Les Ansermin, Arliod, Le Berioz, Chez-les-Bovet, Cheillon, Chez-Cailleur, Chez-les-Chuc, Le Chosod, La Cleyvaz, Le Cumet, La Fabrique, Frissonnière-dessous, Frissonnière-dessus, La Fusinaz, La Forge, Les Gontés, Lavod, La Moulaz, Le Moulin, Plan-Coudrey, La Poste, Les Prailles (sede comunale), Semon, Souverou, Toules-dessous, Toules-dessus, La Ville[1]
In inverno le temperature sono particolarmente rigide. La Valpelline è conosciuta localmente come Combe Froide (in francese) o Coumba fréda (in patois), cioè "valle fredda".
Storia
La baronia di Quart, Valpelline e Oyace fu tra le più importanti del Ducato di Savoia: apparteneva ai potenti signori De Porta Sancti Ursi (in francese, de la Porte Saint-Ours).[7]
In epoca fascista il toponimo fu cambiato in Valpellina (già in uso in alcune cartine di inizio secolo) e rimase in uso dal 1939[8] al 1946[5].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Giunta regionale del 10 gennaio 2000.[9]
«Semipartito troncato: il 1º d'argento, alla porta di città, a un fornice trifogliato, sostenente una ghimberga cimata da un giglio e affiancata da due torri quadrate, merlate alla guelfa di tre pezzi visibili, il tutto di rosso; all'orso passante sotto la porta di nero; il 2º di rosso, alla torre rotonda d'argento, merlata alla guelfa di tre pezzi visibili, aperta e finestrata di un pezzo del campo; il 3º d'oro, al sole di rosso. Ornamenti esteriori da Comune. Nastro portante i colori dello Stato e della Regione.»
L'orso passante sotto la porta di città, stilizzazione della Porta Prætoria di Aosta, è il blasone dei nobili de la Porte Saint-Ours (De Porta Sancti Ursi in latino volgare)[10], divenuti alla fine del XII secolo signori di Quart e di tutta la valle del Buthier. La torre è tratta dallo stemma della famiglia Ansermin. Il sole rosso in campo d'oro è lo stemma dei nobili Des Prés (de Pratis, de la Tour-des-Prés)[10], documentati a Valpelline alla fine del XIII secolo.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e d'argento.
Monumenti e luoghi d'interesse
A nord della chiesa parrocchiale si trovano la casaforte La Tour de Valpelline, di origine medievale ma oggi di aspetto settecentesco, e la Tornalla, un edificio caratterizzato da una torre circolare contenente una scala a chiocciola, di recente interessata da un restauro "sciagurato", secondo André Zanotto[11].
Vicino alle scuole è presente La prebenda, abitazione del prebendario risalente al 1744.[12]
Poco distante dal paese si notano i resti della fonderia di Valpelline, che tra Settecento e Ottocento lavorava il minerale proveniente dalla miniera di rame della vallata, di proprietà dei Perrone di San Martino, così come poi fece la fonderia nei pressi del Castello di Quart. Archeologia industriale è ridotta a rudere, la fonderia non è ancora stata recuperata[13].
Passeggiando lungo il ru Pompillard, canale irriguo risalente al 1409 e non ancora valorizzato turisticamente, si possono ancora incontrare tratti scalpellati nella roccia risalenti all'epoca medievale.[14]
Il lago di Arpisson, ai piedi della Becca di Viou, si trova nel Vallone di Foillou.
La Sagra della seupa à la vapelenentse, la seconda metà di luglio[16], che celebra il piatto tipico di Valpelline a cui è stato riconosciuto il marchio De.C.O nel 2007.[17]
La Féa de Vapeleunna (che significa "fiera di Valpelline" in patois valpellinois), a ottobre, tradizionale fiera del bestiame.
Carnevale della "Combe Froide"
A carnevale è di grande interesse la sfilata delle landzette, le maschere tradizionali della Combe Froide ispirate alla divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Per esorcizzare questo evento, la popolazione della Combe Froide, della zona della Valpelline e della Valle del Gran San Bernardo ha elaborato nei secoli una coloratissima parodia delle divise militari dell'epoca. Il giorno del carnevale tutti i comuni delle due vallate vengono percorsi in maniera estremamente chiassosa e festosa[18].
A Valpelline ha sede l'ASD Volley Grand Combin, società nata nel 2007. La sua formazione femminile ha ottenuto al termine della stagione 2023/24 la prima promozione in Serie D. Gioca le partite casalinghe presso la palestra del centro Sportivo di Gignod, a Variney.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.
Bibliografia
Mario Aldrovandi, Guida delle valli del Gran San Bernardo, Valpelline e di Ollomont , 2. ed., Torino: SPE, 197?
Luigi Bois, Alla scoperta della Valpelline e della Valle di Ollomont, Ivrea: Priuli & Verlucca, 1995
Felice Aguettaz et al., Valpelline: un pays, une communauté: mélanges, Aosta: Tipografia valdostana, 2008
Joseph-Marie Henry, Guide du Valpelline: Valpelline, Ollomont, Oyace, Bionaz, Prarayé, 2e éd., Aoste: Société editrice valdôtaine, 1925; ristampa Quart: Musumeci, 1986
Joseph-Marie Henry, La paroisse de Valpelline, Aoste: Imprimerie catholique, 1912
Joseph-Marie Henry, Valpelline en 1500, Ivrea: Viassone, 1921
Joseph-Marie Henry, Reconnaissances et inféodations dans le Valpelline (seigneurie de Quart) en 1500, Aoste: Imprimerie catholique, 1938
Valpelline ieri: fotografie costruzione impianto, Aosta: Tipografia valdostana, 2006
Agnese Ansermin et al., La Valpelline: storia, natura, itinerari, Torino: Kosmos, 1992
Marco Blatto, Luca Zavatta, Valpelline, Saint-Barthélemy: trekking, Rimini: L'escursionista, 2009
Manfredo Vanni, Il ghiacciaio di Tsa-de-Tsan in Valpelline, Torino: Villarboito, 1939
Bernard Marnette, La Valpelline et ses explorateurs anglo-saxon, in Cimes, fascicolo 2012, pp. 145–158
Giuseppe Nangeroni, Valle Gran S. Bernardo, Valpelline, Valtournanche, Val Gressoney, Val Chiusella, in Lo spopolamento montano in Italia : indagine geografico-economico-agraria, volume 1, Milano: Trèves, 1932, pp. 319–371
Luca Zavatta, Gran San Bernardo, Valpelline e conca del Fallère, Rimini: L'escursionista, 2004
Daria Pulz, Marie-Rose Colliard, La Valpelline e la diga di Place-Moulin: storie al plurale per un luogo singolare, Aosta: Le château, 2011
William Augustus Brevoort Coolidge, Histoire topographique de la Haute Valpelline entre 1820 et 1862, in Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 8, 1912, pp. 17–23
Bernard Marnette, A propos du passage d'Edward Whymper en Valpelline, in Ardennes & Alpes, fascicolo 175, 1° trim. 2013, pp. 14–19
Edoardo Brunod, Luigi Garino, Cintura sud orientale della città, Valli di Cogne, del Gran San Bernardo e Valpelline, Aosta: Musumeci, 1993
Roberto Nicco, Note sui Bic e la metallurgia nella Bassa Valle d'Aosta; La questione dell'inquinamento atmosferico in Valpelline nel 1813; La metallurgia valdostana nella "Memoria" dell'ing. Ottavio Coletti (1857); Progetti per le miniere della Valpelline; Mappe e disegni sull'industrializzazione in Valle d'Aosta, Aosta: Istituto storico della Resistenza in Valle d'Aosta; Quart: Musumeci, 1989
René Willien, Vieille vallée: vecchie immagini della Valle d'Aosta. Aosta, Grand Saint-Bernard, Valpelline, Ollomont, 3, Ivrea: Priuli & Verlucca, 1977
C.-F. Cerriana, La première Société mutuelle contre les dommages de la mortalité du bétail dans la Vallée d'Aoste: mutuelle du bétail à Valpelline, Aoste: Imprimerie Joseph Marguerettaz, 1914
Compagnie des guides Valpelline, Ritratti di guide della Valpelline, da un'idea di Pietro Giglio, 2010
Due valli, due vie: percorsi alla riscoperta della Valle del Gran San Bernardo e della Valpelline, di Giancarlo Baudena, a cura della Comunità montana Grand Combin, 2000