Organi della chiesa di Santa Maria Maddalena a ParigiGli organi della chiesa di Santa Maria Maddalena a Parigi sono due strumenti storici costruiti da Aristide Cavaillé-Coll negli anni 1840 e successivamente modificati:
Alla chiesa di Santa Maria Maddalena sono legati diversi importanti musicisti compositori che vi prestarono servizio come organisti, tra i quali Louis James Alfred Lefébure-Wély, Camille Saint-Saëns, Théodore Dubois, Gabriel Fauré, Jeanne Demessieux, Eugène Gigout e Charles-Marie Widor (gli ultimi due come organisti supplenti).[1] Gli attuali organisti titolari sono François-Henri Houbart (organista dell'organo maggiore), Jean-Louis Vieille-Girardet (secondo organista)[1] e Michel Geoffroy (organista dell'organo del coro).[2] Gli strumenti vengono utilizzati sia nell'ambito delle celebrazioni liturgiche, sia per concerti, tra cui le Domeniche musicali (in francese: Dimanches musicaux), che dal 12 gennaio 1986 hanno luogo più domeniche ogni mese, con la partecipazione di organisti di fama internazionale.[3] StoriaL'attuale chiesa di Santa Maria Maddalena di Parigi venne costruita in luogo di una più antica medievale a cavallo tra i secoli XVIII e XIX: i lavori iniziarono il 6 aprile 1763 con la posa della prima pietra, su progetto di Pierre Contant d'Ivry; vennero interrotti l'anno successivo per riprendere sotto la direzione di Guillaume-Martin Couture, che elaborò un nuovo progetto ispirato al Pantheon di Roma. Con la Rivoluzione francese si ebbe una nuova interruzione e solo nel 1806 Napoleone Bonaparte affidò la direzione a Pierre-Alexandre Vignon, il quale demolì le fondazioni precedenti e si ispirò alla Maison Carrée di Nîmes. L'edificio venne completato nel 1809 e utilizzato per cerimonie civili fino a che Luigi XVIII, durante la Restaurazione, stabilì che tornasse a svolgere le funzioni di luogo di culto cattolico; tuttavia la chiesa venne consacrata solo nel 1842.[4] Nel 1842 l'organaro Aristide Cavaillé-Coll venne incaricato di costruire un organo a canne di modeste dimensioni da collocarsi all'interno della chiesa, alle spalle dell'altare maggiore; egli costruì uno strumento di 12 registri, con due manuali e pedale, a trasmissione integralmente meccanica, avente la seguente disposizione fonica:[5]
Per la costruzione di un organo di grandi dimensioni era stato contattato, nel 1838, il friborghese Aloys Mooser; tuttavia i lavori non ebbero mai inizio in seguito alla morte dell'organaro, avvenuta nel 1839. Nel 1841 venne quindi indetto un concorso cui parteciparono i più importanti organari dell'epoca: John Abbey, Aristide Cavaillé-Coll, Dallery, Nicolas Henry, abbé Larroque, Augustin Zeiger e la ditta Daublaine Callinet. Fu Cavaillé-Coll ad aggiudicarsi il lavoro e lo strumento, costato alla parrocchia 73.000 franchi, venne ultimato nel 1846 e inaugurato con due concerti eseguito il 29 ottobre e il 13 novembre dello stesso anno dall'organista titolare Alexander Charles Fessy, Louis James Alfred Lefébure-Wély, all'epoca organista della chiesa di San Rocco a Parigi,[6] e Louis-Nicolas Séjan, organista della chiesa di San Sulpizio.[7] Il nuovo organo aveva 48 registri su quattro manuali e pedaliera, per un totale di 2882 canne,[7] e presentava una disposizione fonica innovativa: essa constava in un gran numero di fondi di 16', 8' e 4' e di registri ad ancia, mentre aveva un numero limitato di ripieni e soltanto una mutazione semplice, di 2.2/3'; inoltre veniva per la prima volta introdotto il registro di Voce celeste.[8][9] Di seguito è riportata la disposizione fonica originaria dello strumento:[10]
La disposizione fonica dello strumento, considerata assolutamente innovativa per l'epoca, suscitò pareri discordanti.[12] Il presidente della commissione che aveva approvato il progetto, Pierre-Armand Séguier, membro dell'Accademia francese delle scienze, si pronunciò a favore del nuovo organo, approvandolo senza riserve per le innovazioni introdotte da Cavaillé-Coll come i pedaletti, per i registri e per la complessa meccanica, lodando il suo costruttore per aver ideato e costruito uno strumento da lui considerato un capolavoro.[6] Parole di elogio per il nuovo strumento si ebbero anche da importanti organisti come Louis James Alfred Lefébure-Wély, che successivamente diventerà organista titolare alla Madeleine; anche l'organista tedesco Adolf Hesse era rimasto soddisfatto dell'organo, reputandolo adatto anche all'esecuzione del repertorio di Johann Sebastian Bach.[6] Tuttavia ebbe anche aspre critiche per il particolare strumento che aveva costruito; colui che maggiormente lo attaccò fu Félix Danjou, organista presso la cattedrale di Notre-Dame che aveva fondato, nel 1838, insieme a Louis Callinet e Théodore Sauer, la ditta organaria Daublaine-Callinet.[13] Danjou, che auspicava una riforma contro la musica profana e lirica in chiesa,[14] non tollerava l'utilizzo degli organi nelle chiese per manifestazioni e concerti laici; spesso, in tal frangente, l'organo e l'orchestra suonavano insieme e l'organista notava come di recente l'organo tendesse ad imitare l'orchestra.[15] Nella sua Revue de la musique religieuse, populaire et classique,[16] Danjou, se da una parte rimase soddisfatto degli elevati standard tecnici dell'organo della Madeleine, criticò lo stesso strumento dal punto di vista fonico: l'organista lamentò la presenza di molti registri di derivazione orchestrale e di una cassa espressiva troppo spessa, più adatta, a suo parere, per scopi profani che religiosi.[17] Inoltre, considerò eccessivo il numero di registri ad ancia: (FR)
«Il ne s'agit pas dans l'office divin de renouveler le miracle de la chute des murailles de Jéricho, ou de nous donner une ideée des terribles trompettes qui annonceront le jugement dernier; il suffirait de placer dans nos églises des instruments harmonieux et majestueux tout à la fois, et sans vouloir tomber dans la grave monotonie de l'orgue allemand, ou peut désirer de n'être pas étourdi à l'église pour un vacarme effroyable; c'est ce qui est reservé désormais aux paroissiens de la Madeleine.» (IT)
«Non è da rinnovare nell'ufficio divino il miracolo della caduta delle mura di Gerico o darci un'idea delle terribili trombe che annunciano il giudizio finale; è sufficiente introdurre nelle chiese strumenti al contempo armoniosi e maestosi, e senza voler cadere nella grave monotonia dell'organo tedesco, non possono desiderare di essere storditi in chiesa da un terribile frastuono; questo è ciò che oggi è riservato ai parrocchiani della Madeleine.» Sia l'organo maggiore che quello del coro furono oggetto di una serie di interventi di restauro nel corso dei secoli XIX e XX: lo stesso costruttore operò su entrambi nel 1897 e i suoi successori, nel 1927, aumentarono l'estensione delle tastiere dell'organo maggiore (originariamente di 54 note, successivamente all'intervento di 56); nel 1957 gli organari Max Roethinger e Robert Boisseau aggiunsero sei nuovi registri e nel 1971 la ditta Danion-Gonzalez ampliò ulteriormente lo strumento e ne elettrificò la trasmissione; la stessa operò anche alcune modifiche sull'organo nel coro dopo la seconda guerra mondiale e nel 1976. L'organaro Bernard Dargassies restaurò e modificò sia l'organo maggiore (tra il 1988 e il 2002), sia quello del coro (1996).[19] L'organo maggiore è classificato dal 1981 come monumento storico di Francia relativamente alla parte strumentale.[20] Organo maggioreL'organo a canne Cavaillé-Coll opus 26 è l'organo maggiore della chiesa di Santa Maria Maddalena a Parigi. Esso è situato in controfacciata, al di sopra della cantoria posta alla sommità dell'alta bussola d'ingresso in legno scolpito e intagliato, con balaustra in ferro battuto.[6] Lo strumento è a trasmissione integralmente elettrica, installata dalla ditta Danion-Gonzalez nel 1971 in sostituzione di quella meccanica originaria. Esso dispone di 60 registri (dei quali 46 di Cavaillé-Coll) per un totale di 84 file e 4538 canne.[1] Il materiale fonico si articola in un unico corpo, alloggiato all'interno di una cassa lignea progettata da Jacques-Marie Huvé ispirandosi al rinascimento italiano, la quale è riccamente decorata con intagli e dorature;[7] il prospetto, poggiante su un alto basamento, è suddiviso in due ordini sovrapposti da un cornicione con decorazioni a bassorilievo (al centro del quale, entro un medaglione, vi è l'effigie di Gesù Cristo), idealmente sorretto al centro da due semicolonne corinzie e ai lati da due lesene scanalate appartenenti allo stesso ordine architettonico: l'ordine inferiore si compone di cinque arcate a tutto sesto, con le tre centrali separate da due cariatidi; in corrispondenza di quest'ultime si eleva l'ordine superiore, con le canne inserite all'interno di una serliana. La mostra è interamente formata da canne metalliche con bocche a scudo con andamento inverso rispetto a quello delle canne.[21] La consolle è quella originaria successivamente riadattata; è posta al centro della cantoria ed è rivolta verso la navata. Essa dispone di quattro tastiere di 56 note ciascuna (Do1-Sol5) e pedaliera concavo-parallela di 32 note (Do1-Sol3). I registri sono azionati da pomelli posti su gradoni ai lati dei manuali, parallelamente ad essi; le unioni e gli accoppiamenti, invece, da placchette a bilico poste al di sopra del quarto manuale.[19] Di seguito la disposizione fonica:[22]
Organisti titolari
Organo del coroL'organo a canne Cavaillé-Coll opus 15 è l'organo del coro della chiesa di Santa Maria Maddalena a Parigi. Esso è situato al centro dell'abside, a pavimento, alle spalle dell'altare maggiore.[2] Lo strumento è a trasmissione integralmente elettrica, installata dalla ditta Danion-Gonzalez nel 1976 in sostituzione di quella meccanica originaria; dispone di 20 registri (contro i 10 originari).[2] Il materiale fonico si articola in un unico corpo, alloggiato all'interno di una cassa lignea riccamente decorata con intagli e dorature; lungo la sommità corre un alto cornicione con un fregio a bassorilievo, idealmente sorretto da lesene corinzie scanalate. Al centro del prospetto, rivolto verso la navata, si aprono arcate a tutto sesto affiancate, all'interno delle quali vi sono le canne della mostra, con bocche a scudo, allineate orizzontalmente nell'arcata centrale e con andamento inverso a quello delle canne nelle due laterali.[23] La consolle dispone di due tastiere di 56 note ciascuna (Do1-Sol5) e pedaliera concavo-parallela di 32 note (Do1-Sol3). La disposizione fonica è la seguente:[5]
Note
Bibliografia
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