Lingua polacca
La lingua polacca (nome nativo język polski o polszczyzna) è una lingua slava occidentale parlata in Polonia e in numerosi altri Stati. Al 2022, è parlata da 45 milioni di parlanti totali[1]. Distribuzione geograficaIl polacco al 2019 era parlato come lingua madre da 39,7 milioni di persone in Polonia e in paesi come: Australia, Austria, Azerbaigian, Bielorussia, Canada, Croazia, Emirati Arabi, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Israele, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Stati Uniti d'America, Ucraina. Al 2011, era studiato come seconda lingua da 10 000 persone in tutto il mondo[2]; i parlanti di L2 però sono di più. I parlanti totali, nel 1999, erano oltre 50 milioni.
Lingua ufficialeIl polacco è lingua ufficiale della Polonia. ClassificazioneSecondo Ethnologue,[3] la classificazione della lingua polacca è la seguente:
StoriaIl polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente, poiché molti autori ed editori proposero le proprie idee e le proprie modifiche in un ampio arco di tempo. L'ortografia così inventata, con poche modifiche, viene usata ancora oggi. Il polacco è sempre stato ed è ancora oggi influenzato dalle lingue straniere, soprattutto dal latino, dal greco, dal tedesco, dall'italiano, dal francese, dal russo e dall'inglese. La base è slava, con buona parte del vocabolario e della fraseologia di origine latina o greca. I prestiti dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario (es. makaron, "pasta") e musicale (es. sonet, "sonetto"; solista, "solista"). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure (es. pomidor, "pomodoro"; cebula, "cipolla"; sałata, "lattuga, insalata"; por, "porro"; cukinia, "zucchina"), dovuti, pare, a Bona Sforza d'Aragona (1494-1557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo e regina di Polonia, che importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale italiana. Influenze come quelle sopra citate non sono un'eccezione, essendo tipiche di tante altre lingue, influenzate in passato dall'Impero romano, più tardi dalla Chiesa cattolica e ultimamente dalla globalizzazione e da internet. Per comunicare, il locutore polacco medio usa in media circa 15 000 parole, sebbene ne conosca 30 000; alcuni locutori eccezionali conoscono addirittura 100 000 parole[4]. Secondo alcuni studi dell'Università di Białystok, per parlare in polacco è sufficiente conoscerne 1 200[5]. DialettiLe differenze dialettali in polacco sono piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, detti anche Monti Tatra, nei pressi della località di Zakopane, vicino al confine slovacco. Fonologia e pronunciaIl polacco è una lingua ad accento fisso: l'accento tonico delle parole cade sempre sulla penultima sillaba (serwetka, "tovagliolo"; woda, "acqua"; zatrzymywać, "fermare"); esiste su alcune lettere un segno diacritico (Ćć, Ńń, Śś, Źź) simile al segno italiano dell'accento, che non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, bensì indica una modifica nella pronuncia della consonante. La fonologia polacca è più ricca rispetto a quella italiana. VocaliIn polacco sono presenti nove lettere con funzione di vocali: Aa, Ee, Ii, Yy, Oo, Óó, Uu, Ąą ed Ęę. Questo è l'ordine con cui sono definite queste lettere, che differisce da quello alfabetico, in cui Y viene dopo O, Ó e U e in cui Ą ed Ę vengono rispettivamente dopo A ed E. La pronuncia delle nove vocali è facile per un parlante italiano.
kobieta [kɔ.ˈbʲɛː.ta] (donna) jabłko ['jaː.blʷ.kɔ] (mela)
pies [pʲɛs] (cane)
internet [in.ˈtɛr.nɛt] (internet)
luty [ˈluː.tɨ] (febbraio)
kot [kɔt] (gatto) telefon [tɛ.ˈlɛː.fɔn] (telefono)
góra [ˈguː.ra] (montagna) lubić [ˈluː.bʲiʨ] (amare)
początek [pɔ.ˈʈʂɔ̃ː.tɛk] (inizio)
mężczyzna [mɛ̃ʂ.ˈʈʂɨz.na] (uomo) ręka [ˈrɛ̃ː.ka] (mano) SemivocaliIl polacco ha le semivocali: [j], scritta Jj. maj [maj] (maggio) jeść [jɛɕʨ] (mangiare) [w], scritta Łł. poniedziałek [pɔ.nʲɛ.ˈʥaː.wɛk] (lunedì) łatwy [wat.vɨ] (facile) ConsonantiIl sistema consonantico è piuttosto complesso. Le lettere Qq, Vv e Xx vengono utilizzate solo nei prestiti o nelle parole di origine straniera; generalmente esse vengono rimpiazzate rispettivamente dalle lettere kw (es. kwarc, "quarzo"), w (es. weranda, "veranda") e ks (es. ekstra, "extra").
być [bɨʈʂ] (essere)
lipiec [ˈliː.pʲɛʦ] (luglio) dwanaście [dva.ˈnaɕ.ʨɛ] (dodici)
pić [piʨ] (bere)
droga [ˈdrɔː.ga] (strada)
fabryka [fa.ˈbrɨː.ka] (fabbrica)
gitara [gʲi.ˈtaː.ra] (chitarra)
dach [dax] (tetto)
krokodyl [krɔ.ˈkɔː.dɨl] (coccodrillo)
lód [lud] (ghiaccio)
mieć [mʲɛʨ] (avere)
oni [ˈɔː.nʲi] (loro) nie [nʲɛ] (no)
koń [kɔnʲ] (cavallo) niańka [ˈnʲanʲ.ka] (tata)
pojęcie [pɔ.ˈjɛ̃ː.ʈʂɛ] (concetto)
krowa [ˈkrɔː.va] (mucca)
sobota [sɔ.ˈbɔː.ta] (sabato) sierpień [ˈɕɛr.pʲɛnʲ] (agosto)
środa [ˈɕrɔː.da] (mercoledì)
tak [tak] (sì)
Warszawa [var.ˈʂaː.va] (Varsavia)
ząb [zɔ̃p] (dente) zima [ˈʑiː.ma] (inverno)
październik [paʑ.ˈʥɛr.nʲik] (ottobre)
żyć [ʐɨʨ] (abitare, vivere) Gruppi consonanticiIn polacco sono presenti sette gruppi consonantici.
chomik [ˈxɔː.mʲik] (criceto)
Come la "c" di "certo" czas [ʈʂas] (tempo) czwartek [ˈʈʂvar.tɛk] (giovedì)
dzwon [ʣvon] (campana) niedziela [nʲɛ.ˈʥɛː.la] (domenica)
dźwięk [ʥvʲɛ̃k] (suono)
dżem [ɖʐɛm] (marmellata)
Come la "j" francese in "je t'aime" wrzesień [ˈvʐɛː.ɕɛnʲ] (settembre) rzeka [ˈʐɛː.ka] (fiume)
kaszleć [ˈkaʂ.lɛʨ] (tossire) szukać [ˈʂuː.kaʨ] (cercare) GrammaticaNella lingua polacca non ci sono articoli ("kapelusz" può significare "cappello", "un cappello" o "il cappello" a seconda del contesto). Ci sono due numeri (singolare, plurale) e tre generi (maschile, femminile, neutro). Per il singolare è rilevante la distinzione tra sostantivi di genere maschile animati indicanti persone o animali (es. inżynier, "ingegnere", kot "gatto"), e sostantivi inanimati (indicanti cose; es. czas, tempo), mentre per il plurale è rilevante la distinzione tra sostantivi di genere maschile indicanti persone, che appartengono al genere "maschile di persona", e sostantivi che indicano animali o cose di genere maschile e gli altri due generi (femminile e neutro), che formano il genere "non maschile di persona". Ci sono sette casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, strumentale, locativo e vocativo. Nella coniugazione dei verbi ci sono tre tempi (presente, passato, futuro), cinque modi (indicativo, congiuntivo-condizionale, imperativo, infinito, participio) e tre aspetti (perfettivo, imperfettivo, iterativo); come nella maggior parte delle altre lingue slave e a differenza di altre lingue indoeuropee, anche in polacco si è conservato l'aspetto verbale. SostantiviLa classificazione suddetta per i sostantivi è più utile da un punto di vista strettamente grammaticale piuttosto che didattico. Didatticamente è molto più produttivo imparare le regole di derivazione della desinenza a seconda del caso, piuttosto che suddividere i nomi in classi. Il fatto che un nome sia personale o meno ha importanza in alcuni casi grammaticali mentre per altri è più importante che il suono consonantico finale (tema) sia duro o molle quindi si ricorderà la regola solo in tali casi; per altri si distingue tra esseri animati ed inanimati. Più in generale, per questa lingua è più semplice imparare le regole caso per caso piuttosto che tentare di raggruppare le parole in classi (metodo invece molto utile in latino). Ad esempio si può riassumere lo strumentale con poche regole[6]:
Bisogna dire che non tutti i casi sono così semplici. Nomi maschili
Nomi maschili animati di persona: inżynier, ingegnere
Nomi maschili animati di animale: kot, gatto
Nomi maschili inanimati: czas, tempo
Nomi femminili inanimati
Nomi femminili inanimati in –a: firma, ditta
Nomi femminili inanimati in consonante: wilgoć, umidità
Nomi neutri
Nomi neutri in –o: wino, vino
Nome neutro in –e: czytanie, lettura
AggettiviPer quanto riguarda il singolare, i generi sono così disposti: maschile, femminile, neutro. Al plurale si distinguono i sostantivi animati di persona (męskoosobowy) da tutti gli altri (niemęskoosobowy). All'accusativo singolare maschile sono segnate tra parentesi le uscite per gli aggettivi che si riferiscono a nomi il cui accusativo è uguale al genitivo (v. kot, inżynier). Nowy, nuovo
Ostatni, ultimo
Sistema di scritturaL'alfabeto è costituito da 35 lettere che includono 9 vocali e 26 consonanti arricchite da segni diacritici come la codetta (Ąą, Ęę), l'accento acuto (Ćć, Ńń, Óó, Śś, Źź), la barra obliqua (Łł) e il punto sovrascritto (Żż). Fa inoltre uso di 7 digrammi (dwuznaki) e 1 trigramma (trójznak). Le lettere Q, V e X vengono utilizzate solo nei prestiti o nelle parole di origine straniera[7]. Premi Nobel per la letteratura di lingua polacca
Note
Bibliografia
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