Luciano VentroneLuciano Ventrone (Roma, 17 novembre 1942 – Collelongo, 15-16 aprile 2021) è stato un pittore italiano, definito da Federico Zeri il "Caravaggio del XX secolo". BiografiaNacque a Roma il 17 novembre 1942[1] da genitori di origine campana[2] ma all'età di sei anni si trasferì in Danimarca, ospite di una famiglia che nel dopoguerra si rese disponibile ad accogliere bambini italiani, dove trascorse l'infanzia e parte dell'adolescenza. Fu in questo periodo che sviluppò la sua passione per la pittura e all'età di 14 anni realizzò il suo primo dipinto, un paesaggio ricavato da una cartolina.[2][3] Tornato a Roma frequentò il liceo artistico, diplomandosi nel 1964, e poi si iscrisse alla Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", che abbandonò nel 1968 per dedicarsi completamente alla pittura.[2][4] Nel frattempo aveva già organizzato tre mostre delle sue opere: la prima nel 1963, presso la galleria Il Fanale di Roma, la seconda nel 1964, presso la galleria Al Ferro di Cavallo di Roma, e la terza nel 1966, presso la Facoltà di Architettura.[3][5] Nel 1968 espose le sue opere presso la galleria di Sidney Janis a New York ma la svolta nella sua carriera artistica la ebbe nel 1981 durante un'esposizione a Palazzo Cenci, quando fu notato dal critico d'arte Antonello Trombadori che due anni dopo ne scrisse sul settimanale L'Europeo;[6] Ventrone fu così scoperto dal critico Federico Zeri, che, rimasto colpito dai suoi dipinti, gli suggerì di iniziare a disegnare nature morte. I due divennero presto amici, tanto che Ventrone realizzò almeno tre ritratti di Zeri[3], che lo definì come il "Caravaggio del XX secolo". Sposò la fotografa siciliana Miranda Gibilisco, che lo aiutò a realizzare i set per i suoi dipinti più realistici.[7] Le sue opere nel corso degli anni furono esposte sia in Italia, tra cui si segnala la mostra Luciano Ventrone. La grande illusione presso il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), ideata da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi nell’ambito dell’esposizione Caravaggio. Il contemporaneo[8], e la partecipazione alla 54ª edizione della Biennale di Venezia, che all'estero, tra cui si segnalano le mostre tenute a Colonia, Oslo, Saint-Étienne, Lione, Londra, Aspen, New York, Mosca, Montréal, San Pietroburgo, Singapore e Tokyo.[3][4][9] Tra il 1994[10] e il 1995 Ventrone si trasferì a Collelongo, comune in provincia dell'Aquila alle porte del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, conosciuto grazie all'amicizia con Ottaviano Del Turco.[11] Proprio nella sua casa-studio di Collelongo è deceduto nella notte tra il 15 e il 16 aprile 2021 in seguito all'esplosione accidentale della bombola d'ossigeno che era costretto ad utilizzare a causa dei suoi problemi respiratori, provocata dall'accensione di una sigaretta.[4][12] Un anno dopo la sua scomparsa la sua casa-studio a Collelongo è stata inaugurata come casa museo su iniziativa della Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco ETS.[10][13] OpereLe sue opere sono sparse in diverse collezioni pubbliche e private tra cui la Collezione d'arte moderna del Senato della Repubblica italiano, la Collezione della National Gallery of Art di Washington e la Collezione del Museo russo di San Pietroburgo.[9] Nel suo primo momento artistico i temi delle sue opere sono prevalentemente forme geometriche e motivi astratti, talvolta ispirati dall'osservazione al microscopio delle cellule durante le lezioni di anatomia al liceo. Successivamente al 1980 iniziò a dipingere numerose nature morte anche se non mancano paesaggi e ritratti di personalità famose (tra cui Alberto Moravia, lo stesso Federico Zeri e Woody Allen). Stilisticamente i suoi dipinti vengono spesso ricondotti al genere dell'iperrealismo anche se lui stesso si definì "un astrattista alla prese con la realtà".[14]
Note
Collegamenti esterni
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