Corbezzolo (simbolo patrio italiano)Il corbezzolo è la pianta nazionale dell'Italia[1]. È uno dei simboli patri italiani: con le sue foglie verdi, i suoi fiori bianchi e le sue bacche rosse richiama infatti la bandiera d'Italia[2]. StoriaVirgilio, in un passo dell'Eneide, narra di Pallante, figlio di Evandro re degli Arcadi, che, dopo essere stato ucciso da Turno, era stato adagiato su rami di corbezzolo, durante il tragitto per riportarne le spoglie al padre[3] «[...] Altri al suo corpo, La pianta di corbezzolo incominciò a essere considerata simbolo dell'Italia nell'Ottocento, durante il Risorgimento[2]. Per tale motivo il poeta Giovanni Pascoli dedicò alla pianta l'ode Al corbezzolo. In essa si fa riferimento al passo dell'Eneide in cui Virgilio narra di Pallante, figlio di Evandro re degli Arcadi, che, dopo essere stato ucciso da Turno, era stato adagiato su rami di corbezzolo, durante il tragitto per riportarne le spoglie al padre[3]. «[...] Fiorì... il corbezzolo sotto il peso dell'esangue corpo dell'eroe giovinetto, che ammantò con le verdi foglie, ne baciò la fronte coi bianchi fiori, ne accarezzò le ancora assetate labbra con le rosse bacche» La pianta crebbe anche rigogliosa sulla tomba del Pallante posta sul Palatino a Roma[3]. Giovanni Pascoli vide nei colori di questa pianta una prefigurazione della bandiera italiana e considerò Pallante il primo martire della causa nazionale[2]. Infatti il corbezzolo, proprio grazie ai colori che assume in autunno, uguali a quelli della bandiera nazionale, è considerato un simbolo del Tricolore[4][5]: «[...] O tu che, quando a un alito del cielo Giovanni Pascoli dedicò al corbezzolo e a Pallante versi di un altro suo componimento, il carme Inno a Roma: «[...] L'eroe Pallante era caduto. Offerse Un ramoscello di corbezzolo è rappresentato nello stemma della provincia di Ancona, che a sua volta riprende la moneta greca di Ancona del III secolo a.C.[6], a indicare la particolarità geografica maggiore della zona: la presenza del promontorio del Conero il cui nome deriva dal termine greco che indicava la pianta del corbezzolo[7]. Nello specifico la blasonatura dello stemma della provincia di Ancona recita[8]: «D'azzurro al braccio destro umano di carnagione, piegato in iscaglione scorciato e rovesciato ed impugnante un ramoscello di corbezzolo al naturale in sbarra fruttato di due bacche d'oro» Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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