Piazza Statuto
Piazza Statuto è una delle piazze più importanti della parte occidentale del centro storico di Torino. Fu l'ultima delle grandi piazze del periodo risorgimentale della capitale sabauda, caratterizzata da eleganti palazzi, con ampi portici lungo il suo perimetro. Ha una forma allungata e da essa dipartono molte strade: via Luigi Cibrario, via San Donato, corso Francia, che in epoca romana era il tratto iniziale della strada per le Gallie, e via Garibaldi, antico decumanus maximus della colonia romana Julia Augusta Taurinorum, conosciuta un tempo anche come via Dora Grossa. Storia e descrizione![]() Nascita della PiazzaCon la costituzione del neonato Regno d'Italia nel 1861, il re Vittorio Emanuele II di Savoia diede autorizzazione al completamento del prestigio della città di Torino, ormai capitale del Regno, con l'inizio dei lavori previsti per l'ampliamento della zona di Porta Susa. I lavori furono affidati - e largamente sovvenzionati - dall'impresa londinese di costruzioni Italian Building Society Ltd., che, nel 1863, incominciò la costruzione dei palazzi che attualmente circondano la piazza, su progetto dell'architetto Giuseppe Bollati, che vi cercò d'imporre uno stile piuttosto neoclassico. L'intento fu quello di sfruttare il momento politico particolare, quando le difficoltà incontrate dal governo sabaudo nel togliere la città di Roma a papa Pio IX facevano presumere che la capitale del Regno sarebbe rimasta a Torino. Si sarebbero quindi rese necessarie molte abitazioni in più, destinate a militari, funzionari, personaggi politici, personale amministrativo. La capitale d'Italia fu invece trasferita a Firenze, una vicenda politica che sfociò nei sanguinosi tumulti torinesi del settembre 1864, i quali, oltre che provocare vittime nella più nota piazza San Carlo, vide come teatro delle proteste proprio la neonata piazza dello Statuto. Nell'ottobre 1864, Vittorio Emanuele II di Savoia delegò il cantiere dei lavori della piazza direttamente al Comune, che cercò di ultimare i palazzi nel 1865 secondo il progetto originale, per poi procedere a rivendere gli edifici all'asta. La piazza fu dedicata allo Statuto Albertino, la costituzione monarchica scritta dal suo predecessore, re Carlo Alberto di Savoia[2]. Palazzo ParaviaTra i palazzi storici del 1865 in vendita, vi fu quello al civico 18, all'angolo con corso Principe Eugenio, che fu rilevato da Innocenzo Vigliardi Paravia, erede dell'impero editoriale torinese, e dal quale prese il nome. Nell'immediato dopoguerra poi, il palazzo ospitò uffici e materiale didattico della nota casa editrice, in attesa del trasferimento degli uffici nel 1950 presso la nuova sede torinese di corso Racconigi 16. ![]() La piazza tra scienza ed esoterismoAl tempo degli antichi romani, tutta la parte occidentale dello stesso castrum del Quadrilatero Romano, oltre le mura della cosiddetta "Porta Segusina" (nei pressi dell'attuale piazza Savoia), veniva usata spesso come necropoli e, molto probabilmente, anche come luogo delle esecuzioni capitali, e da cui deriverebbe il nome del rione a ridosso della piazza (chiamato "Valdocco", nome che deriverebbe dal latino valle occisorum). La vicinanza al poco distante Rondò dla Forca poi, nome popolare del luogo delle esecuzioni capitali dal 1821-1835 fino al 1852 circa, alla confluenza di corso Valdocco con corso Regina Margherita, rafforzò la credenza che l'intera zona avesse qualcosa di opprimente e di malefico. La piazza, nel contesto delle leggende esoteriche sulla "Torino magica", divenne quindi nota come uno dei "vertici" del cosiddetto "triangolo della magia nera" (gli altri sarebbero Londra e San Francisco, mentre Piazza Castello (Torino) sarebbe il vertice del triangolo esoterico della magia bianca con Lione e Praga). Guglia BeccariaUn altro punto curioso inoltre, viene indicato da un piccolo obelisco con un astrolabio sulla sommità, situato nell'aiuola poco più a ovest rispetto allo stesso monumento del traforo ferroviario del Fréjus. In realtà, quest'obelisco fu eretto nel 1808 dall'artista Lorenzo Lombardi (1763-1841) per indicare un punto geodetico, in ricordo di un vecchio calcolo trigonometrico del 1760 sulla lunghezza di una porzione di meridiano terrestre (il Gradus Taurinensis), eseguito insieme con altri punti geografici: uno si trova nel vicino comune piemontese di Rivoli, dove c'è un obelisco esattamente gemello proprio al fondo di Corso Francia, altri due invece si trovano nelle più lontane località quali Andrate e Mondovì. L'obelisco fu eretto su un primitivo cippo roccioso dal quale celebre geofisico e matematico piemontese Giovanni Battista Beccaria fece i suoi calcoli, e viene anche chiamato "Guglia Beccaria"[3]). Il monumento al traforo del Fréjus![]() Al centro dei giardini della Piazza fu eretto un imponente monumento, dedicato alla realizzazione del traforo ferroviario del Frejus, un'opera infrastrutturale che, nel 1871, riuscì finalmente a collegare merci e passeggeri da Modane, in Francia, con la Valle di Susa, in Piemonte, passando sotto la Montagna del Fréjus. Tuttavia, nella tradizione popolare, a questo significato originario se ne sovrappose un altro, secondo cui il monumento celebrerebbe invece le sofferenze patite dai minatori dell'epoca per realizzare l'opera[4]. Altre interpretazioni, legate sempre alla magia nera, vedrebbero, nella statuetta del Genio alato, lo stesso Lucifero[5] Tranvia Torino-Rivoli e Porta SusaCon la nascita della vicinissima Stazione Ferroviaria di Porta Susa nel 1856, la parte occidentale della piazza fu interessata come scalo dei binari lungo la neonata linea ferroviaria per Chivasso-Novara-Milano.
A questa fu aggiunto, nel 1871, verso l'inizio di corso Francia, un edificio-stazione per il collegamento tranviario verso Rivoli. La torre BBPRSul lato ovest della piazza, all'imbocco di corso Francia, sorge l'edificio noto come Torre BBPR, unica testimonianza dell'architettura post-razionalista di scuola milanese della città. Commissionata dalla Reale Mutua Assicurazioni e costruita dall'impresa dell'ing. Luigi Raineri, è stata progettata nel 1959 dal noto Studio BBPR di Milano e inaugurata nel 1961. Sotto i portici della torre, un lapide ricorda la fucilazione di nove partigiani, avvenuta in data 12 ottobre 1944, a scopo di rappresaglia nazista dopo un attentato contro il ristorante dell'albergo "Tre Re", avvenuto il giorno precedente, in cui rimasero feriti alcuni soldati tedeschi[6] La piazza come luogo di contestazioneA partire dalla sua nascita, la piazza fu teatro dei tumulti del 1864 per il trasferimento della capitale d'Italia da Torino a Firenze. Da allora, la piazza fu utilizzata spesso per cortei e manifestazioni politiche e sociali varie. I grandi lavori infrastrutturali 1990-2016La parte occidentale della Piazza, nel periodo 1990-2016, fu interessata da imponenti lavori sotterranei, legati ai seguenti opere infrastrutturali:
Influenze culturali
Note
Bibliografia
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