceppi di alberi sul fondale del lago, l'analisi dei ceppi ha permesso di datare alla metà del Duecento la nascita del lago[senza fonte]. Un grosso ceppo di faggio è visibile al museo di scienze naturali di Trento. Anticamente tutta la conca era occupata da un unico lago, il cui nome sembra derivare dal gentilizio latino Cellius o Ceius[1] che si è in gran parte prosciugato riducendosi a due piccoli laghetti assai vicini, il maggiore dei quali ha una superficie di 4,5 ettari e raggiunge una profondità di appena 13,50 m; qui dimorano lucci, tinche, anguille.
L'imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, ospite a Trento per alcuni giorni di Bernardo Clesio avrebbe partecipato ad una battuta di caccia nei boschi di Cei. Nel 1891 e 1892 l'arciduchessa Stephanie del Belgio vedova di Rodolfo d'Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, fu ospite per brevi periodi del conte Alberto Marzani e della moglie Georgina Appony nella loro villa di Dajano vicino a Cei e visitò il lago. Origine del nomeIl nome del lago sembra derivare dal gentilizio latino Cellius o Ceius. Divenuto poi in tedesco Zeil, durante il secolare governo austriaco sul Trentino, reso in dialetto locale con Zei, che poi in italiano divenne l'attuale Cei[1]. Il lago minore è chiamato Lagabis; questo nome sembra derivare da:
Monumenti e luoghi d'interesseChiesette di Cei e dintorni
Capitelli votivi di Castellano e CeiNella zona Castellano Cei vi sono circa 17 capitelli votivi, i più importanti sono:
VilleNei boschi secolari si trovano ville costruite a partire da metà Ottocento fino agli inizi del Novecento dai benestanti di fondovalle (i Siori del Piam):
Flora e faunaPiante acquaticheLa ninfee bianca (Nymphaea alba), la ninfea rosa (molto rare) e il nannufari (Nuphar luteum). Piante terrestriL'abete rosso, l'abete bianco, il pino rosso, il faggio, il tiglio, il larice, il pino mugo, la betulla e il salice piangente. Pesci, crostacei e molluschiIl lago è popolato da specie acquatiche diverse come ad esempio lucci, cavedani e scardole. Sul fondale si possono osservare delle cozze di acqua dolce. Uccelli acquaticiIl germano reale, la gallinella d'acqua, l'airone cenerino, l'anatra selvatica, lo svasso maggiore e la folaga comune. Aree naturaliDal 1992 (con delibera della Giunta provinciale 30.11.1992) la zona di Pra dell'Albi-Cei, di cui il lago fa parte, è stata collocata nell'elenco dei 68 biotopi cosiddetti di "interesse provinciale"; questa iniziativa è un prezioso contributo al mantenimento di flora e fauna tipiche del lago. Il biotopo di Pra dell'Albi-Cei si estende su un territorio che da sempre è stato interessato da vari tipi di attività umane e, soprattutto il lago, è stato spesso luogo di svago e divertimento. In questo senso Pra dell'Albi-Cei è un biotopo un po' speciale, dal momento che in esso sono consentite alcune attività che in altri biotopi sono vietate. Infatti al lago di Cei la balneazione e l'esercizio della pesca sono consentite, ad esclusione della parte più occidentale del bacino, perché di recente, in quella parte di lago, vi è stato un intervento di ripristino naturalistico. Note
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