San Fermo della Battaglia
San Fermo della Battaglia (fino al 1911 Vergosa; San Fermu in dialetto comasco[N 1], AFI: /saŋˈfermu/) è un comune italiano di 7 719 abitanti della provincia di Como in Lombardia. StoriaL'area occupata dall'antico abitato di Vergosa (così si chiamava San Fermo fino al 1911) è certamente abitata stabilmente fin dall'Età del Bronzo: i siti archeologici confinanti di Lora, Prestino e Pianvalle (Como) attestano l'esistenza, già nell'Età del Ferro, di una prospera comunità di villaggi attraversata da una strada che da Como, passando per Vergosa e il suo territorio, conduceva verso Uggiate e Olgiate, oggi in parte ricalcata dal tracciato Como-Varese (SP17). Di epoca romana sono invece alcune iscrizioni religiose riportate alla luce nel territorio comunale di San Fermo.[4] In origine, il luogo ospitava il villaggio di Nullate,[5] probabilmente fondato dai Celti (come suggerirebbe il suffisso -ate)[5] e, durante il Medioevo, parte del comune di Como[6]. Tra il X e il XI secolo, le zona di Nullate venne ribattezzata in Vergosa.[5] Attestato dapprima come Vergosia (1064) poi come Vergoxia[6], il paesino apparteneva alla pieve di Uggiate.Il 4 giugno 1095, Urbano II consacrò la chiesa di Santa Maria di Lurate in Vergosa (ossia l'antica chiesa parrocchiale di San Fermo della Battaglia). Negli annessi agli Statuti di Como del 1335 il centro di Vergosia risulta invece appartenere alla pieve di Zezio ed essere incaricato, insieme ad altre località, della manutenzione della stratam de Cardevio a platea que est ad domos quondam Alberti Zanforgi usque ad Sassum de Cardevio.[7] Nel 1652 Vergosa ottenne la redenzione dall'infeudazione, per la quale fu tuttavia costretto a un pagamento quindecennale ancora attivo nel 1751, anno in cui l'abitato si estendeva ai cassinaggi di “Case di Zeno”, “Mornago di dentro”, “Mornago di fori”, Figino, “Case di Penapor”, “Case di Ronchetto”, “Ravona di sopra”, “Ravona di sotto”, “Case del Gaggia”, “Case di Bilinghè”, Trinità, Cantone, “Castella di sopra”, “Castella di sotto”, “Case sopra la Valle”, Casinaglia, Dolcilera, “Case dette Cà Matta”, Camerano, “Case di Monte”, “Case di Cima la Costa”, “Grandola di sopra”, “Grandola di sotto”, Valdomo, Giciasca, Virolo, “Case del Sole”, “Case di Matto” e Campora.[7] Sei anni dopo, una nuova compartimentazione del Ducato di Milano implicò uno spostamento di Vergosa nella pieve di Uggiate.[8] Successivamente, nel 1808, in piena età napoleonica il comune di Vergosa venne soppresso e aggregato alla città di Como[9], ma recuperò l'autonomia in seguito all'istituzione del Regno Lombardo-Veneto[10]. Il 27 maggio 1859,[11] nel corso della Seconda Guerra d'Indipendenza, avvenne l'episodio più celebre nella storia della località: la Battaglia di San Fermo, un breve ma aspro scontro fra i Cacciatori delle Alpi, guidati da Giuseppe Garibaldi, e la guarnigione austriaca di Como al comando del generale Karl von Urban, parte della quale era appostata in difesa presso la chiesa di San Fermo. Lo scontro si concluse con il ripiegamento degli austriaci su Como, che subito dopo abbandonarono e sancì la conquista della città da parte delle truppe italiane. Un monumento, posto nel 1873 sull'attuale via de Cristoforis segna il punto in cui morì, durante lo scontro, il capitano garibaldino Carlo de Cristoforis con altri 13 volontari. Con l'avvento dell'Unità d'Italia, nel 1861 il comune di Vergosa contava 696 abitanti e nel 1911 il comune assunse la nuova denominazione di San Fermo della Battaglia[12]. Dal 1º gennaio 2017, a seguito di un referendum popolare tenutosi il 9 ottobre 2016, il comune ha incorporato per fusione il limitrofo comune di Cavallasca. Dall'8 maggio 2017, a seguito dell'inglobazione del comune di Cavallasca, Poste Italiane ha assegnato un nuovo cap: 22042.[13] SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto della Repubblica del 10 gennaio 1985.[14] «Semipartito troncato: nel primo, d'azzurro, al Santuario di San Fermo, al naturale; nel secondo, di rosso, al monumento per i Caduti della Battaglia di San Fermo dell'’anno 1859, al naturale; nel terzo, di verde, alle tre stelle di cinque raggi, d'argento, poste due, una. Ornamenti esteriori da Comune.» Sono rappresentati il santuario di San Fermo e il Monumento che commemora la battaglia dalla quale il paese ha preso il determinate toponomastico; le tre stelle rappresentano le aspirazioni lontane, recenti e future dell'Italia; il campo azzurro simboleggia la serenità del luogo e la pace in generale, quello rosso (abbinato al monumento) il sangue dei combattenti e il verde il colore della speranza e delle verdi colline del territorio. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro. Monumenti e luoghi d'interesseMonumenti già presenti nel territorio comunale di VergosaArchitetture religioseChiesa di Santa Maria ImmacolataLa chiesa di Santa Maria Immacolata, nota anche come Chiesa di Santa Maria in Nullate,[15] sorge sul luogo laddove si trovava un tempio pagano,[16] trasformato in edificio di culto cristiano nel corso del III secolo. Consacrata nel giugno del 1095 da papa Urbano II,[17][18] il 2 maggio 1622 la chiesa fu elevata a parrocchiale indipendente dall'arcipretura di San Giorgio in Como[19]. Per esigenze di una maggior capienza, nel 1718 si procedette a una ricostruzione completa della chiesa. Lavori di ampliamento si registrarono anche nel 1870. All'interno, la chiesa conserva un grande dipinto raffigurante Santa Chiara e Santa Lucia e un quadro seicentesco dell'Immacolata Concezione[20]. Santuario dei Santi Fermo e LorenzoUna chiesa filiare della chiesa di Santa Maria Immacolata[19] è il santuario dei Santi Fermo e Lorenzo,[20][21] annoverato nell'elenco dei Santuari e templi votivi della Diocesi di Como[22]. Il santuario fu eretto nel 1592 sul luogo di un preesistente oratorio medievale,[6][23] dedicato a San Lorenzo.[24] Internamente, le pareti della chiesa conservano tracce di affreschi risalenti al Seicento[23]. Nel XVII secolo venne innalzato il campanile,[20] che durante la battaglia di San Fermo fu utilizzato come torre di appostamento da parte delle truppe austriache. Altre architetture religiose
Architetture civiliVilla Verga CiceriLa località detta Amato[27] ospita Villa Verga Ciceri, costruita nella seconda metà del XVII secolo[28] su commissione del cardinal Ciceri,[29] esponente di una famiglia che godeva di diritti feudali su San Vittore Olona e Cerro Maggiore.[27] Successivamente, la dimora passò nelle mani della famiglia Verga.[27] Dotata di un giardino botanico, la villa è introdotta da un portale del 1651[27] molto più che simile a quello che si trova a villa Imbonati di Cavallasca.[27][29] Il portale introduce a un cortile ricavato all'interno della "U" formata dalla pianta dell'ala principale della dimora.[27] Il cortile si apre in direzione della cosiddetta Val Grande, solcata da uno dei ruscelli che dà origine al fiume Seveso. All'interno della villa, alcune delle sale conservano coperture a cassettoni[27]. Villa BagliacaIn località Leno si trova Villa Bagliaca[27], dimora rurale realizzata nel corso del XVIII secolo.[26] La casa presenta un impianto a "U" aperta, il quale racchiude un cortile su cui si affaccia un porticato dotato di colonne in ghiandone.[26] Altre architetture civili
Altro
Monumenti di CavallascaArchitetture religiose
Architetture civili
SocietàEvoluzione demograficaDemografia pre-unitaria
Demografia post-unitariaAbitanti censiti[40] Istituzioni, enti e associazioniOspedaliDal 3 ottobre 2010, la località di Ravona ospita l'Ospedale Sant'Anna. EconomiaDopo secoli di vocazione agricola, tra gli anni 1970 e 1980 l'economia di San Fermo della Battaglia vide un notevole sviluppo nell'ambito dell'artigianato e dell'industria tessile. Numerosi i pendolari che convergono su Como, così come i frontalieri.[11] NoteEsplicative
Bibliografiche
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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