Ottone d'Asburgo-Lorena
Ottone d'Asburgo-Lorena[1], l'ultimo arciduca ereditario d'Austria e d'Ungheria (Reichenau an der Rax, 20 novembre 1912 – Pöcking, 4 luglio 2011), è stato un nobile austriaco e politico tedesco, capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, anno in cui abdicò in favore del figlio Carlo d'Asburgo-Lorena. Ottone era figlio primogenito dell'Imperatore d'Austria e Re Apostolico d'Ungheria Carlo I e di sua moglie Zita di Borbone-Parma. Ottone viveva stabilmente a Pöcking in Baviera (Germania) e deteneva la cittadinanza tedesca, austriaca, ungherese e croata. Sebbene il suo nome ufficiale in Germania era Otto von Habsburg, le autorità austriache si riferivano a lui come a Otto Habsburg-Lothringen. Ottone fu membro del Parlamento europeo per la CSU e presidente dell'Unione Paneuropea. Nel 1961, proprio per servire l'Europa, rinunciò ai suoi diritti dinastici. Essendo stato imperatore titolare dal 1922 al 2007 detiene un primato storico assoluto: quello di capo di Stato titolare (e quindi non in carica) più longevo della storia con 85 anni. BiografiaInfanziaOttone d'Asburgo-Lorena nacque nel 1912 a Villa Wartholz, presso Reichenau an der Rax, residenza che aveva fatto costruire suo nonno. Ivi egli venne battezzato, pochi giorni dopo la sua nascita, nella cappella del palazzo. Nel novembre 1916, Ottone divenne principe reale e imperiale delle corone d'Austria e d'Ungheria quando suo padre, l'arciduca Carlo, ascese al trono. Nello stesso anno, allorquando la Battaglia degli Altipiani (Strafexpedition) sul fronte italiano sembrava prossima alla vittoria austriaca, ricevette il titolo di Margravio di Arsiero e Asiago. Tuttavia durante il 1918, alla conclusione della prima guerra mondiale, le potenze vincitrici imposero l'esilio degli Asburgo e la costituzione della repubblica austriaca. Il Regno Apostolico d'Ungheria riuscì invece a salvaguardarsi. Tuttavia i franco-britannici impedirono agli Asburgo di recarsi in Ungheria a riottenere la corona, sicché l'Ungheria rimase un Regno con trono vacante sino al 1946, sotto la reggenza dell'ammiraglio Miklós Horthy, fino al 1944. I britannici decisero di segregare l'imperatore Carlo e la sua famiglia nell'isola di Madera. EsilioLa famiglia di Ottone passò gli anni a seguire in Svizzera e nell'isola portoghese di Madera, dove Carlo I morì nel 1922, facendo divenire Ottone pretendente al trono all'età di 10 anni. Nel frattempo, il Parlamento austriaco aveva ratificato l'esilio per la dinastia degli Asburgo e aveva provveduto a confiscarne tutte le proprietà ufficiali (Habsburgergesetz, 3 aprile 1919). Nel 1935 Ottone si laureò all'università cattolica di Lovanio in Scienze sociali e politiche. Dalla morte del padre e per tutto il tempo che egli rimase in esilio con la sua famiglia, Ottone si considerò il legittimo imperatore d'Austria, ribadendolo in diverse occasioni. Nel 1937 egli scriveva: «So molto bene che gran parte della popolazione austriaca mi vorrebbe come successore di mio padre sul trono della nostra famiglia con i tempi che corrono (...) Il popolo austriaco non ha mai dato il pieno favore alla politica della repubblica. Esso è semplicemente rimasto in silenzio, esausto dopo una lunga e sanguinosa lotta ed è stato sorpreso dall'audacia dei rivoluzionari del dopoguerra. Ma non è una rivoluzione che porta alla libertà di un popolo. Ma accetto il mio destino anche se credo che l'ora di ricongiungimento tra me e il mio popolo avverrà presto.» Opposizione al governo nazistaFervente patriota austriaco, Ottone si oppose all'Anschluss nazista dell'Austria nel 1938 (il nome che il governo tedesco diede a quell'operazione fu "Operation Otto", dal momento che essi prevedevano di invadere immediatamente lo stato austriaco se Ottone fosse stato posto nuovamente sul trono). Data la sua posizione Ottone, ricercato dai nazisti, fu costretto a lasciare l'Europa e a raggiungere Washington (1940 – 1944), dopo essere scappato dal Belgio e da Parigi, sempre con al seguito la madre Zita e il resto della famiglia. I suoi cugini Massimiliano, duca di Hohenberg e il principe Ernesto di Hohenberg vennero arrestati a Vienna dalla Gestapo e inviati in un campo di concentramento sino alla fine della guerra. Quando Parigi si dimostrò insicura, la famiglia imperiale si recò in Portogallo con un visto speciale procuratogli da Aristides de Sousa Mendes, console portoghese a Bordeaux[3]. MatrimonioNel 1951 sposò a Nancy la principessa Regina di Sassonia-Meiningen[4] (nata a Würzburg il 6 gennaio 1925 e morta a Pöcking il 3 febbraio 2010) da cui ebbe sette figli. Ritorno in Austria e attività politicaOttone rinunciò alle pretese dinastiche e politiche nel 1961, rese effettive solo nel 1967 [5], al fine di poter rientrare in patria nel 1966[6]. In un'intervista del 2007, in occasione del suo 95º compleanno, Ottone ha commentato quel momento: «Fu una vera infamia, come vorrei non aver mai siglato quel documento! Dopo le rinunce mi chiesero di astenermi dalla politica, ma dopo aver provato l'oppio della politica è impossibile farne a meno.» Dopo la firma dell'atto la corte amministrativa austriaca il 24 maggio 1963 revocò il bando che vietava a Ottone di rientrare nel suo paese, ma solo nel 1966 Ottone ottenne il passaporto e il visto dal governo austriaco per il suo rientro.[8] Negli anni a seguire Ottone intraprese una più incisiva attività politica adoperandosi per un'Europa unificata come presidente dell'Unione Paneuropea Internazionale dal 1973 al 2004 e propugnando una federazione danubiana tra gli stati mitteleuropei[9]. Dal 1979 sino al 1999 partecipò come membro del partito bavarese cattolico (CSU) al Parlamento Europeo. Fu inoltre un membro della società di Mont Pelerin. Nell'ambito del suo impegno come parlamentare si adoperò fortemente per l'espansione dell'Unione Europea, in particolar modo impegnandosi per l'accettazione di Ungheria, Slovenia e Croazia entro i confini dell'Unione. Ottone è stato inoltre patrono del Three Faiths Forum, un gruppo pacifista del Regno Unito che persegue gli ideali di ascolto e collaborazione tra le tre maggiori religioni monoteiste del mondo: cristianesimo, giudaismo e islamismo[10]. Otto von Habsburg è stato uno dei primi[senza fonte] critici del presidente russo Putin. In un'intervista al quotidiano[11] nel 2002 e in due discorsi[12] nel 2003 e nel 2005, ha avvertito Putin come una "minaccia internazionale" di essere " crudele e oppressivo" e un "tecnocrate gelido".[13] I suoi ideali politici sono stati sostenuti dal Comitato Ottone d'Asburgo, con una sezione anche in Italia, che nel 2006 ha diffuso un testo biografico-politico dal titolo Ottone d'Asburgo: dall'Impero all'Europa. Ultimi anni e morteNel gennaio del 2007 Ottone rinunciò al suo status di Capo della Casata d'Asburgo affidandone il ruolo al figlio primogenito Carlo[14]. Dopo la rinuncia Ottone visse in ritiro a Villa Austria, presso il villaggio di Pöcking, nel circondario di Starnberg, non lontano dall'omonimo lago, in Baviera, Germania. Di fatto si dice che non si fosse mai rassegnato alla scomparsa dell'impero e che una volta, a chi gli parlava di una partita di calcio Austria-Ungheria, domandò: «Contro chi?»[15] È scomparso il 4 luglio 2011 nella sua abitazione in Baviera, all'età di quasi 99 anni e, come tutti i suoi antenati, è stato sepolto nella cripta dei Cappuccini[16], nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Vienna. Il rito funebre è stato officiato dall'arcivescovo di Vienna cardinal Christoph Schönborn il 16 luglio. Tra i partecipanti al lutto più importanti c'erano il Presidente federale austriaco Heinz Fischer, sua moglie Margit Fischer, il Re Carl XVI Gustavo di Svezia, sua moglie Silvia di Svezia, il Principe Henri di Lussemburgo, il Principe e Gran Maestro fra' Matthew Festing del Sovrano Ordine di Malta, Simeone II di Bulgaria, Michele I di Romania, il Principe Hans-Adam II del Lichtenstein, sua moglie Marie del Liechtenstein e l'Infanta Cristina di Spagna.[17] DiscendenzaOttone d'Asburgo-Lorena e la principessa Regina di Sassonia-Meiningen ebbero sette figli:
AscendenzaAscendenza patrilineareLa discendenza patrilineare di Otto d'Asburgo-Lorena, cioè la sua ascendenza di padre in figlio, si ricollega alla Casa d'Asburgo-Lorena, che rivestì il titolo imperiale del Sacro Romano Impero dal 1780, con l'ascesa al trono imperiale di Giuseppe II (in precedenza aveva solo il titolo di Re dei Romani) al 1809, e il titolo imperiale d'Austria dal 1809 al 1867 e il titolo imperiale d'Austria-Ungheria dal 1867 al 1918. Essa discende in linea maschile dai Duchi di Lorena, della Casa di Lorena-Vaudémont e di Ardennes-Metz; queste a sua volta discendono dalla Casa dei Girardi, conti di Parigi nell'VIII secolo. Tale discendenza è la più antica in Europa insieme con quella dei Guelfi di Baviera, poi re di Gran Bretagna. Di sotto viene riportata la discendenza dalla Casa d'Asburgo attraverso Maria Teresa d'Austria, la cui ascendenza patrilineare risale al V secolo.
La discendenza da Gerard de Bouzonville è provata dal lavoro pubblicato dal genealogista portoghese Luís Paulo Manuel de Meneses de Melo Vaz de São Paio. Una ricostruzione alternativa della genealogia maschile porta invece alla Casa degli Eticonidi, già antenati in linea maschile della Casa d'Asburgo, e questo spiegherebbe l'appellativo d'"Alsazia", dato a Gerardo di Lorena e ad Adalberto. TitolaturaUfficiale in Austria
Ufficiale in Croazia
Ufficiale in Germania
PretensioneOtto d'Asburgo dal 1922 fino al 1961, anno della rinuncia dei titoli di pretensione politica e dinastica a favore della Repubblica Austriaca, ha detenuto le seguenti titolature, in pretensione:
OnorificenzeOnorificenze asburgicheFormalmente cessati come ordini statuali, restano tuttavia vigenti come ordini dinastici, il Capo della Casa Imperiale e Reale d'Asburgo-Lorena assume d'ufficio il titolo di Gran Maestro: — già Gran Maestro, 1º aprile 1922 – 1º gennaio 2007; Cavaliere dal 1916-1922, e dal 2007[19]
— già Gran Maestro, 1º aprile 1922 – 1º gennaio 2007; Cavaliere di Gran Croce dal 2007[19]
— già Gran Maestro, 1º aprile 1922 – 1º gennaio 2007; Cavaliere di Gran Croce dal 2007[19]
Onorificenze straniereCroce d'Oro d'Onore del Capitolo di Lilienfeld (Bassa Austria)
— [19]
— 21 giugno 1976[19]
Grand'Ordine di merito della Provincia autonoma di Bolzano
— [19]
Membro dell'Ordine al Merito (Macedonia)
— [senza fonte]
Gran Commendatore della Legion d'Onore (GCLM, Rhodesia)
— fino ad aprile 1981 (ordine soppresso)[19]
Onorificenze di ex Case regnantiNote
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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