I giardini sono noti soltanto da tre cippi terminali[1], ove sono menzionati, in due casi, assieme ai confinanti Horti Tauriani.
Due cippi furono trovati in situ nel 1873 presso la chiesa di sant'Eusebio, poco fuori la linea delle Mura serviane (agger), a nord di via Principe Amedeo[2]. Essi erano posti a separazione fra i due horti, ma non si ha nessuna indicazione topografica per poter collocare l'uno piuttosto che l'altro ad est o ad ovest rispetto alla fronte dei cippi.
Un terzo cippo, con la menzione dei soli Horti Calyclani, fu trovato nel febbraio 1951 su via Giolitti quasi all'angolo con via Cappellini, sostanzialmente in allineamento con i due trovati nel 1873 e con il lato iscritto rivolto a sud-est[3].
^Rodolfo Lanciani (gen-mar 1874). Delle scoperte principali avvenute nella prima zona del nuovo quartiere Esquilino. Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma 2 (1): p. 57; Carlo Lodovico Visconti (lug-ott 1875). Di alcune notabili iscrizioni rinvenute fuori delle escavazioni municipali. Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma 3 (3): p. 153.
Danila Mancioli, Gli horti dell'antica Roma in Giuseppina Pisani Sartorio e Lorenzo Quilici (a cura di), Roma Capitale 1870-1911. L'archeologia in Roma Capitale fra sterro e scavo, Venezia, Marsilio, 1983, pp. 201–203. ISBN 88-3174-666-9
Laura Chioffi, s.v. Horti Calyclani, in Eva Margareta Steinby (a cura di), Lexicon Topographicum Urbis Romae III, Roma, Quasar, 1996, p. 56. ISBN 88-7097-049-3
Marina Guastella, Revisioni, in Gian Luca Gregori (a cura di), La collezione epigrafica dell'Antiquarium comunale: inventario generale, inediti, revisioni, contributi al riordino, Roma, Quasar, 2001, pp. 349-350 n° 361, ISBN88-7140-202-2.
Alessandro D'Agostino, Notiziario, in Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, vol. 105, 2004, pp. 410-411 fig. 4.