Simeri Crichi
Sìmeri Crichi è un comune italiano di 4 727 abitanti[1] della provincia di Catanzaro, in Calabria. Sorge a est di Catanzaro, e si estende dai piedi della Sila sino alla costa ionica. Diede i natali all'importante monaco greco-calabro Bartolomeo di Simeri, fondatore del Pathirion di Rossano. Geografia fisicaCaratteristica di questo paese è quella di essere costituito da tre distinti agglomerati urbani, Simeri, a 299 metri s.l.m., Crichi, sede comunale, a 465 metri di altitudine, distanti tra loro circa 3,5 km e Simeri Mare. Il territorio è bagnato dal Mar Ionio con circa 3 km di ampia spiaggia compresi nei confini comunali ed è caratterizzato da un profilo altimetrico pianeggiante verso il mare e collinare nell'entroterra. Il territorio è attraversato ad est dal fiume Simeri ed a ovest dal fiume Alli. Origini del nomeIn origine, il nome del paese era Symari, termine greco derivante da uno dei due fiumi che delimita il confine territoriale, per l’appunto il fiume Simeri. A questo, nel tempo, venne aggiunto il termine Crichi, dal greco Krikos (anello) o dal latino Ocris, che invece significa “monte sassoso”. StoriaNel medioevo la cittadina prosperò sotto il governo bizantino, che fortificò il perimetro abitato. Nel 1541 il territorio di Simeri Crichi (e anche quello di Soveria Simeri) era di proprietà del duca Ignazio Barretta appartenente al Ducato di Simeri. Simeri appartenne poi ai Borgia fino al 1622. Dopo i Borgia, la terra passò ai Ravaschieri, già principi di Satriano. Il casale di Simeri fu poi dei De Fiore, dei Barreta Gonzaga e dei De Nobili, con Emanuele De Nobili che vi rimase fino al 1806, anno dell'eliminazione della feudalità. Simeri è il borgo più antico, d'origine medievale: in questa zona sono stati portati alla luce una serie di reperti della prima metà del ferro e del periodo magnogreco. Crichi, invece, fu fondato nella seconda metà del XVIII secolo, pare da un gruppo di contadini di Sellia. Per quanto riguarda Simeri i primi feudatari risultano i Falloc e poi i Ruffo. A loro seguirono i Centelles e poi, nel 1482, i d'Aragona d'Ayerbe che, conti dal 1519, mantennero la titolarità fino al 1580. La baronia, da quest'anno, passò attraverso diverse famiglie. Fu di Casa Borgia, poi dei Ravaschieri di Satriano, dei De Fiore (marchesi dal 1715), dei Barretta Gonzaga (con titolo di duchi dal 1749) ed infine, dei De Nobili di Catanzaro, ultimi feudatari. Danneggiato dal terremoto del 1783, Simeri fu riconosciuto comune con decreto del 4 maggio 1811 e gli furono attribuite le frazioni di Crichi e di Petrizia (quest'ultima gli fu tolta con il riordino amministrativo borbonico del 1816 e attualmente fa parte del comune di Sellia Marina). Con decreto del 16 settembre 1848 il comune fu riunito e la sede municipale spostata a Crichi. Monumenti e luoghi d'interesse
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[3] Timeline error. Could not store output files
ReligioneIl comune è suddiviso in tre comunità parrocchiali, collocate nelle zone principali del paese: la parrocchia San Nicola di Bari nel capoluogo del comune (Simeri Crichi); la parrocchia Santa Maria Assunta nella frazione di Simeri, la parrocchia Santa Maria di Acquaviva nella zona marittima di Simeri Mare. TurismoAllo stesso modo dei limitrofi comuni del litorale, il paese vive principalmente di turismo, visto il mare che la bagna. Nei mesi estivi, infatti, il paese si anima, ed arriva ad accogliere una popolazione fluttuante più che doppia rispetto ai residenti invernali, ravvivando l'ambiente urbano. Lungo la costa sono presenti noti e storici villaggi turistici che durante il periodo estivo contribuiscono ad elevare il numero dei visitatori. Infrastrutture e trasportiIl comune è attraversato dalla Strada statale 106 Jonica e dalle strade provinciali 13, 14 e 16. Amministrazione
NoteMarcello Giovene, storico e scrittore. Per un trentennio ebbe l'incarico di Giudice Conciliatore nel comune di Simeri Crichi.
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