Macua
I macua,[6] scritto anche makua o makhuwa, sono il gruppo etnico più numeroso del Mozambico, dove rappresentano circa il 26% della popolazione.[1] Risiedono nel nord del paese, specialmente nella regione di Nampula nonché in quelle di Niassa, Cabo Delgado e Zambezia, ma anche nella Tanzania meridionale, nella regione di Mtwara. La lingua macua appartiene al gruppo bantu, ed è divisa in diversi dialetti solo parzialmente intelligibili. Apparteneva al popolo macua Yasuke, probabilmente il primo nero a giungere in Giappone ed il primo straniero a divenire samurai.[7] StoriaNella tradizione orale dei macua, il primo uomo e la prima donna nacquero sul monte Namuli, mentre le altre creature viventi provenivano dalle montagne vicine.[8] Gli studiosi non sono sicuri di questa provenienza originaria dei macua, tuttavia concordano sul fatto che siano stabiliti nella regione settentrionale del Mozambico dal I millennio d.C. I macua hanno una storia documentata nella lavorazione dei metalli e nella produzione di utensili. Il naturalista portoghese dell'epoca coloniale, Manuel Galvao da Silva, ad esempio, descrisse le loro miniere di ferro.[9] Allo stesso modo, l'esploratore francese Eugene de Froberville ha descritto i loro metodi di produzione del ferro, che estraevano lavorando il minerale in un focolare a legna. Il metallo estratto veniva poi trasformato in asce, coltelli, lance, anelli e altri oggetti.[9] Documenti di epoca medievale suggeriscono anche che il popolo macua si dedicasse al commercio, facendo affari con i mercanti swahili e gujarati prima dell'inizio dell'era coloniale,[10] scambiando derrate alimentari, zanne d'avorio e manufatti in metallo con tessuti, sale e altri prodotti.[11] I macua furono pesantemente coinvolti dalla tratta degli schiavi che ebbe luogo nell'Oceano indiano tra il XVI e il XIX secolo. Inizialmente subirono le catture soprattutto da parte del vicino popolo degli yao, che compiva incursioni tra i macua per soddisfare la richiesta di schiavi degli arabi swahili concentrati intorno a Zanzibar,[12][13] ma dal XIX secolo, con la richiesta notevolmente aumentata soprattutto da parte degli europei, gli stessi capi macua si unirono al lucroso commercio diventando fornitori di schiavi e razziando i gruppi etnici vicini.[14] Le esportazioni di schiavi macua hanno portato alla presenza dei loro discendenti in molte aree del mondo, tra cui le isole dell'Oceano Indiano come Mayotte, Comore, Seychelles, La Riunione e Mauritius, ma anche in luoghi più remoti come i Caraibi e il Nordamerica.[15][16][17] Note
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