Lungomare di Pescara
Il lungomare di Pescara è un lungo viale alberato di circa dieci chilometri[1] che costeggia il mare Adriatico nella città abruzzese. Diviso dal fiume Pescara nelle due riviere nord e sud, è attraversato interamente dalla ciclovia Adriatica, che supera il fiume tramite il ponte del Mare.[2] StoriaRiviera di CastellammareLa riviera nord di Pescara, che dal 1808 al 1927 ricadeva nel comune di Castellammare Adriatico, ha vissuto a partire dal tardo Ottocento uno sviluppo vorticoso, che ha velocemente votato Castellammare all'offerta turistica estiva, seguita negli anni '20 anche dal comune di Pescara e ancor di più negli anni a seguire con lo sviluppo del quartiere Pineta. Castellammare nasceva come borgo collinare prima del trasferimento della sede municipale sulla riviera ad opera di Leopoldo Muzii (1881), ed aveva il fulcro centrale nel rione colli Madonna, e faceva parte del Distretto di Penne nell'Abruzzo Ulteriore primo, con capoluogo Teramo. In un documento del 1863 la riviera castellammarese veniva descritta come deserta, con vasti arenili ed il modesto villaggio del borgo marino sulla riva del fiume, ancora oggi in parte esistente, abitato dai pescatori. In seguito alla conclusione dei lavori per l'arrivo della ferrovia adriatica nel 1862-63, con lo scalo collocato nell'attuale piazza Repubblica, il sindaco Leopoldo Muzii appena eletto trasferì la sede municipale nella nuova sede di viale Bovio, ed avviò un vasto programma che comprendeva la bonifica delle paludi circostanti, la costruzione della rete fognaria e dell'acquedotto e forti incentivi per l'urbanizzazione della costa, e presto Castellammare si dotò di uno slargo per il mercato, presso la parrocchia del Sacro Cuore, avviata a costruzione nel 1886. In questo periodo si era ormai esteso fino a mare il viale di corso Umberto I, e così Castellammare poté avviare l'offerta turistica con la nascita nell'arteria di alberghi e i caffè e la costruzione del Padiglione marino sulla spiaggia, primo stabilimento balneare cittadino. Il padiglione venne inaugurato Il 1 agosto 1887, e presto divenne il simbolo della Castellammare turistica e balneare, progettato e realizzato in 19 giorni da Edgardo Guzzo. Nel 1922 fu demolito e sostituito dal teatro Pomponi, in quella che allora era piazza Crispi (oggi I Maggio). L'edificio era una costruzione eclettica in stile liberty, come i palazzi che popolavano la nuova Castellammare, ed era dotato di caffè, camera di riposo, arredi necessari per le pratiche balneari, teatro e ristorante. In quegli anni, lo stesso Gabriele D'Annunzio ricorda che il sindaco Muzii volle costruire il club estivo per le feste e i balli, che nel 1888 finanziò un cartellone di eventi con palloni aerostatici, fuochi artificiali ed illuminazione della spiaggia; nel 1890 l'impegno fu sostenuto dall'amministrazione comunale, ingaggiando anche il complesso bandistico del comune di Pianella. Nel 1922 Teofilo Pomponi volle profondamente rinnovare il padiglione, rimpiazzandolo con l'edificio monumentale del teatro, che dopo la seconda guerra mondiale cadde in degrado e venne infine demolito nel 1963. Riviera di Portanuova e prima guerra mondialeMentre Castellammare cresceva e si sviluppava a ritmi frenetici, il centro della vecchia Pescara, ancora semi-racchiuso nella storica fortezza spagnola, tardò molto a svilupparsi urbanisticamente, senza sviluppare alcuna attrattiva turistica. Nei primi anni del '900 l'amministrazione decise di estendere la città a sud, lungo l'asse di viale D'Annunzio, arrivando fino alla palude della Pineta, bonificata in quel periodo. Il nuovo quartiere residenziale della pineta venne progettato sul modello tardo ottocentesco di città giardino, con caratteristici villini in stile eclettico, liberty, neoclassico e moresco, ancora oggi esistenti. Mentre gli architetti Camillo Michetti, Paolo De Cecco e Antonino Liberi si prendevano cura del progetto delle ville e della parrocchia neoromanica di Santa Maria Stella Maris, veniva completato, con grande sforzo di concertazione fra i due comuni pescaresi, anche il nuovo porto canale alla foce del fiume. L'edificio simbolo della pineta di Pescara è il Kursaal di Pomilio, oggi detto "ex-Aurum": l'edificio, in origine caffè e stabilimento balneare ma in seguito anche adibito a liquorificio, è oggi una sala espositiva per convegni ed eventi culturali; anche l'arenile del cosiddetto "Marevecchio", che comprendeva tutta la riviera sud dal fiume fino alla pineta, iniziò ad essere frequentato come quello di Castellammare, anche se il turismo di massa arrivò solamente nel secondo dopoguerra. Il quartiere della pineta faticava a svilupparsi al livello turistico, subendo la concorrenza delle confinanti e più attrezzate Castellammare Francavilla al Mare; infatti anche quest'ultima in quegli anni stava uscendo dagli storici confini delle mura di San Franco, per svilupparsi a mare con la costruzione del simbolico Kursaal Sirena. La prima guerra mondiale impose un brusco e temporaneo arresto al turismo pescarese, poiché l'aviazione austriaca effettuò dei bombardamenti sul comune di Castellammare, danneggiando l'area della stazione centrale e di corso Vittorio Emanuele II. La stagione riprese immediatamente, ed ebbe un ulteriore rapido sviluppo quando Pescara e Castellammare entrarono negli interessi del regime fascista, che nel 1927 ne decise la unificazione in un solo comune capoluogo dell'omonima provincia. In quegli anni il tradizionale costume in tuta integrale subì in tutto il Paese continue evoluzioni, e comparvero i primi ombrelloni da spiaggia; la riviera Castellammarese e di Portanuova divennero una cosa sola, anche se fu la riviera nord a mantenere il ruolo centrale. Nel 1933 si contavano in città un numero di stabilimenti, alberghi e cinema, inclusi la pineta ed il giardino pubblico con i campi da tennis in piazza Crispi (oggi I Maggio). Seconda guerra mondiale e ricostruzioneNegli anni 30 si consolidò il ruolo di Pescara come località balneare principale d'Abruzzo. Durante la seconda guerra mondiale, il 31 agosto 1943 alle 13:30 un gruppo di aerei alleati effettuò sulla zona del lungomare e di corso Umberto I un bombardamento a tappeto senza avvertimento, provocando estese distruzioni e centinaia di morti. L'attività turistica di Pescara, che fino a tutta l'estate del '43 procedette regolarmente, subì immediatamente un brusco e lungo arresto, con i frequenti bombardamenti che proseguirono a cadenza regolare dal 14 settembre fino alla fine dell'anno, distruggendo la maggior parte del centro abitato, e con i tedeschi che imposero il coprifuoco ed oltre al rastrellamento di uomini per la costruzione delle difese requisirono monumenti bronzei della città, oggetti preziosi, bestiame e cibo, sino ad abbandonare Pescara nel 1944, dopo aver fatto saltare in aria la torre comunale ed il ponte Littorio. L'attività turistica riprese solo negli anni '50, con la ricostruzione della città, degli stabilimenti balneari e del lungomare su progetto di Luigi Piccinato, che ideò a poca distanza da piazza I Maggio la piazza della Rinascita, detta in seguito "Salotto", futuro centro della città. Nell'estate del 1959 l'autore Pier Paolo Pasolini visitò la città, pubblicando un reportage sulla rivista "Successo" decantandone il lungomare:
La citazione è ad oggi riportata sul muretto nei pressi della Fontana la Nave (Nave di Cascella), ad opera dell'artista Nuzzi[4]. Descrizione
Monumenti
Note
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