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Questo è un elenco delle operazioni delle forze di polizia italiane contro Cosa nostra, riportate in ordine cronologico.
XX secolo
Anni '50
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Anni '60
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6 maggio 1992 - Operazione Palma, coordinata dal Procuratore capo di PalermoPietro Giammanco e dai sostituti Paolo Borsellino, Gioacchino Natoli e Francesco Lo Voi e portata a termine dal personale della DIA di Palermo guidato da Gianni De Gennaro, che si basava sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, le quali condussero all'emissione di 43 ordini di cattura contro i mafiosi di Castelvetrano e i loro fiancheggiatori, fra cui l'ex sindaco Antonio Vaccarino (indicato da Calcara a capo della cosca) e l’impiegato in pensione della Cassazione Giuseppe Schiavone, incaricato di "aggiustare" i processi[15].
25 luglio 1992 e termina l'8 luglio 1998 - Operazione Vespri Siciliani condotta dall'Esercito Italiano nelle principali città siciliane, in cui furono impiegati complessivamente 150.000 uomini con funzioni di controllo del territorio e di prevenzione di delitti di criminalità organizzata, conferendo al personale militare alcune funzioni proprie della qualifica di ufficiali e agenti di pubblica sicurezza.[16]
17 dicembre1993 - Operazione Orsa Maggiore che prevedeva 156 mandati di cattura contro affiliati e fiancheggiatori del clan catanese guidato dal boss Benedetto Santapaola per associazione a delinquere di stampo mafioso ed una serie di altri reati (tra cui diversi omicidi, come quello del giornalista Giuseppe Fava e dell'ispettore Giovanni Lizzio, e numerosi danneggiamenti a scopo di estorsione, come l'incendio dei magazzini Standa in via Etnea nel 1990) e si basava in gran parte sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Claudio Severino Samperi. 53 dei 156 ordini di arresto colpirono soggetti già detenuti (tra cui lo stesso Santapaola) e l'operazione occupò in tutto circa mille fra Carabinieri, agenti di polizia e finanzieri[20].
24 marzo1994 - Operazione Petrov condotta dal reparto operativo dei Carabinieri guidato dal capitano Elio Dell'Anna, che prevedeva 74 ordini di custodia cautelare, sulla base, in gran parte, delle accuse del collaboratore di giustizia Pietro Scavuzzo. L'operazione scompaginò i mandamenti mafiosi della provincia di Trapani ma quindici ricercati si resero latitanti, fra cui l'allora sconosciuto capo del mandamento di TrapaniVincenzo Virga e Calogero Musso, capo della "famiglia" di Vita (TP)[22].
30 gennaio1996 - Operazione Omega, coordinata dalla DDA di Palermo con 80 ordinanze di custodia cautelare sulla base della accuse dei collaboratori di giustizia Antonio Patti, Salvatore Giacalone, Vincenzo Sinacori e Giuseppe Ferro, i quali ricostruirono le responsabilità di più di vent'anni di omicidi avvenuti nella provincia di Trapani dagli anni '70 in poi.[24][25][26]
20 marzo 1998 - Operazione Akragas 1, scaturita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Salemi, portò all'arresto di 42 soggetti ritenuti affiliati alle cosche agrigentine.[27]
9 novembre 1998 - Operazione Grande Oriente, portata a termine dal Raggruppamento Operativo Speciale dell'Arma dei Carabinieri guidati dal generale Mario Mori con 47 arresti che colpirono le famiglie di Bagheria, Caltanissetta e Catania accusate di proteggere la latitanza del boss Bernardo Provenzano, tra cui anche Giovanna Santoro e Maria Stella Madonia, rispettivamente moglie e sorella di Giuseppe "Piddu" Madonia che nonostante il 41 bis, attraverso loro, continuava a mantenere rapporti con l'esterno[28]; l'operazione fu resa possibile grazie alle "soffiate" di Luigi Ilardo (cugino di primo grado di Madonia e suo sostituto come reggente della provincia nissena) che dall'ottobre del 1993 e fino alla morte nel 1996, quando i sicari della mafia lo freddarono a Catania, aveva fornito indicazioni preziose sull'organizzazione del cugino e dei suoi stretti collegamenti con Provenzano[29].
12 gennaio1999 - Operazione Akragas 2, scattato grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alfonso Falzone rese alla DDA di Palermo, consentì di effettuare altri 50 arresti che decapitarono le famiglie della provincia di Agrigento e consentirono di fare luce su numerosi omicidi avvenuti in zona negli anni '90, come quelli del maresciallo dei carabinieriGiuliano Guazzelli, dell'agente penitenziario Pasquale Di Lorenzo e del ragazzino Giuseppe Di Matteo[30].
22 gennaio 2002 - Operazione Peronospora condotta dalla DDA di Palermo scompaginò con 32 arresti la famiglia mafiosa di Marsala (TP)[32].
29 marzo 2004 - Operazione Alta Mafia, che portò all'arresto di 43 affiliati e fiancheggiatori delle famiglie mafiose di Favara (AG) e Canicattì (AG), compresi il deputato regionale UDC Vincenzo Lo Giudice e il sindaco di Canicattì Antonio Scrimali[33].
20 giugno 2006 - Operazione Gotha, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai sostituti Roberta Buzzolani, Maurizio de Lucia, Nino Di Matteo, Domenico Gozzo e Michele Prestipino con 52 arresti che decapitarono le famiglie di Cosa nostra di Pagliarelli, San Lorenzo e Uditore, rivelando le dinamiche di conflitto venutesi a creare tra i boss palermitani dopo l'arresto di Bernardo Provenzano il 26 aprile 2006 e si rivelarono decisive alle indagini le microspie con cui vennero registrate conversazioni tra i boss Antonino Rotolo, Francesco Bonura, Antonino Cinà, Vincenzo Marcianò.[36]
7 febbraio 2008 - Operazione Old Bridge con cui vengono arrestate 90 persone tra New York e la Sicilia, presunti appartenenti alle famiglie Inzerillo e il suo boss Giovanni Inzerillo, Mannino, Di Maggio e Gambino, tra cui anche il boss Jackie D'Amico: fu la più grande retata dopo "Pizza connection"[39]. Dopo l'arresto dei Corleonesi e di Salvatore Lo Piccolo, si ipotizzò un ritorno della famiglia Inzerillo dagli USA, i cosiddetti scappati dalla seconda guerra di mafia scatenata da Totò Riina. Si voleva infatti ristrutturare l'organizzazione e ritornare al passato e rientrare nel traffico di droga, attualmente in mano alla 'Ndrangheta.
15 giugno 2009 - Operazione Golem, coordinata dalla DDA di Palermo e condotta dagli uomini dello SCO e delle Squadre mobili delle questure di Trapani e Palermo, che portò all'arresto di 13 persone tra mafiosi e imprenditori trapanesi, accusati di favorire la latitanza di Matteo Messina Denaro fornendogli documenti falsi ma anche di gestire estorsioni e traffico di stupefacenti per conto del latitante[41].
Anni 2010
14 marzo 2010 - Operazione Golem 2, condotta sempre dagli agenti dello SCO e delle squadre mobili di Trapani e Palermo, che portò all'arresto di altre diciannove persone a Castelvetrano, accusate di aver compiuto estorsioni e incendi dolosi per conto di Matteo Messina Denaro ai danni di imprenditori e politici locali; tra gli arrestati figurarono anche il fratello del latitante, Salvatore Messina Denaro e i suoi cugini Giovanni e Matteo Filardo, nonché l'ottantenne Antonino Marotta, definito "il decano della mafia trapanese" perché ex appartenente alla banda di Salvatore Giuliano[42][43][44].
9 dicembre 2014 - Operazione New Bridge, con cui vengono arrestati 8 boss tra Italia e USA: Francesco Palmeri, detto “Ciccio l'americano” e considerato sottocapo dei Gambino, Giovanni Grillo, detto "John", Salvatore Farina, figlio del defunto boss di Cosa Nostra Ambrogio (già imputato per l'omicidio del giudice Ciaccio Montalto), Carlo Brillante, Raffaele Valente, Daniele Cavoto, Michele Amabile, Francesco Vonella. L'operazione conferma ancora vivi i legami con la mafia siciliana[49].
1º febbraio2015 - Operazione Spartivento, condotta dalla Squadra mobile di Catania su delega della DDA di Catania, nei confronti di 16 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga: secondo l'accusa, i gruppi criminali dei Nizza, Morabito e Saitta, concorrenti tra loro e tutti collegati alla storica "famiglia" Santapaola-Ercolano di Cosa nostra, avrebbero gestito il traffico di tonnellate di marijuana e hashish fatti arrivare dall'Albania su pescherecci siciliani o su natanti messi a disposizione dagli stessi albanesi per rifornire le piazze di spaccio di Librino, San Cristoforo e Picanello[50].
5 luglio 2016 - Operazione Nolostand, coordinata dal procuratore aggiunto di MilanoIlda Boccassini con undici arresti di elementi vicini alle famiglie mafiose di Pietraperzia (EN) e Partanna (TP) accusati di aver trasferito in Sicilia una somma di denaro guadagnata con l'allestimento di alcuni stand dell'EXPO di Milano del 2015.[51]
4 dicembre 2018 - Operazione Cupola 2.0, effettuata dal comando dei Carabinieri di Palermo che ha portato all'arresto di 46 persone per associazione mafiosa. Tra loro il gioielliere ottantenne Settimo Mineo, ritenuto il nuovo capo dei capi di Cosa nostra tramite elezione unanime in un summit organizzato da tutti i capi regionali il 29 maggio[53]. Secondo gli inquirenti tale incontro ha posto le basi per la costituzione di una nuova commissione provinciale dopo 25 anni dall'ultima formazione da parte dei corleonesi ponendo Mineo come l'erede assoluto di Salvatore Riina.[54][55][56]
17 luglio 2019 - Operazione New Connection, in cui vengono arrestate dalla polizia italiana coadiuvata dall'FBI un totale di 19 persone tra Italia e USA compreso Salvatore Gambino, sindaco di Torretta. L'operazione ha svelato il forte legame ancora esistente tra Cosa Nostra rappresentata dalla famiglia Inzerillo e quella dei Gambino di New York, ma soprattutto il potere ricostituito a Palermo da parte degli "Scappati" dopo il loro ritorno in Italia e la sopraggiunta morte di Salvatore Riina che ne aveva ordinato l'esilio dopo la Seconda guerra di mafia degli anni '80. Tra gli arrestati i cugini Francesco e Tommaso Inzerillo e Giovanni Buscemi, boss del mandamento di Passo di Rigano, che dovranno rispondere di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato e concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso.[57][58][59]
Anni 2020
Il 15 gennaio del 2020 la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, con a Capo il Procuratore Maurizio De Lucia, coordinando il lavoro dei Carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza, ha eseguito l'operazione "Nebrodi", una delle più importanti indagini antimafia eseguite in Sicilia e la più imponente, sul versante dei Fondi Europei dell'Agricoltura in mano alle mafie, mai eseguita in Italia e all'Estero, con 94 arresti e 151 aziende agricole sequestrate[60]. Nella conferenza stampa le parole del Procuratore Maurizio De Lucia, del Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e del Comandante Nazionale del Ros, Generale Pasquale Angelosanto, sono state unanimi sia nel riconoscere nel "Protocollo Antoci" uno strumento fondamentale per bloccare questo sistema criminale sia nell'attribuire a tale contesto il movente dell'attentato contro Giuseppe Antoci e gli uomini della scorta nel maggio del 2016.[61]
21 Luglio 2020 - i carabinieri di Palermo arrestano 15 persone in un'indagine coordinata dalla Dda del capoluogo siciliano con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e vendita di droga, commessi con l'aggravante delle finalità mafiose.[63]
5 luglio 2021 - i Carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per 85 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e corruzione. Tra gli arrestati vi sarebbe anche un agente di Polizia penitenziaria con l'accusa di corruzione aggravata. L'agente, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito il boss rendendo possibili scambi di lettere dal carcere e rivelato agli indagati informazioni sull'organizzazione della struttura carceraria per ostacolare le attività di indagine e di intercettazione.[65]
11 luglio 2021 - i Carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 11 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione di stupefacenti, favoreggiamento personale e tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.[66]
17 maggio 2022 - Polizia e Carabinieri arrestano a Palermo 31 persone colpevoli di associazione mafiosa, detenzione di stupefacenti e di armi, favoreggiamento personale ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.[67]
16 gennaio2023 - Operazione Tramonto, coordinata dalla DDA di Palermo ed eseguita dai Carabinieri del ROS con la collaborazione del GIS[68], porta all'arresto di Matteo Messina Denaro, capo indiscusso di Cosa Nostra trapanese sorpreso in una clinica palermitana dopo trent'anni di latitanza[69].
28 febbraio 2023 i Carabinieri di Cefalù arrestano 13 presunti appartenenti al clan "madonie" accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga.[70]