La competizione nacque nel 1945 grazie all'impegno di un gruppo di appassionati di ciclismo guidati da Fulvio Perna: dopo le macerie della guerra, la gara rappresentava per gli organizzatori un messaggio di pace e libertà.
Il trofeo è stato per tre volte prova valida per il campionato italiano professionisti (negli anni 1965, 1975 e 1995) laureando campioni d'Italia rispettivamente Dancelli, Moser e Bugno. La 64ª edizione si sarebbe dovuta tenere il 2 agosto 2009, ma è stata annullata a causa della mancanza di fondi.[1] Il manifesto della 67ª edizione, ritraente in grande evidenza Gabriele D'Annunzio, ha invece suscitato critiche[2] per l'associazione dell'immagine del poeta, da alcuni accusato di essere sostenitore del partito fascista (anche se ciò è contestato da una parte degli storici e fra questi dal Presidente del Vittoriale degli ItalianiGiordano Bruno Guerri)[3], a quella di Giacomo Matteotti, ucciso dalla polizia politica del regime mussoliniano. Nel 2014 la corsa è stata annullata per motivi organizzativi dovuti alla mancanza di riferimenti istituzionali durante le elezioni amministrative,[4] per poi essere riproposta dall'anno successivo. Dalla 71ª edizione la gara è spostata al mese di settembre[5] per cercare di ridare lustro all'evento diventando una tappa di preparazione al Campionato mondiale. L'edizione del 2022, con partenza prevista il 18 settembre, è stata rimandata al 2023 a causa di problemi organizzativi.
Percorso
Il percorso della gara attraversa la città di Pescara ma si snoda anche nelle circostanti colline, risultando in parte selettivo e tale da essere stato considerato in passato un importante test valutativo sulla condizione degli atleti in vista dei campionati del mondo, che si svolgevano in autunno. Al riguardo, sul sito web della manifestazione, gli organizzatori sottolineano che ben sei vincitori del Trofeo Matteotti hanno successivamente conquistato la maglia iridata: Ercole Baldini, Marino Basso, Felice Gimondi, Francesco Moser, Moreno Argentin e Gianni Bugno.