Il toponimo dovrebbe derivare dal sardo "burrei", ossia "branco di buoi" o di "vacche".
Storia
Abitata sin dall'epoca nuragica, l'area era compresa durante il medioevo nel territorio del giudicato di Cagliari, nella curatoria del Campidano di Càlari. Alla caduta del giudicato (1258) passò sotto il dominio pisano e successivamente (secolo XIV) sotto quello aragonese, che lo diedero in feudo dapprima a Berengario Carroz, e successivamente agli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale[3].
L'odierno paese di Burcei sorse verso la fine XVII secolo quando dei gruppi di pastori provenienti principalmente da Sinnai, Settimo San Pietro e Villasalto si stabilirono nella zona costruendo le prime abitazioni[4].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone di Burcei sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 ottobre 1963.[5]
«Stemma partito semitroncato: il primo di rosso, allo spino di verde, fiorito di cinque d'argento; il secondo d'argento, al ramoscello di ciliegio al naturale, fogliato e fruttato di tre; il terzo d'azzurro, a due colline di verde nascenti dalla punta, sormontate da una capra al naturale corrente. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il ramo di spino con cinque fiori d'argento ricorda la famiglia dei Malaspina che furono signori di questo comune; le ciliegie e la capra rappresentano le coltivazioni e l'allevamento predominanti del territorio.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Monserrato: fu costruita nel 1886 su progetto dell'architetto cagliaritano Gaetano Cima. L'edificio è caratterizzato da una pianta ottagonale e dal prospetto in stile neoclassico