Şemsi Pascià
Sultanzade Şemsi Ahmed Pascià, meglio noto solo come Şemsi Pascià (turco ottomano: شمسي أحمد پاشا) (Bolu, ... – Costantinopoli, 5 marzo 1580), è stato un nobile ottomano e beilerbei, che occupava diversi incarichi di alto rango, servendo in varie fasi come governatore generale ottomano delle pascialati di Damasco, Anatolia e Rumelia[1][2]. AscendenzaNato a Bolu,[1][2] nell'eyalet ottomano di Anatolia, Şemsi Pascià era il figlio di Mirza Mehmed Pascià, della dinastia principesca dei Candaroğulları[1][2][3] che regnò nel principato di Eflani, Kastamonu e Sinope, e un discendente di Şemseddin Yaman Candar Bey,[2][3] l'omonimo fondatore e primo bey della dinastia. Suo nonno paterno era Kyzyl Ahmed Bey, figlio di Ibrahim II di Candar e di una consorte ignota. Ibrahim in seguito sposò Selçuk Hatun, figlia del sultano Mehmed I[1][2][3][4]. Sua madre era Şahnisa Sultan della dinastia imperiale ottomana,[1][2][5] figlia minore di Şehzade Abdullah, figlio del sultano ottomano Bayezid II,[1][2][5] facendo di Şemsi Pascià il pronipote del sultano Mehmed il Conquistatore. VitaCresciuto nella residenza imperiale dell'epoca, il Palazzo di Topkapı, Şemsi Pascià frequentò la prestigiosa scuola ottomana di Enderûn[6] e, nella tradizione della sua famiglia, partecipò a varie campagne militari ottomane, in particolare all'Assedio di Szigetvár nel 1566 insieme a Solimano il Magnifico nella sua qualità di Beilerbei di Rumelia, oltre alla conquista di diverse fortezze in tutta Europa.[5] Durante il regno di Solimano I, Şemsi Pascià prestò servizio come beilerbei.[7] Ampiamente noto come cacciatore di distinzione, Şemsi Pascià fu nominato compagno di caccia del sultano Murad III.[5] Dopo il suo servizio, ha incaricato il preminente architetto imperiale ottomano Sinān del compito di costruire una moschea e un complesso adiacente vicino alla sua sede principale, il Palazzo di Şemsi Pascià sulla costa del Bosforo a Costantinopoli. La Moschea di Şemsi Pascià è una delle più piccole moschee delle opere di Sinān in città, ma è una delle più famose grazie alla combinazione delle sue dimensioni in miniatura e della posizione sul lungomare. È menzionata come un esempio principale dell'abilità di Sinān nel fondere organicamente l'architettura con il paesaggio naturale.[8] DiscendenzaŞemsi Pascià aveva una figlia e due figli:[1]
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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