Lamberto Dini, già direttore generale della Banca d'Italia, dimessosi l'11 gennaio 1996 dalla Presidenza del Consiglio, decise che avrebbe partecipato alle prossime elezioni politiche con un proprio partito centrista all'interno della coalizione di centro-sinistra, L'Ulivo.
A dicembre 1996 il partito vede distaccarsi le componenti dei Socialisti Italiani, del Patto Segni e del Movimento Italiano Democratico. Alla Camera, dove già si era registrato il passaggio di Andrea Guarino al Partito Popolare Italiano, il 22 dicembre 1996 lasciano i sette deputati dei Socialisti Italiani, tre degli otto deputati del Patto Segni (Diego Masi, Giuseppe Bicocchi e Elisa Pozza Tasca) ed il deputato del Movimento Italiano Democratico Aldo Brancati[7]. Mentre al Senato, la defezione dei 5 parlamentari dei Socialisti Italiani porta Rinnovamento Italiano a confluire nel gruppo misto.[8]
In seguito il partito riesce, per un breve periodo, a ricostituirsi come gruppo autonomo in entrambe le Camere a seguito dell'adesione di alcuni deputati.
Un anno più tardi, nel 2002, La Margherita diventa un vero e proprio partito unico, dove Rinnovamento Italiano vi confluisce, decretando il proprio scioglimento il 17 marzo 2002.