Casperia
Casperia è un comune italiano di 1 207 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, situato tra la riva sinistra del Tevere ed il versante occidentale dei Monti Sabini. Fino al 1947 si chiamava Aspra Sabina. Geografia fisicaTerritorioIl territorio del Comune di Casperia è diviso marcatamente in due parti: collinare ad ovest mentre la parte orientale è attraversata dalla dorsale del pre-appennino laziale. I limiti altimetrici variano tra i 300 m s.l.m. e i 1.258 m s.l.m. del monte Macchia Gelata. Sul suo territorio ricadono alcune tra le più alte cime dei Monti Sabini, tra cui il M. Alto (1215 m s.l.m.) e la sorgente più importante di tutta la catena montuosa: Fonte Cognolo, a quota 1054. Casperia custodisce alcuni tra i più bei paesaggi di tutti i Monti Sabini, tutelati a livello nazionale ed europeo. ClimaClassificazione climatica: zona D, 2087 GR/G Origini del nome
StoriaOriginiLe fonti letterarie
(LA)
«Una ingens Amiterna cohors priscique Quirites, (IT)
«Una sola, imponente, è la coorte Amiterna, e i prischi Quiriti,
(LA)
«Ecce inter primos Theramnaeo a sanguine Clausus, (IT)
«Ecco, si slancia tra i primi Nerone, che traeva origine dal sangue terapneo di Clauso,
(LA)
«HIMALA Sabinorum est fluvius prope Casperiem civitatem, qui et Himelle dicitur.» (IT)
«IMALA è un fiume dei Sabini situato presso la città di Casperia, il quale è chiamato anche Imella.»
(LA)
«Casperia et Foruli civitates sunt.» (IT)
«Casperia e Foruli sono città» Le fonti archeologicheLe mura in opus reticolatum che affiorano in località Paranzano sono i resti di diverse ville rustiche risalenti al I secolo d.C., di cui una la si attribuisce a Pallante – potente liberto di Antonia, madre dell'imperatore Claudio (da qui il toponimo Paranzano, da Pallantianum). A lato della strada provinciale che collega Casperia e Cantalupo in Sabina, si erge un monumento funerario a torre. Nel 1872 fu rinvenuto un ninfeo con due statue di stile greco ed accanto una piccola stanza con un pavimento a mosaico. Si ritrovò anche una testa dell’imperatore Claudio ed un torso, forse dello stesso imperatore[4]. Le due belle statue marmoree raffiguranti due ninfe gemelle, si trovano oggi presso il Museo d'arte e storia di Ginevra[5] ed il Carlsberg Museum di Copenaghen. Altre mura di sostruzione in opus reticolatum si trovano a S. Maria in Legarano e sono i resti visibili di un'altra villa rustica, su cui è stata edificata la chiesa. Recenti indagini speleo-archeologiche hanno rilevato l'esistenza di acquedotti risalenti al V-IV secolo a.C. che attesterebbero la presenza di comunità sabine nelle località Paranzano e Legarano. Medioevo
Moderna
Contemporanea
SimboliLo stemma di Casperia è uno scudo italiano con tre colli ed aspide mirante una stella sormontato da corona comunale con la scritta S.P.Q.S. (Senatus PopolusQue Sabinus) circoscritto da due palme di olivo.[6] I tre colli rappresentano i castra di Aspra, Caprignano e Donduccio (la cui sommità oggi è occupata dal cimitero comunale). Ignota l'origine simbolica dell'aspide, forse un'assonanza con il nome Aspra o forse dalla famiglia Asproni. I colori civici sono il rosso ed il verde. La più antica riproduzione visibile si trova sul portale di un palazzo privato tra via Rivellini e piazza Umberto I. Il gonfalone è un drappo rettangolare di colore verde. Monumenti e luoghi d'interesseStruttura urbana«A Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti della Sabina, dove è un importante archivio municipale ed una superba selva. [...] Nera e pittoresca, sorge su di un colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, e a sinistra di un profondo scoscendimento, dominato da una rupe, sulla quale si leva un oscuro gruppo di case, circondato da mura nere e coronato di torri. Questa è Aspra, la Casperia dei Romani, vero nido di aquile, inaccessibile ed inattaccabile. Era mezzodì, ma l'aria era lassù ancora fresca e leggera. Dopo i molti e lenti giri che la strada fa nella valle profonda, cominciammo alfine a salire la montagna faticosamente, e giungemmo dinanzi alle mura. Qui il cocchiere si arrestò, e mi spiegò che il paese non aveva strade praticabili. Scesi allora e mi avviai verso la porta. Qual luogo spaventosamente solitario e selvaggio! Strettissime e oscure vie fra case ammonticchiate e soffocantesi a vicenda, o piuttosto che vie, letti di torrenti montani: ecco Aspra.» «Su di una collina aguzza, Aspra ci appare come uno sciame agglutinato di case grigie e di tetti ocra, stretti da una cintura di mura e di torri lacerate, guastate dagli assalti dei guerrieri e dai terremoti, rovinate pure dall'opera degli abitanti che le hanno foracchiate di porte e di finestre o "abbellite" con tettoie e balconi. Attraverso questi acconciamenti pittoreschi, bisogna immaginare la città antica, severa e sempre pronta alla difesa: straordinaria visione è questa agglomerazione che si erge furiosa in mezzo a boschi, a colline coltivate ad oliveti e vigne, le stesse vigne di cui Numa, il re sabino, aveva insegnato l'arte e la cultura ai pastori selvaggi di allora. Davanti alle porte del paese bisogna fermare la vettura e attaccare i cavalli, poiché non ci sono strade, ma solo viuzze a gradini: le piazzette, gli archi, i cammini di ronda, quasi tutto è rimasto come mille anni fa.» Il centro storico di Casperia è uno straordinario esempio di architettura medievale: la struttura del paese è «a bulbo di cipolla», con strade a cerchi concentrici che via via si restringono, inerpicandosi sui versanti del colle sino a culminare in piazza S. Giovanni Battista ove si erge l'omonima chiesa parrocchiale. L'abitato è raccolto nelle mura del 1282 – definite da Giuseppe Filippucci Giustiniani «un vero capolavoro di architettura militare e di consumata arte difensiva del XIII secolo» – in cui si può accedere (esclusivamente a piedi) solo attraverso Porta Romana (ad ovest) e Porta S. Maria (a nord-est); quest'ultima è detta anche Porta Reatina o Porta Caprara, dove si può ammirare anche un orologio che segna l'ora canonica medievale. Talmente importante era per gli aspresi la cura delle mura di cinta, che negli statuti del 1397 era prevista la pena di morte per coloro che vi aprissero un varco sufficientemente grande per il passaggio di una persona. Della prima cinta muraria, risalente all'XI secolo, resta l'arco di via Garibaldi, denominato «Arco Vecchio» o «Arco di Mezzo». Amplissimo il panorama che da piazza Umberto I (comunemente chiamata dalla popolazione «piazza Macello») si apre sulla valle del Tevere dominata all'orizzonte dal Monte Soratte. Da un'estremità all'altra delle mura, a nord-ovest per via Rivellini, si giunge davanti a Caprignano con i colli umbri all'orizzonte; mentre a sud-est, per via Nardi Bruschi, ci si può sporgere dal torrione che domina il piazzale Oddo Valeriani e godere la vista del cuore dei Monti Sabini. Torrioni, camminamenti, rivellini, feritoie, casematte, percorsi obbligati sono i testimoni della storia e delle origini medievali di Aspra. L'abitato di Casperia è uno dei pochi paesi in Europa il cui centro storico è totalmente e naturalmente inaccessibile alle automobili. Percorrendo tutta via Orazio Massari si compie un semicerchio tra i due ingressi. Architetture religioseSan Giovanni BattistaSulla sommità dell'antica Aspra sorge la chiesa parrocchiale dedicata a san Giovanni Battista. Restaurata ed ampliata nel 1515, presenta al suo interno diversi elementi in stile barocco dovuti alla ristrutturazione del 1791; mantiene l'originaria torre campanaria romanica del XIII secolo, con alcuni affreschi del XIV secolo; l'ultima loggia della torre campanaria è stata aggiunta nel 1934 per ospitare un serbatoio dell'acquedotto. Nella chiesa, a tre navate, dietro l'altare maggiore fa da pala un dipinto su tavola (datato 1524) di Giacomo Santoro (detto Jacopo Siculo) raffigurante il Battesimo di Gesù e, nella predella sottostante, Gesù e gli apostoli. Su un altare della navata sinistra c'è un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna col Bambino, sant'Antonio Abate e san Giuseppe. Nella navata destra da notare una tela lunettata (in cui spicca la figura di san Martino) che fa da cornice ad un'edicola ove è posta una statua lignea di san Sebastiano, scolpita e dipinta nel XVII secolo. Nella chiesa è custodito anche il grande organo acquistato dalla comunità nel 1600 per celebrare il giubileo. Nei locali della sacrestia è ospitato il presepe monumentale strutturato su una «Casperia in miniatura» fatto a mano da Giannicola Mariani. Ss. AnnunziataCon la sua imponente mole in cotto, la chiesa della Ss. Annunziata accoglie i visitatori nel piazzale Oddo Valeriani. Anche se il portale d'ingresso riporta la data del 1609, soltanto nel 1661 «la nuova chiesa dell'Annunziata è terminata. L'edificio è stato eretto a spese di Girolamo Saraceni ed è di bello aspetto e di buona e nobile architettura». Essa è dotata di quattro altari, oltre che dell'altare maggiore sul quale si trova la tela dell'Annunciazione, capolavoro dall'audace cromatismo di Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato, ai lati del quale vi sono due colonne in marmo rosso di Cottanello. Pregevoli opere anche la cappella di san Francesco Saverio eretta dalla famiglia Senapi ed una tela del XVII secolo raffigurante la circoncisione di Gesù. Ancora oggi gli abitanti la chiamano «chiesa nuova». Santa Maria in LegaranoNell'antico abitato di Legarano, 3 km a nord del centro urbano, si trova la chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria. Costruita in età altomedievale sui resti di una villa rustica di epoca romana, questa chiesa è stata la parrocchiale fino al 1409. Vi era annesso il convento dei gesuati, ordine soppresso nel 1668 da papa Clemente IX. Si entra salendo una scalinata che porta ad un primo portale in pietra del XVI secolo, per poi attraversare un vialetto costeggiato da un bosso secolare. Nella lunetta del portale di accesso da notare un'Annunciazione affrescata dai fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani nel 1561, autori anche del Giudizio universale situato in una cappella sulla sinistra; a destra, invece, un coevo affresco anonimo dei santi Rocco e Sebastiano. Questa chiesa a croce latina ha un'unica navata e racchiude notevoli opere d'arte. Nell'abside di sinistra c'è un affresco del matrimonio di Maria attribuito ad Alessandro Torresani, figlio di Lorenzo; nella nicchia della testata sinistra del transetto si trovano due statue del XVI secolo in terracotta, raffiguranti la Madonna e san Giuseppe – superstiti di un presepe. Nell'abside centrale, dentro una nicchia, c'è una bella statua lignea policromata della Madonna col Bambino, firmata dallo scultore Carlo l'Aquilano nel 1489; nel catino dell'abside maggiore due affreschi del XV secolo raffiguranti la Madonna col Bambino; sulla volta sovrastante un affresco del XV secolo raffigurante Gesù in una mandorla di cherubini. Nell'abside di destra c'è un crocifisso ligneo policromato del XV secolo. Due tavole coi santi Giovanni Battista e Sebastiano concepite nella scuola di Antoniazzo Romano (fine sec. XV inizio XVI) sono all'interno del reliquiario seicentesco incastonato nella parete sinistra. Sulla parete destra c'è una tela raffigurante Maria in tripudio e san Girolamo. Madonna della NeveCertamente risalente al periodo medievale, la chiesa della Madonna della Neve a Paranzano è stata ricostruita nel 1580 e restaurata nel 1652. Conserva cospicue pitture murali che adornano l'area del presbiterio. Eseguiti da un anonimo locale nel XVI secolo, raffigurano un ciclo iconografico frequente nelle pievanie legate al mondo rurale: sulla parete sinistra un grande affresco raffigurante sant'Antonio Abate; nell'abside, da sinistra verso destra, sono raffigurati san Sebastiano, santa Lucia, sant'Antonio da Padova, san Rocco, sant'Agata, sant'Ignazio di Loyola; nella nicchia centrale la Madonna col Bambino tra san Domenico e santa Caterina d'Alessandria. Dagli abitanti è chiamata anche «Madonna delle Grazie», in ossequio ad un fatto miracoloso avvenuto nel 1647. Ss. SalvatoreSulle rovine del castrum Montis filiorum Ugonis, sulla cima di Montefiolo (il cui nome trae origine dalla volgarizzazione del nome del castello) sorge l'odierno convento delle suore oblate benedettine di Priscilla, fondato dai frati cappuccini nel 1558. Immerso in un bosco di lecci e con una pineta sul viale d'ingresso, è il luogo ideale per la meditazione. Incorporata nel convento la chiesa del Ss. Salvatore, documentata nel Regesto delle chiese della giurisdizione vescovile di Sabina redatto nel 1343. Al suo interno la pala d'altare di Girolamo Batacchioli (datata 1619) raffigurante san Francesco d'Assisi, san Bernardino da Siena, sant'Antonio da Padova, san Carlo Borromeo, l'arcangelo Michele, santa Caterina d'Alessandria, santa Maria Maddalena e santa Chiara; nella parte alta del quadro la Madonna Assunta in Cielo con le tre persone della Santissima Trinità ed angeli. Il convento ha ospitato san Felice da Cantalice. Altre chieseDa segnalare anche le chiese di S. Vito, S. Leonardo e S. Lucia. Il Regesto delle chiese della giurisdizione vescovile di Sabina redatto nel 1343 attesta nel territorio di Aspra l'esistenza di ben diciotto chiese. Architetture civiliPalazzo ForaniIl palazzo, costruito alla fine del secolo XVI dalla famiglia asprese dei Bruschi si trova a ridosso della parte settentrionale della cinta muraria del secolo XIII inglobando anche uno dei cinque torrioni rimasti. Il palazzo conta oltre cinquanta stanze e una cappella in cui si celebravano anche due messe al giorno. Un omaggio alla potente famiglia guelfa degli Orsini è rappresentato dai due orsi in pietra che si trovano a lato del portale del palazzo. AltroAlberi monumentaliCasperia custodisce nel suo territorio ben quattro alberi monumentali censiti dal Corpo forestale dello Stato: il leccio di Aspra; il terebinto di Montefiolo; il faggio di Fonte Cognolo; il cerro di Valle Ferrara. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[7] Tradizioni e folclore«La tradizione permanente, ancora viva e vegeta, resta quella dei soldati-contadini romani e dei contadini-soldati del Medioevo.» Molto sentite dalla popolazione sono le feste di Sant'Antonio Abate (con la processione, la benedizione degli animali domestici e la distribuzione delle ciambelle all'anice), il Corpus Domini (con la processione e l'infiorata) e l'Assunzione di Maria in cielo (con la processione e lo spettacolo pirotecnico). CulturaIstruzioneBiblioteche
«[... ] Questo paese, oltre ad aver conservate quasi intatte tutte le caratteristiche di un castrum medievale, quali la cinta di mura, i vicoli, le scale e le case appollaiate sulla sommità e degradanti lungo i pendii del suo tipico colle, ha avuto la volontà, la fortuna e la capacità di preservare attraverso i secoli, nonostante l'umidità ed i topi, una parte considerevole del suo patrimonio archivistico medioevale.» L'archivio storico di Casperia è uno dei più importanti del Lazio: vi sono conservati documenti riguardanti la vita della comunità asprese e di quelle limitrofe dal 950 al 1975. I fondi più importanti sono quello delle pergamene – ben 319, riguardanti il periodo che va dal 1099 al 1729; il fondo notarile con documenti datati tra il 1351 ed il 1860; l'archivio del comune comprendente documenti come libri del consiglio, registri vari del periodo comunale, la signoria Savelli, l'Antico Regime, il periodo francese e la Restaurazione; l'archivio giurisdizionale, con gli atti civili e quelli criminali. Degni di nota sono anche il fondo dell'archivio parrocchiale (Liber baptizatorum, Liber mortuorum, Liber matrimoniorum e stati delle anime), il fondo dell'Archivio del Monte del Grano, dell'Ospedale civico e gli oltre mille volumi della biblioteca claustrale proveniente dal soppresso monastero dei Frati cappuccini di Montefiolo (beni espropriati dallo Stato con la legge n. 3036 del 7 luglio 1866 e la n. 3848 del 15 agosto 1867). Sono inoltre conservati numerosi documenti prodotti dal comune nel periodo post-unitario. Da una lettera di Antimo Palmieri del 1588 sappiamo che Aspra era stata scelta quale sede per raccogliere i rogiti dei notai di Aspra, Montasola, Cottanello, Vacone e Poggio Sommavilla. L'archivio notarile, uno dei più antichi di tutta la provincia, conserva fonti a partire dal 1351, confluite all'atto della sua istituzione, avvenuta nel 1588, in applicazione della costituzione di papa Sisto V inerente alla riorganizzazione degli archivi notarili all'interno dello Stato pontificio. Nel 1990 è stata pubblicata Le carte di Casperia (già Aspra). 1099-1349, opera del prof. Alfredo Pellegrini in cui vengono meticolosamente trascritte, tradotte e spiegate le pergamene prodotte nel periodo basso-medievale. Come afferma Pierre Toubert nella prefazione al libro, «l'archivio di Casperia appare il fondo locale più eloquente sulle vicissitudini di una comunità del Lazio nei secc. XIII-XIV». EconomiaDi seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[8]
Nel 2015 le 75 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,77% del totale provinciale (9.765 imprese attive), hanno occupato 150 addetti, lo 0,65% del dato provinciale (22.908 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,0). TurismoCasperia nel 2004 ha ricevuto dal T.C.I. il titolo di Bandiera arancione (marchio di qualità turistico-ambientale).[senza fonte] Infrastrutture e trasportiStradeIl comune è attraversato dalle seguenti strade provinciali:
Il comune è attraversato dalle seguenti strade regionali: AmministrazioneNel 1923, Aspra passò dalla provincia di Perugia in Umbria, alla provincia di Roma nel Lazio. Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Aspra passò dalla provincia di Roma a quella di Rieti. Nel 1947 cambiò denominazione in Casperia.
Altre informazioni amministrativeFa parte della Comunità montana "Sabina". GemellaggiCasperia è gemellata con: Note
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