Aleksandr Vinokurov
Aleksandr Nikolaevič Vinokurov (trasl. francese: Alexandre Vinokourov, in russo Александр Николаевич Винокуров?; Petropavl, 16 settembre 1973) è un dirigente sportivo ed ex ciclista su strada kazako. È il più celebre e vittorioso ciclista nella storia del suo paese,[2] nonché, insieme al fondista Vladimir Smirnov, uno dei più grandi sportivi kazaki di sempre.[3] Professionista dal 1998 al 2012, si è aggiudicato una Vuelta a España, un Giro di Svizzera, due Parigi-Nizza, due Liegi-Bastogne-Liegi e un'Amstel Gold Race, oltre a un oro e un argento ai Giochi olimpici e a due bronzi ai campionati del mondo. Dopo il ritiro dalle corse ha assunto la carica di general manager dell'Astana Qazaqstan Team (già Astana Pro Team), formazione World Tour kazaka. CarrieraGli esordi e gli anni alla TelekomNato in un villaggio a sud dell'allora Petropavlovsk, ora Petropavl, nella Repubblica Socialista Sovietica Kazaka, crebbe ad Almaty.[2] Cominciò giovanissimo come ciclocrossista, sotto la guida di Vincent Lavenu,[4][5] poi divenne un discreto dilettante. Passò professionista nel 1998,[1] dopo alcuni mesi da stagista nell'annata precedente. Corse dapprima con il team francese Casino di Lavenu, vincendo un Giro del Delfinato e una Vuelta Valenciana; dopo due stagioni passò alla tedesca Deutsche Telekom (dal 2004 T-Mobile Team), squadra diretta da Walter Godefroot e capitanata da Jan Ullrich. Durante i sei anni alla Telekom/T-Mobile ottenne altri risultati di grande livello: nel 2000 una tappa alla Vuelta a España e l'argento olimpico in linea ai Giochi di Sydney, nel 2002 la Parigi-Nizza, l'anno dopo ancora la Parigi-Nizza, ma anche l'Amstel Gold Race e il Giro di Svizzera, oltre ad una tappa e al terzo posto finale nella classifica generale del Tour de France; nel 2004 fu invece terzo nella prova a cronometro dei mondiali di Verona e l'anno dopo fece sue la Liegi-Bastogne-Liegi e due tappe del Tour de France (in cui chiuse quinto). 2006: l'Operación Puerto e la vittoria alla VueltaNel 2006 si trasferì alla squadra spagnola Liberty Seguros in modo da avere un'intera squadra a sostegno;[6] in maggio il team venne pesantemente coinvolto nello scandalo dovuto alla Operación Puerto e poco dopo rifondato come Astana grazie al sostegno della Federciclismo kazaka e all'investimento delle cinque principali aziende estrattive del Kazakistan.[7][8] In luglio Vinokurov non poté partecipare al Tour de France 2006, in quanto la sua squadra non raggiunse il numero minimo, sei,[2][9] di ciclisti per essere iscritta (infatti cinque degli otto compagni erano stati esclusi perché i loro nomi erano negli elenchi sequestrati dalla polizia spagnola nell'ambito dell'inchiesta sul doping).[10] È questo comunque l'anno della vittoria più prestigiosa, la Vuelta a España. Dopo un inizio in sordina, il kazako riuscì a recuperare il divario che lo separava dallo spagnolo Alejandro Valverde e a conquistare la maglia oro nella tappa di Granada, al termine di un'azione solitaria.[11] Suggellò poi il primato vincendo la cronometro del penultimo giorno e si aggiudicò così la prima vittoria in un grande giro, corredata da 3 successi di tappa.[12] Sul podio di Madrid oltre a Valverde salì anche il compagno di squadra e connazionale Andrej Kašečkin, terzo. Nel mese di settembre Vinokourov prese quindi parte ai mondiali di Salisburgo in Austria, conquistando la medaglia di bronzo nella prova a cronometro vinta dallo svizzero Fabian Cancellara. 2007-2009: la squalifica e il ritorno alle corseNel 2007 prese parte al Tour de France da favorito, ma una caduta, il 12 luglio, lo costrinse a soffrire sulle Alpi, con quindici punti di sutura su ogni ginocchio.[13][14] Sembrò riprendersi nella tredicesima tappa, la cronometro di Albi, vincendo e rientrando in classifica; il giorno dopo, a Plateau de Beille, andò però in crisi e perse ben 28'50" dai rivali.[14] Nella quindicesima frazione agguantò il secondo successo personale, nell'arrivo di Loudenvielle, dopo una lunga fuga; tuttavia l'indomani, il 24 luglio 2007, L'Équipe annunciò la positività del kazako all'antidoping: nelle analisi sul campione di sangue prelevato in occasione della cronometro di tre giorni prima erano stati rilevati due tipi differenti di globuli rossi, chiara dimostrazione di una trasfusione omologa da donatore compatibile, pratica questa, vietata.[14][15] La sua squadra, l'Astana, si ritirò subito in blocco dal Tour, sospendendo al contempo, secondo il codice etico, (e poi licenziando)[15] il proprio corridore.[14] Nel dicembre 2007 Vinokurov annunciò il definitivo addio alle competizioni agonistiche.[16] Nel luglio del 2008 la squalifica inflitta dalla federazione kazaka, un anno, si concluse: in ottobre il ciclista dichiarò quindi di voler ritornare alle gare con l'obiettivo di vincere Giro d'Italia 2009. In realtà l'UCI ricorse in appello al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, chiedendo e ottenendo[17] che la squalifica si concludesse a due anni, secondo i propri regolamenti, dal riscontro della positività, quindi nel luglio 2009.[18] Rientrò alle corse nell'agosto 2009, e al terzo giorno di attività agonistica tornò anche alla vittoria, in una tappa del Tour de l'Ain in Francia;[17] in settembre partecipò alla Vuelta a España classificandosi settimo nella cronometro iniziale ma ritirandosi durante la dodicesima frazione. Al campionato mondiale di Mendrisio si piazzò invece nono nella prova a cronometro e 26º nella gara in linea, andando in fuga all'ultimo giro. Dopo il settimo posto al Giro di Lombardia si aggiudicò anche la Chrono des Nations - Les Herbiers Vendée. 2010-2011: i nuovi successi con l'AstanaNell'aprile 2010 vinse il Giro del Trentino, breve corsa a tappe italiana, battendo Riccardo Riccò per soli 12 centesimi di secondo;[19] due giorni dopo conquistò per la seconda volta in carriera la Liegi-Bastogne-Liegi superando il compagno di fuga Aleksandr Kolobnev.[20] In maggio partecipò per la prima volta al Giro d'Italia.[3] Al termine della terza tappa andò a vestire la maglia rosa, la perse nella frazione successiva per riconquistarla nel corso della settima e riperderla in seguito, alla fine dell'undicesima tappa: in tale occasione una fuga composta da più di 50 corridori arrivò al traguardo con un vantaggio di più di 12' e la maglia rosa passò al giovane australiano Richie Porte.[21] Vinokurov chiuse comunque il Giro al sesto posto della generale, con più di 7' di svantaggio da Ivan Basso. In luglio si aggiudicò la tredicesima tappa del Tour de France (da Rodez a Revel) grazie ad una fuga solitaria partita a sette chilometri dall'arrivo,[22] mentre nel mese seguente si classificò secondo nella Clásica San Sebastián, preceduto in volata da Luis León Sánchez.[23] Per questi risultati all'inizio del 2011 venne nominato sportivo kazako dell'anno 2010.[24] Nella primavera del 2011 vinse una tappa alla Vuelta al País Vasco e ottenne un quarto posto alla Freccia Vallone; si aggiudicò quindi una frazione al Tour de Romandie, e concluse terzo al Critérium du Dauphiné dopo aver vestito per due giorni la maglia di leader della generale. In luglio prese nuovamente il via al Tour de France. In quella Grande Boucle dovette però ritirarsi per una caduta durante la nona tappa, riportando la frattura del femore destro. Considerata la gravità dell'infortunio, il 17 luglio, pochi giorni dopo la caduta, Vinokurov annunciò il suo ritiro dall'attività.[25]. Questa sarà però soltanto una sorta di "pausa". Ristabilitosi dall'infortunio, Vinokurov ritornò infatti in gara in ottobre per correre la Chrono des Nations; si classificò però ventisettesimo su ventotto concorrenti.[26][27] 2012: il titolo olimpicoNel 2012 debuttò al Tour de Langkawi, competizione cui già aveva partecipato nel 1997 con la Nazionale kazaka. In tale stagione si concentrò in maniera particolare sul Tour de France, prima per la classifica generale poi, viste le condizioni, per la vittoria di tappa. In questa Grande Boucle risultò uno dei protagonisti, prendendo più volte parte a fughe; le più significative furono quella nella tredicesima tappa, in cui, insieme a Michael Albasini, venne ripreso a 2 km dalla fine, e quella nella diciottesima, quando gli venne conferito il premio di combattivo di giornata. Il 28 luglio prese il via all'ultima gara della sua carriera, la prova in linea dei Giochi olimpici di Londra, aggiudicandosi la medaglia d'oro. Quel giorno Vinokurov andò in avanscoperta con un'altra quindicina di ciclisti, riuscendo a rientrare sul gruppo dei fuggitivi, formatosi all'inizio della gara. Davanti si formò così un plotoncino di una trentina di atleti, che procedette unito verso il traguardo. A 8 chilometri dall'arrivo però Vinokurov prese il largo in compagnia del colombiano Rigoberto Urán, iniziatore dell'azione. I due guadagnarono sufficiente terreno sugli immediati inseguitori, e si giocarono la vittoria della corsa: il kazako anticipò lo sprint a due, riuscendo così a battere Urán e a conquistare il titolo olimpico.[28] Durante le indagini su Alex Schwazer il PM padovano Benedetto Roberti incappa in alcune e-mail sospette tra Vinokurov e Kolobnev, nelle quali risulterebbe una frode sportiva da parte del campione olimpico che pagò 150 000 euro al compagno di fuga della Liegi-Bastogne-Liegi 2010 per farlo vincere. Essendo il fatto successo all'estero il PM italiano ha passato i fascicoli alle autorità di competenza (procura belga di Liegi e uffici svizzeri di Aigle dell'UCI) archiviando l'inchiesta sul fronte italiano.[29] Palmarès
Altri successi
PiazzamentiGrandi Giri
Classiche monumentoCompetizioni mondiali
OnorificenzeNote
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