Ulassai
Ulassai (Ulassa in sardo) è un comune italiano di 1 361 abitanti[1] della provincia di Nuoro in Sardegna. Geografia fisicaTerritorioUlassai è situata nel cuore della sub regione barbaricina dell'Ogliastra, con i suoi 775 metri sul livello del mare è il paese più alto dell'Ogliastra. Il suo territorio comunale si estende per 122 km², dal paese fino al confine con la Barbagia di Seùlo e a sud in un piccolo lembo con la Provincia di Cagliari. Il centro abitato appare incassato fra il grande complesso del Tacco di Ulassai a nord e l'imponente Monte Tisiddu a sud: alle pendici del Tacco di Ulassai vi si trova un complesso sistema di grotte, la più famosa delle quali, la Grotta di Su Marmuri con i suoi 1000 metri di lunghezza e le sue concrezioni interne, è la principale meta turistica dell'intera Vallata del Pardu; da queste grotte in periodi di intensa piovosità fuoriescono da un versante più a valle le imponenti Cascate di Lecorci. Nelle foreste sempreverdi dei Tacchi vive una ricca fauna, protetta dalla recente istituzione dell'Oasi faunistica di Girisai. A sud, il paese è dominato dagli altissimi dirupi del Monte Tisiddu e della sua cima più alta, il Bruncu Matzeu, dalla cui cima, a 957 metri di altezza, nei giorni di bel tempo si può vedere il Massiccio del Gennargentu. A est, la valle del Rio Pardu è coltivata a uliveti; a ovest, una strada segue il lato sud del Tacco di Ulassai, proseguendo ai piedi del grande Tacco di Su Àccara, con la sua punta "Seccu" di 1.000 metri, la più alta del territorio comunale, giungendo in località Santa Barbara, ove sorge una chiesa campestre del 1600, e le loggette ai fianchi "is cumbessias", località conosciuta soprattutto per le grandi cascate di Lequarci che durante la stagione delle piogge riversano a valle le acque dell'intero Taccu soprastante. Il territorio comunale poi si snoda verso sud, attraversando diverse vallate, tra le quali quella del Flumineddu e del Rio Su Luda, popolato da numerosi pastori ulassesi, in un'area dominato dal cisto e dai numerosi campi arati per i pascoli, si scorge Monte Codi che in inverno sono frequenti abbondanti nevicate, talvolta interrotto dai rimboschimenti di pini nelle quote più elevate; la lunga fascia in comune di Ulassai si interpone poi fra i comuni di Jerzu e di Perdasdefogu, allargandosi infine nello sconfinato e disabitato altopiano di Quirra. Nel territorio è presente una diga molto grande che prende il nome dall'omonimo fiume di Flumineddu. Origini del nomeIl primo documento del paese risale al 1217 dove il paese stesso veniva chiamato Ulazzai, un centinaio di anni dopo si chiamava Ulusai e poi Ulassa. L'origine del nome secondo alcuni studiosi antichi tra i quali lo Spanu ritengono che derivi dal fenicio alaz che significa luogo caldo, secondo altri dal latino gula-assa cioè gola tra le rocce. StoriaSono ancora presenti nel vasto territorio comunale diversi insediamenti nuragici alcuni distrutti altri ancora in buono stato, come il caso dei nuraghi di S'Ulimu, Seddurrulu, e le tombe dei giganti di Bau 'e Tuvulu. Nel territorio poi è compreso un abitato di origine nuragica ormai distrutto, "Lessei", sino al 1350 ancora abitato, infatti è registrato che nel 1328 pagava i diritti feudali alla Barbagia di Seùlo. Durante il periodo medievale Ulassai faceva parte del giudicato di Calari, nella curatoria dell'Ogliastra, in un secondo momento con la tripartizione del giudicato, siamo nel 1258, il paese divenne parte del giudicato di Gallura. Dopo 30 anni divenne un possedimento della repubblica di Pisa. Nel 1325 passò agli aragonesi che loro stessi concessero insieme con tutti i paesi ogliastrini attuali al conte Berengario Carroz di Quirra. In questo momento delicato della storia sarda a causa di una violenta guerra civile tra gli arborensi e il regno di Sardegna Ulassai passò per un certo periodo al giudicato di Arborea. Tornò ai Carroz nel 1502, e dopo circa 80 anni da quella data i Sindaci dell'Ogliastra, riuniti in parlamento a Tortolì chiesero l'intervento dei suddetti Conti per colmare gli scontri violentissimi tra pastori ulassesi ed esterzilesi per le terre di Pauli, i Conti restituirono i salti agli ulassesi ma gli scontri si ripeterono sino alla fine dell'Ottocento, provocando centinaia di vittime. L'ultima erede Violante concesse il villaggio ai Centelles che nel 1604 divennero marchesi di Quirra. Nel 1674 la famiglia Centelles si estinse e Quirra passò ai Borgia. Nel 1726 passò ai Català, ed infine agli Osorio fino al 1839, quando venne riscattato come dipartimento d'Ogliastra insieme ad altri venti paesi, per divenire un Comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. La storia di Ulassai nonostante tutti i vari passaggi è stata una semplice storia di pastori, il paese sino alla fine dell'Ottocento non era collegato da nessuna strada verso l'esterno della zona d'Ogliastra, solo nel 1893 attraverso il tracciato ferroviario si poteva avere collegamenti con Cagliari. Per via dell'isolamento la storia del paese e di quelli limitrofi è stata caratterizzata quasi esclusivamente da fenomeni di banditismo. Tracce di documentazione significativa della storia del paese sono presenti negli studi di autorevoli studiosi, esploratori, come il Max Leopold Wagner, Giovanni Spano, Vittorio Angius Casalis, Alberto La Marmora. Banditismo a UlassaiTra l'Ottocento e la prima metà del Novecento il paese fu interessato da fenomeni di banditismo, per cui si ricordano:
SimboliLo stemma e il gonfalone del comune di Ulassai sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 marzo 2014.[4] «Stemma inquartato: il primo, di argento, alla croce diminuita, di rosso, accantonata da quattro teste di moro, di nero, bendate di argento; il secondo, di azzurro, al massiccio roccioso del Tisiddu, d'argento, uscente dai fianchi, caricato dalla capra di nero; massiccio roccioso e capra, sostenuti dalla linea di partizione; il terzo: troncato: a) di cielo, all'ombra di sole, uscente dalla troncatura, d'oro; b) di azzurro, mareggiato di argento; il quarto, di rosso, alla croce diminuita, d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.» Il gonfalone è un drappo tagliato di azzurro e di bianco. Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Complesso bizantino di Santa BarbaraQuesta chiesa campestre è ubicata a circa 7 km da Ulassai, intorno alla chiesa troviamo una sorta di portico edificato in tarda epoca romana, "Is Cumbessias" che servivano da alloggi per i pastori e le persone venute del paese per partecipare alle festività che duravano una settimana circa. Nella parte più a sud del complesso è ancora presente l'antico recinto murario dove venivano munte le pecore e le capre della santa, si chiama ancora oggi "sa Corte 'e sa Santa" Architetture civili
FontaneLe fontane sono state di fondamentale importanza nel paese, è proprio da esse che è nato il paese stesso. Nel centro abitato se ne contano diverse: la più importante è sa "Funtana 'e s'era" fontana dell'edera, conosciuta anche come "Funtana 'e susu", sorge in una parete del lavatoio comunale, divenuta fulcro dell'intero impianto compositivo dell'opera di Luigi Veronesi., "Fontana della Sorgente". Al ricordo d'uomo e di tante generazioni, tale fontana è perenne, non si è mai seccata, anticamente era importante per la suddivisione dell'irrigazione degl'orti di Comidalecca, is Molinusu 'e Surderas. Di rilievo c'è sa "Funtana 'e Coccori", utilizzata maggiormente nei tempi passati come abbeveratoio di mucche e cavalli, abbellita ultimamente dall'opera scultorea in omaggio allo scautismo. Importante è anche sa "Funtana 'e serì", la cui acqua era usata anticamente per la panificazione. Dentro l'abitato vero e proprio c'è sa Funtana 'e Aledda, la quale è presente in diverse scene di alcuni film e documentari regionali. Sopra il vicinato di Bidda 'e meri c'è Funtana e Marcu. Le fontane scomparse dentro l'abitato sono: Funtana 'e Ferreli e Funtana 'e su Laueru. Siti archeologici
Aree naturali
SocietàLongevitàUlassai fa parte insieme con gli altri centri dell'Ogliastra montana della cosiddetta Zona blu internazionale. Evoluzione demograficaAbitanti censiti[5] Lingue e dialettiA Ulassai si parla l'Ogliastrino, o meglio definito come Barbaricino orientale, essendo un paese molto conservativo ha diversi termini e modi di dire, che sono riscontrabili solo all'interno della parlata del paese stesso. l'Ogliastrino viene individuata come lingua che affonda le origini al campidanese arcaico, ma essendo l'Ogliastra una Barbagia, conserva anche diverse etimologie barbaricine. Tradizioni e folcloreQuestua de "is Animas"Anche a Ulassai il giorno di Ognissanti si svolgono le celebrazioni che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d'oltreoceano. La mattina del primo di novembre i bambini bussano di porta in porta con il classico sacco di stoffa nelle spalle chiedendo doni e dolci per "is Animas". Ai bambini viene donato il pane o i dolci preparati in casa come le pabassinas a cui vengono aggiunti poi altri doni come le melagrane, le castagne, la frutta secca e dolci commerciali. Un tempo era tradizione anche preparare le "Concar de mortu" (le teste dei morti), ovvero zucche intagliate a forma di teschio, illuminate da una candela. Come tradizione era l'unica occasione dell'anno nella quale si preparavano i tipici "culurgionis". Anticamente, oltre alla questua de "is animas" erano presenti altre questue denominate: "is Istrinas" per Natale, "su Maideu" per il primo dell'anno e "su Maimulu" per Carnevale. Il carnevale (su Maimulu)Sino a ora, uno dei più autentici carnevali ogliastrini con le maschere tipiche, si trova a Ulassai, ha inizio la notte di San Sebastiano e termina il martedì grasso. Il carnevale viene denominato "su Maimulu" che è anche la maschera tipica più rappresentativa. Costituita da una grossa pelle e diversi campanacci sulla schiena è seguita dalle altre maschere quali: sa Ingrastula, sa Martinicca, il fantoccio "su Martisberri", s'ursu e un numeroso gruppo di Assogadoris. In questi giorni le maschere escono per questuare nelle case. Termina il giorno di martedì grasso "Martisberri" con la condanna del fantoccio e la sua aspersione nel grande fuoco. Le dinamiche del carnevale in questione erano fortemente sentite e praticate sino agli anni quaranta, successivamente rimasero in uso solo figure come sa Ingrastula, l'utilizzo dell'asinello da trasporto, e in alcune annate, gli uomini provvisti di lazzi is Assogadoris. Su Ballu 'e UlassaSu ballu 'e Ulassa (ballo di Ulassai) si fonda sui ritmi del ballo ogliastrino, è costituito sostanzialmente da tre tempi diversi detti: Picchiadasa "su primu pè, su de dus peisi, e sa serrada", i primi due sono uguali, il terzo scandisce la chiusura, l'unione di questi tre tempi forma la cosiddetta "noda". Su Ballu Ulassa ha come base il componimento del passu trese, il ballerino parte nel primo tempo con il piede sinistro, inserendo dei passi intermedi che portano un'evoluzione al ballo stesso chiamata (passu sesi). Nel ballo si procede avanti nel primo tempo, si punta nel secondo e si retrocede nel terzo, e poi si ricomincia. Tale ballo viene esibito sia in coppia con la donna che tra uomini, può essere serio ma anche molto ritmato. CulturaIl Paese da sempre ha dato molta importanza allo studio, buona parte delle famiglie del paese vantano un elevato numero di laureati[senza fonte] inoltre Ulassai ha dato i natali a diversi personaggi illustri di importanza Nazionale ed Internazionale e già da tempo ha creato diversi siti d'interesse riconosciuti a livello Nazionale. IstruzioneMusei
Museo a cielo aperto di UlassaiIl Museo a cielo aperto nasce dopo l'importante operazione sul territorio detta anche Opera Comunitaria di Legarsi alla Montagna di Maria Lai nel 1981. ArteImportanti performance artistiche tenutesi a Ulassai
CucinaPer quanto riguarda la panificazione, ci sono diversi tipi di pane, il paese custodisce i segreti del "pane pintau" o "pane 'e coia", il cosiddetto pane bianco per i matrimoni, dalle arcaiche forme come "s'appintau a mossiu", "su caboniscu" ecc. Su "pane 'e gida" il pane della settimana, che consumano tuttora i pastori quando sono in campagna, e anche la gente comune, da cui si ricava su "pane incasau" e su "pane frittu", mentre "su pane 'e inu cottu", detto anche "panini cottu" unico e particolare è realizzato più come un dolce per occasioni di festa e di matrimoni; seguono gli altri più comuni come "su civargiu" o "moddissosu" e su pistocu a sfoglie rettangolari. In ogni casa del paese c'è il forno a legna e da esso si sfornano anche i dolci tipici quali: is pabassinasa, is pardulasa, di importazione is amarettusu e su gattò "gatheau". Ottimi sono i vini Cannonau della Valle del Pardu sottostante e della zona di Pauli e Gertassu, i quali servono soprattutto per la Cantina Sociale di Jerzu, il miele amaro di corbezzolo, e l'olio d'oliva. Diversi pastori ancora oggi producono il loro formaggio pecorino soprattutto di capra, producono "su cagliu", su "casu agedu" e su "fiscidu" o "casu 'e merca". Tipici del paese, ma anche dell'intera zona ogliastrina sono i culurgiones a "ispighitta", di menta e patata, e quelli di forma quadrata "culurgiones a tenda", si cucinano in diversi modi, sia al sugo che in bianco con un po' di olio d'oliva e formaggio grattugiato, oppure fatti all'antica, cioè cotti nella cenere del camino, bagnati da un po' di olio d'oliva "ogliu ermanu", e degustati senza piatto e forchetta, poi seguono "ir marracconir de ungula", "sa coccoi prena" di patate e menta, e "sa coccoi e corcoriga" tipiche della zona ogliastrina. I formaggi sono rinomati e sono prevalentemente di capra e pecora, e dei latticini si produce su Casu agedu e da questo su Fiscidu. Gli arrosti sono allo spiedo, di capra, di pecora, di manzo e infine di maialetto "pessa 'e coppiu", con l'arcaica tecnica de "su furria furria". IL paese è molto apprezzato anche per la produzione del prosciutti e salami casarecci, e per un particolare tipo di acquavite " s'Imbestussu" o "Abbardente cun meli". Anticamente come i paesi vicini della Valle del Pardu si produceva il Pane di ghiande, Pani e landi, usato sino agli inizi del Novecento e poi lentamente abbandonato per il pane odierno. EventiFesta in onore di Santa BarbaraLa festa campestre cade la 3ª domenica di maggio. Santa Barbara è la festa più sentita dagli ulassesi. StoriaIntorno al 1600 si è avviata una fase di indipendenza degli obrieri, questa loro indipendenza è stata agevolata dalla formazione di una vera e propria associazione, con tanto di statuto. Tale associazione prese il nome di Opera Santa Barbara. L'Opera in quei tempi fungeva da banca di credito, infatti disponeva di ingenti quantità di denaro e ingenti quantità materiali tale grano, bestiame, terreni ecc. Il compito dell'Opera era quello di prestare alle persone del paese una porzione dei suoi beni per poi essere restituiti negli anni a seguire ad un bassissimo tasso di interesse (5 mousu de trigu po 60 chi pigada) ogni singolo "prestito" veniva registrato nei rispettivi registri che sono ancora integri e conservati gelosamente dai comitati biennali dell'Opera. Fino al 1881, presso la chiesa di Santa Barbara, si svolgevano due feste: quella della Beata Vergine delle Grazie che si svolgeva la terza domenica di maggio, e quella di Santa Barbara l'11 di agosto. Ma con l'andare del tempo, due feste dovettero sembrare troppo dispendiose. Si decise allora (nel 1882) di fare di due feste una, conservando quella di maggio, evidentemente la più frequentata, ma trasferendo in essa il culto di Santa Barbara (in quanto santa taumaturgica). In epoca moderna le festività durano dal venerdì della terza settimana di maggio fino alla domenica che segue. Il venerdì oltre ai balli in piazza si ha una gara poetica in sardo. Il sabato dopo la SS. Messa segue la processione per le vie del paese, accompagnata dalle launeddas e dai gruppi folk, poi si parte con il Santo Simulacro per Santa Barbara, verso sera si procede con la degustazione dei prodotti tipici e della carne arrosto; durante la serata si esibiscono i gruppi folk in piazza e il gruppo musicale. La domenica Santa Messa a Santa Barbara, pranzo al sacco all'interno de "is cumbessias", seguono i balli in piazza e giochi per bambini. Il rientro ad UlassaiAnticamente le famiglie erano solite fermarsi a metà strada per ballare e riposarsi dal viaggio nella località "su Monte 'e is Baddadoris". In epoca moderna la festa si conclude con gli effetti pirotecnici dei fuochi d'artificio. Poiché il paese giace a ridosso delle imponenti e vertiginose pareti calcaree dei tacchi, i fuochi in onore della santa restituiscono stupore, meraviglia e rimbombi unici che non possono riproporsi in altri luoghi vicini. A partire dall'anno 2008 i fuochi in onore a Santa Barbara sono diventati un'attrattiva peculiare e decisiva per il paese di Ulassai. Altre festività ed eventi
Geografia antropicaRioni del paese
EconomiaPastorizia, Agricoltura e ApicolturaLa maggior fonte di sostentamento ad Ulassai in passato era la pastorizia, il paese era abitato prevalentemente da pastori o allevatori di capre, pecore, vacche e cavalli. Si è arrivati ad avere ben oltre 35000 capi di bestiame. I pastori nei periodi invernali effettuavano la transumanza, "tramuda" verso i paesi del Campidano, alle volte anche in estate "a sa stula 'e fai" in "lampadas" cioè al maggese delle fave a giugno, e " a sa stula 'e trigu" e al maggese del grano in "orgiolasa" cioè il luglio. Oggi Ulassai gode di una trentina di aziende agropastorali di buon livello. Oltre alla pastorizia è molto radicata anche l'agricoltura: in passato si vantavano, intorno agli anni quaranta, ben 450 giuoghi di buoi, oggi si trovano sparse diverse vigne, e diversi olivari. L'apicoltura come la pastorizia e l'agricoltura è sempre stata una fonte di reddito per gli ulassesi e oggi sono presenti nel territorio diverse aziende che trattano il prodotto delle api. ArtigianatoIl paese di Ulassai è un paese molto tradizionale, è molto conosciuto e apprezzato per il lavoro antichissimo del telaio orizzontale, tra i pochi in Ogliastra. Tante donne del paese ancora oggi custodiscono i telai in casa, anticamente si lavorava con una tecnica chiamata "a preale", oggi soprattutto con quella a "pibionis" più semplice e meno vincolata nelle forme e nelle dimensioni, la tradizione è stata migliorata e valorizzata dal momento in cui diverse donne del paese, intorno agli anni settanta, si sono riunite in una cooperativa di tessitrici, e fondendo tradizione con arte locale hanno favorito il commercio dei prodotti tipici del paese.[6] Molto apprezzata è anche la lavorazione delle bisacce "taschittas", dei "Taglieris" e delle "Stiariccas" di alcuni artigiani del paese. IndustriaDi rilievo ci sono diverse attività nel territorio connesse alla tecnologia in stretto contatto con l'ambiente e la cultura locale come la postazione radar Monte Codi, l'imponente parco eolico di Larensu, gestito dal gruppo Saras e dalla Sardeolica. La postazione radar nasce alla metà degli anni sessanta ed è in stretto collegamento con il Poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra di Perdasdefogu, l'energia eolica ha dato 40 posti di lavoro, ha migliorato il territorio agropastorale con l'apertura di nuove strade e l'aratura nelle diverse aree, paga come affitto annuale al Comune di Ulassai oltre 1 milione e mezzo di Euro, la potenza massima erogata è pari a 96 MW. Il Parco è costituito di 48 aerogeneratori al 2018. Natura e turismoDal punto di vista naturalistico, nel paese sono presenti sin dal 1974 i cantieri forestali, dove lavorano circa 125 famiglie ulassesi. I cantieri sono due e si suddividono in quello di Taccu e in quello di Semida-Frasara. L'oasi faunistica nasce, invece, nel 2005 all'interno di uno di questi, grazie ai cacciatori di Ulassai ed è gestita dalla Provincia di Nuoro. È situata nel cuore della foresta sempreverde del Taccu di Ulassai, vanta di una superficie di circa 1200 ettari e permette la tutela di numerosi mufloni e cervi[7]. Da alcuni anni il paese sta puntando sul turismo attraverso una buona, ma ancora giovane, rete di alberghi e bed and breakfast, percorsi di arrampicata, trekking e bicicletta elettrica. Infrastrutture e trasportiAmministrazione
GemellaggiSportCalcioIl campo sportivo ulassese si chiama "Gedili", uno degli impianti sportivi più alti d'Ogliastra assieme a quelli di Seui ed Arzana. Ulassai ha diverse associazioni calcistiche nelle diverse categorie:
MotocrossIl motocross ed enduro ulassese nasce nel 2014, le montagne impervie dei Tacchi soprastanti il paese, consentono un luogo ideale per praticare questo tipo di sport, attraverso questo e la recente associazione anche Ulassai è diventata tappa per tutti gli appassionati con la Motocavalcata dei Tacchi.
Free climbing e HighlineIl paese di Ulassai possiede un vero e proprio tesoro rappresentato dalle pareti di roccia che circondano i Tacchi. Esse infatti sono meta ambita dei free climbers provenienti sia dal resto d'Italia che dall'estero. Uno dei più importanti free climbers venuto a chiodare le montagne ulassesi è Maurizio Zanolla. La prima via di arrampiacata sportiva a Ulassai nasce in occasione di Legarsi alla montagna nel 1981. Sulle pareti, che raggiungono i 100 m di altezza, si contano centinaia di vie di arrampicata sportiva[15] attrezzate da importanti scalatori nazionali. Alcune vie chiodate hanno preso il nome di opere significative dell'artista Maria Lai. Sui Tacchi ulassesi, data la quota delle pareti sul livello del mare, è possibile la presenza degli scalatori sin dall'inizio della primavera ad autunno inoltrato, dal 2015 inoltre sul settore del Gola di Sa Tappara, sono state inserite le prime vie di Highline, con lunghezza pari a 40 metri, posizionate ad un'altezza che varia tra gli 85 e i 40 metri dal suolo, per il momento uniche in Sardegna. Bike EnduroDal 2016 dopo il successo delle arrampicate sportive nasce a Ulassai l'interesse per il Bike Enduro, e nel 2018 si contano nel territorio diversi km di tracciato per professionisti, tanto da attirare l'attenzione di grandi nomi del settore come Lorenzo Suding. Ogni anno insieme all'arrampicata si fa un Festival per promuovere il settore. Sport antichiGli sport antichi del paese di Ulassai erano s'Istrumpa, e sa Murra, il primo è poco praticato al giorno d'oggi, mentre il secondo è ancora forte e vivo soprattutto nei giovani. Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|