«Generò anche una sacra schiera di figlie, che sulla terra agli uomini nutrono la giovinezza insieme ad Apollo signore e ai fiumi: tale destino hanno da Zeus: […] Zeuxo e Clitie e Iduia a Pasitoe»
Le Oceanine erano potenti dee delle acque, che personificavano innanzitutto le acque correnti, ossia i fiumi, i laghi e le sorgenti. Erano a volte associate anche alle nuvole, ai venti, ai pascoli e ai fiori, e alcune di loro personificavano anche qualità morali come l'intelletto (Meti), la fama (Climene), la fortuna (Tiche), il successo (Telesto) o la persuasione (Peito)[1]
Molte Oceanine si unirono con dei, o anche con comuni mortali, generando una numerosa progenie.
Secondo Esiodo
Nella TeogoniaEsiodo dice chiaramente che le Oceanine sono tremila, ma ne enumera tuttavia solo 41. L'elenco sottostante riporta (in ordine alfabetico) tutti i nomi forniti da Esiodo e fra parentesi l'epiteto con cui vengono apostrofate ed il significato del nome.[2]
Calliroe, dal greco Kallirroé che significa "bella acqua che scorre", si unì in matrimonio con il giganteCrisaore. Dalla loro unione nacquero Gerione ed Echidna.[5]
Un elenco diverso lo menziona Igino nel suo prologo delle Fabulae:[13]
«Da Oceano e Teti, le Oceanine, e cioè Estiea, Melite, Iante, Admeta, Stilbo, Pasifae, Polisso, Eurinome, Evagoreide, Rodope, tliride, Clizia, Clitenneste, [...], Meti, Menippe, Argia. Della stessa stirpe sono i Fiumi, cioè Strimone, Nilo, Eufrate, Tanai, Indo, Cefiso, Ismeno, Asseno, Acheloo, Simoenta, Inaco, Alfeo, Termodonte, Scamandro, Tigri, Meandro e Oronte.»