Fausto MelottiFausto Melotti (Rovereto, 8 giugno 1901 – Milano, 22 giugno 1986) è stato uno scultore, pittore, musicista e aforista italiano. BiografiaNato a Rovereto quando apparteneva all'Impero austro-ungarico, in questa città ha frequentato la Scuola Reale Elisabettina. Allo scoppio della prima guerra mondiale si è trasferito a Firenze, dove ha portato a termine gli studi liceali. Nella città toscana Melotti, in possesso di qualità espressive naturali e di una manualità pronunciata, è entrato in contatto con letterati e artisti d'avanguardia e ha avuto la possibilità di osservare da vicino le opere degli artisti del rinascimento fiorentino, quali Giotto, Simone Martini, Sandro Botticelli, Donatello e Michelangelo Buonarroti. I suoi rapporti con la città natale sono ripresi alla fine del conflitto e il fervente panorama culturale che animava Rovereto in quegli anni lo ha influenzato notevolmente. Ha frequentato l'artista futurista Fortunato Depero, l'architetto Gino Pollini (tra i fondatori del razionalismo italiano, grazie al Gruppo 7), il compositore Riccardo Zandonai e in particolare il nipote prediletto, il celebre pianista Maurizio Pollini, del quale incoraggiò la carriera. Successivamente si è laureato al Politecnico di Milano in ingegneria elettrotecnica. Dopo vari studi musicali ha deciso di dedicarsi alla scultura e così prima si è recato a Torino, studiando nello studio di Pietro Canonica, poi, dal 1928, si è trasferito a Milano entrando all'Accademia di belle arti di Brera, sotto la guida del grande scultore milanese Adolfo Wildt. Per un certo periodo si è interessato anche della ceramica ad uso commerciale ed ha lavorato alla Richard-Ginori con l'amico Gio Ponti. Il suo stile muta negli anni, seguendo però sempre una sua personalissima ricerca, tesa ad articolare lo spazio secondo ritmi dal sapore musicale; così anche le sue sculture più tradizionali, legate a Novecento, come l'opera in gesso presentata alla V Triennale di Milano del 1933, o le sculture preparate tra Roma e Carrara nel 1941 per l'Esposizione Universale dell'Eur di Roma, sono piene di quel suo particolare amore per la poesia dei materiali. Evidenti quindi i suoi legami con Novecento, con l'arte Metafisica, ma soprattutto con il razionalismo e con gli artisti gravitanti intorno alla galleria Il Milione di Milano, Lucio Fontana su tutti. Un legame particolare è quello che unisce Fausto Melotti ad Italo Calvino, quando quest'ultimo scrive di essersi ispirato alle sue sculture sottili, leggere, piene di vuoti per scrivere il suo capolavoro: Le città invisibili.[1] La sua scultura avrà sempre più un carattere mentale e contemporaneamente subirà una sintesi, nei modi e nei materiali: ceramica o gesso, teatrini polimaterici, ma soprattutto le sue leggerissime sculture in acciaio, saranno intrisi di una vena surreale e ironica; fino alle estreme conseguenze nei lavori seguìti al riconoscimento ufficiale, che verrà solo nel 1967, grazie ad una mostra a Milano. Insegnò e diresse anche la Regia Scuola d'Arte di Cantù, ora Liceo Artistico Statale Fausto Melotti. Mostre
Fausto Melotti nei musei
Opere letterarie
RiconoscimentiNel 1978, l'Accademia dei Lincei gli ha conferito un Premio Feltrinelli per le Arti.[7] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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