Celso Ranieri
Celso Ranieri (Perugia, 21 novembre 1900 – Ponte Felcino, maggio 1966) è stato un generale e aviatore italiano. Pluridecorato pilota di grande esperienza della Regia Aeronautica, partecipò alla Crociera aerea del Decennale, e in seguito si distinse durante la guerra d'Etiopia e nella guerra civile spagnola. dopo la fine della seconda guerra mondiale entrò in forza all'Aeronautica Militare Italiana, e fu per un lungo periodo direttore della Rivista Aeronautica, succedendo al generale Amedeo Mecozzi. BiografiaNato a Perugia il 21 novembre 1900, si arruolò volontario nella Regia Aeronautica. Con il grado di capitano pilota, prese parte dal 1º luglio al 12 agosto 1933 alla trasvolata atlantica "Orbetello-Chicago-New York-Roma", conosciuta come "Crociera aerea del Decennale, organizzata da Italo Balbo pe commemorare i dieci anni della Regia Aeronautica italiana. Durante il viaggio di ritorno, nei pressi di Lisbona, fu vittima di un grave incidente nel quale andò distrutto il suo SIAI-Marchetti S.55X[1] e perì il secondo pilota tenente Enrico Squaglia, originario di Lucca. Partecipò alla Guerra d'Etiopia, distinguendosi durante le battaglie dell'Endertà o dell'Amba Aradam,[2] del Tembien,[3] dello Scirè,[4] e del lago Ascianghi[5]. Al termine delle operazioni belliche fu decorato con la Medaglia d'argento al valor militare. Con il grado di tenente colonnello, tra l'agosto e il novembre 1938 combatte durante la guerra civile spagnola, venendo decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare. Dal 3 settembre 1941 al 26 ottobre 1941, con il grado di Colonnello, fu a capo della base aerea di Cameri, in provincia di Novara sede del 7º Stormo.[6] Dopo la fine della guerra fu per diversi anni fu il direttore del periodico "Rivista Aeronautica", edito dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare.[7] Il 27 dicembre 1962, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato insignito della medaglia quale Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.[8] Si spense nel maggio 1966, e per onorarne la memoria la sua città natale gli ha intitolato una via, così come il comune di Ponte Felcino. Opere
Onorificenze«Capitano pilota aviatore si prodigava con tutto il suo spirito e con tutte le sue forze nel partecipare durante le vittoriose battaglie dell'Endertà, del Tembien, dello Scirè e del Lago Ascianghi a numerose azioni belliche, sempre distinguendosi per la sua perizia, per il suo ardimento, per il suo sereno e cosciente coraggio. Nel corso della battaglia dell'Endertà, con uno spirito guerriero e con impeto eroico che costituirono un esempio mirabile, egli volle affrontare le fatiche e il rischio di ripetute azioni di guerra bombardando e mitragliando, a volo rasente tra la violenta reazione antiaerea, le masse del nemico ed infliggendo ad esse gravissime perdite. Egli volle ripetere nella luminosa giornata del 16 febbraio 1936-XIV, fausta per l'Aviazione Italiana, lo sforzo già compiuto nelle sue azioni sull'Amba Aradam dove il suo impeto eroicotoccò il vertice di ogni possibilità umana. Cielo di Amba Aradam, 12 febbraio 1936-Cielo di Samrè, 12 febbraio 1936.»
«Comandante di gruppo da bombardamento, volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, partecipava, quale capo formazione, a ardue azioni belliche. Con l'avveduta e ardimentosa condotta, alla testa dei suoi reparti, raggiungeva e colpiva sempre con piena efficacia vitali centri della resistenza avversaria, anche quando avversità atmosferiche, reazione antiaerea e caccia nemica, rendevano il compito difficile. Durante una missione strategica, attaccato da numerosi caccia, con ardita ed abile manovra della sua formazione, risolveva vittoriosamente l'arduo combattimento, riuscendo ad abbattere un avversario. Cielo di Spagna, agosto-novembre 1938.»
— Regio Decreto 15 aprile 1940 Note
Bibliografia
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