Laurent Jalabert
Laurent Jalabert (Mazamet, 30 novembre 1968) è un ex ciclista su strada e dirigente sportivo francese. Professionista dal 1989 al 2002, soprannominato Jaja, è stato uno dei ciclisti più completi della sua epoca. In carriera si è aggiudicato la Vuelta a España 1995 e ben 25 vittorie di tappa complessive nei tre Grande Giri, tre al Giro d'Italia, quattro alla Tour de France e diciotto alla Vuelta a España. Ha conquistato inoltre la classifica a punti in tutte e tre le grandi corse a tappe (ben quattro volte alla Vuelta), e quella degli scalatori sia al Tour che alla Vuelta. In carriera ha vestito il simbolo del primato in classifica generale in tutte e tre le competizioni, indossando per otto giorni la maglia rosa al Giro d'Italia 1999, quattro volte la maglia gialla alla Grande Boucle, nelle edizioni del 1995 e del 2000, ed in ventiquattro occasioni la maglia amarillo alla Vuelta, diciannove giorni nel 1995 e per altre cinque volte nelle tre edizioni successive. Nel suo palmarès figurano grandi classiche, quali Milano-Sanremo, Giro di Lombardia, due Freccia Vallone ed altrettante Clásica San Sebastián, ma anche brevi corsa a tappe, fra cui Parigi-Nizza (per tre volte), Tour de Romandie, Vuelta al País Vasco e Volta Ciclista a Catalunya, nonché la prova in linea ai campionati francesi del 1998. Nel 1992 è stato medaglia d'argento nella prova in linea ai Campionati del mondo di Benidorm, mentre nel 1997 conquistò la maglia iridata nella prova a cronometro. In quattro occasioni ha concluso la stagione in testa all'UCI World Ranking, nel 1995, 1996, 1997, e 1999. Anche suo fratello Nicolas Jalabert è stato un ciclista professionista, sebbene di minore fortuna. CarrieraGli esordiOriginario del Tarn, passa professionista nel 1989 con la Toshiba, ex La Vie Claire, la squadra fondata da Bernard Tapie e diretta da Yves Hézard. Nel maggio dello stesso anno ottiene i primi successi da pro vincendo una frazione e la classifica finale del Tour d'Armorique in Bretagna.[1] Nel 1990 si classifica secondo nella classifica a punti della Vuelta a España e alla Clásica San Sebastián, nonché sesto ai campionati del mondo di Utsunomiya. L'anno dopo è secondo nella classifica finale della Parigi-Nizza e al Campionato di Zurigo, secondo nella graduatoria a punti del Tour de France e secondo anche nella classifica di Coppa del mondo grazie ai diversi piazzamenti Top 10 nelle classiche di calendario. A fine stagione, con la chiusura della squadra Toshiba, si trasferisce in Spagna per correre nella ONCE di Pablo Antón e Manolo Saiz, affiancando il capitano Alex Zülle. 1992-1995: il passaggio alla ONCE e la vittoria alla VueltaNel 1992 conquista la maglia verde della classifica a punti al Tour de France, vincendo anche la sua prima tappa nella Grande Boucle, quella con arrivo a Bruxelles. Nel finale di stagione vince anche tre tappe alla Vuelta a Burgos e altrettante alla Volta Ciclista a Catalunya, ed è inoltre medaglia d'argento nella prova in linea dei Campionati del mondo di Benidorm, battuto in una volata ristretta dall'italiano Gianni Bugno. Nella stagione seguente, dopo alcuni piazzamenti nelle classiche primaverili, vince due tappe alla Vuelta a España e due alla Volta Ciclista a Catalunya, oltre a numerose prove e frazioni di gare del calendario spagnolo. Nel 1994, dopo una buona primavera che lo vede imporsi in ben sette tappe—perlopiù in volata—e nella classifica a punti alla Vuelta a España, è vittima di una brutta caduta il 3 luglio ad Armentières durante la prima frazione del Tour de France: nella volata finale della tappa impatta contro un poliziotto sportosi dalle transenne, cadendo e rimediando diverse fratture anche facciali (alla mandibola e agli zigomi).[2] Rientrato alle corse dopo circa due mesi, torna anche al successo con una vittoria parziale alla Volta Ciclista a Catalunya. Nel 1995 dimostra di essere un corridore capace di vincere in qualsiasi tipo di gara: tra marzo e giugno vince infatti due importanti classiche di primavera, la Milano-Sanremo e la Freccia Vallone, ma anche gare di una settimana, che rimarranno il suo terreno preferito (la Parigi-Nizza e la Volta Ciclista a Catalunya); in luglio conclude invece al quarto posto il Tour de France, aggiudicandosi una vittoria di tappa e per la seconda volta la maglia verde, e vestendo inoltre la maglia gialla per due giorni. In settembre conquista infine la classifica generale della Vuelta a España: Jalabert domina la gara, veste la maglia amarillo per diciannove giorni, e fa sue anche cinque tappe e le classifiche a punti e scalatori, oltre alla graduatoria a squadre con la sua ONCE. Nel corso di quella Vuelta è anche protagonista di un gesto di grande sportività: durante la tappa di Sierra Nevada raggiunge negli ultimi metri il tedesco Bert Dietz, autore di una fuga di 200 chilometri, tuttavia rallenta e lo lascia vincere.[3] Grazie ai numerosi successi (ventidue esclusi circuiti e classifiche accessorie),[1] al termine della stagione è il ciclista numero uno al mondo sia nella classifica mondiale UCI che per la stampa internazionale. 1996-2002: gli ultimi anniAtteso dai francesi come il successore di Bernard Hinault (vincitore di 5 Tour), non riuscirà più a lottare per i primissimi posti della classifica del Tour, ma sarà comunque capace di specializzarsi nelle gare contro il tempo, continuando a brillare in corse a tappe quali il Giro d'Italia (quarto nel 1999) e il Giro della Svizzera (secondo sempre nel 1999). Dopo aver lasciato la squadra della ONCE alla fine del 2000, conclude la carriera nella CSC-Tiscali tornando ad entusiasmare i francesi negli ultimi due Tour disputati (2001 e 2002) dove conquista la maglia a pois di miglior scalatore. Dopo il ritiroDal 2003 collabora con la televisione francese. Dal 2009 al 2013 è stato commissario tecnico della nazionale francese maschile di ciclismo su strada. Palmarès
Altri successi
PiazzamentiGrandi GiriClassiche monumentoCompetizioni mondiali
Riconoscimenti
Note
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