Gli edifici sono elencati in liste suddivise per comune; includono quasi settanta chiese consacrate (sebbene non tutte officiate regolarmente), a cui si aggiungono oltre trenta cappelle e alcuni edifici sconsacrati, in rovina, scomparsi o altrimenti non più attivi. Gli edifici di culto consacrati appartengono tutti alla confessione cattolica e fanno parte dell'arcidiocesi di Trento, con l'eccezione della chiesa di San Michele nella Val Malene (comune di Pieve Tesino) che è una chiesa periferica della diocesi di Treviso.
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1531, all'epoca era dedicata ai santi Biagio e Giorgio; venne ampliata entro il 1533, dotata di campanile nel 1595-1603 e di nuovo ampliata nel 1606-08, nel 1616 e nel 1740-48[1].
Fondata nel 1668-72 da Giovanna Maria della Croce, assieme ad un monastero di clarisse; entrambi furono soppressi dalle disposizioni giuseppine nel 1792, e la chiesa venne restituita al culto nel 1847, anno in cui venne anche rifatta la facciata in stile neoclassico. L'edificio venne gravemente danneggiato da un incendo nel 1862, che lasciò intonso soltanto il presbiterio; contestualmente alle riparazioni (concluse nel 1873), venne demolito l'ex complesso conventuale, lasciando così la chiesa isolata nella neonata piazza. Nel corso del Novecento il tempio venne progressivamente abbandonato, e funse da magazzino durante entrambe le guerre mondiali; venne nuovamente restaurata e riaperta al culto come tempio civico nel 1973[3].
Parrocchiale. Costruita nel 1715-17. Nel 1795 venne rifatto il campanile, e nel 1870 venne ampliata tutta la struttura. La chiesa dovette essere ricostruita nel 1920, dopo essere stata quasi totalmente distrutta durante la prima guerra mondiale; la nuova struttura venne quindi ampliata nel 1957[4].
Costruita, assieme a tutto il convento francescano adiacente, nel 1600-01; nel 1641 venne dotata di campanile, nel 1647 venne aggiunta la cappella laterale dedicata sant'Antonio di Padova, e nel 1662 la sagrestia originaria venne allargata e convertita in oratorio. Nel 1871 venne rialzata la facciata; nel 1893, nell'ambito di un generale rimaneggiamento della chiesa, vennero demolite due cappelle laterali che sorgevano ai lati del presbiterio. Nel 1947 la cappella di Sant'Antonio venne adibita a sagrestia. Dal 1984, il complesso conventuale ospita anche le monache clarisse[5].
Risalente probabilmente all'ultimo quarto del XII secolo e ampliata negli anni 1320 o 1330, la chiesa è adiacente ad un romitorio che è stato attivo certamente fino alla fine del Settecento[6].
Costruita tra il 1621 e il 1639, per ospitare un'immagine della Madonna ritenuta miracolosa che era in precedenza posta in un'edicola votiva più a monte; nel 1653-54 venne aggiunto il campanile, e nel 1662 venne rifatta la volta. La chiesa venne investita e gravemente danneggiata da una piena del torrente Rivo nel 1848, e sottoposta a vari lavori di restauro fino al 1899[7].
Parrocchiale. La fondazione della chiesa, citata per la prima volta nel 1323, può essere collocata forse addirittura nell'VIII secolo. Venne ricostruita verso il 1518, quindi ampliata nel 1554-57, poi nuovamente ricostruita in stile barocco tra il 1698 e il 1727; nel 1748-59 venne costruito il nuovo campanile, a cui seguì nel 1760 la demolizione di quello vecchio. Nel 1857-63 venne costruita la cupola[10].
Oratorio o chiesa di San Rocco, o cappella dei Santi Rocco e Antonio Abate, e cappella di San Michele
L'edificio include due luoghi di culto: la cappella di San Michele sotto, e l'oratorio di San Rocco sopra. Il nucleo originario della chiesa, costituito dalla prima dei due (all'epoca una cappella cimiteriale), risale forse al XV secolo; nel 1509, come ex voto per la fine dell'epidemia di peste, sopra ad essa venne costruita la cappella dei Santi Rocco e Antonio Abate; l'intero edificio venne poi ampliato nel 1675 a seguito di un'altra ondata di peste, che risparmiò la comunità di Borgo. Nel 1789, per via degli editti giuseppini, la cappella di San Michele venne adibita ad ossario, mentre la chiesetta di San Rocco venne soppressa: entrambe vennero riaperte al culto nel 1831-33[11][12][13].
Di pertinenza di Villa Bortolotti (già Villa Waiz), eretta nel 1843-44 al posto di una vecchia chiesetta omonima situata sul pianoro della Rocchetta, che era caduta in rovina[17].
Costruita nel 1660 per volontà di Giulio Francesco Ceschi di Santa Croce; nel 1844 venne demolita la prima campata per far posto al nuovo corso stradale, e la facciata venne quindi rifatta nelle forme attuali[19].
Cappella dell'Invenzione (o del Ritrovamento) della Croce
Una prima cappella sorse nelle adiacenze dell'antico ospedale di Borgo nel 1494 circa, e venne restaurata nel 1876; a inizio Novecento venne costruito l'ospedale nuovo, e quello vecchio venne dismesso e convertito in abitazione (le pietre del campanile a vela della cappella vennero reimpiegate usate per un monumento davanti al cimitero). La cappella del nuovo ospedale venne edificata nel 1913, e radicalmente ristrutturata nel 1970-73[11][21][22].
Cappella di Maso Hoffer (già Maso Savaro), edificata nel 1829. Sul finire del Novecento l'intero complesso era in pessime condizioni, e la cappella era adibita a fienile e deposito per attrezzi; è stato poi avviato un progetto di recupero del sito[23].
Questa chiesa, citata nel 1505 e di cui non si sa nulla, sorgeva sul luogo dell'odierno convento di San Francesco, e venne demolita proprio per far posto a quest'ultimo[5].
Parrocchiale. Edificata in data imprecisata tra il 1650 e il 1665, venne ampliata nel 1882 con l'aggiunta del corpo rettangolare anteriore, mentre tra il 1901 e il 1915 venne sopraelevato il campanile[26].
Nata come chiesa cimiteriale e in origine dedicata alla Santa Croce, venne eretta tra il XIII e il XIV secolo; venne considerevolmente rimaneggiata nel 1603-07, con la successiva aggiunta della sagrestia nel 1612[29].
Parrocchiale. Una prima cappella è citata già a partire dal 1533; questa venne danneggiata da una piena del torrente Chieppena nel 1633, ed entro il 1667 venne sostituita da una nuova chiesa. Nel 1846-50 anche questa seconda struttura venne abbattuta, e venne eretta la chiesa attuale; nel 1966 l'edificio venne colpito significativamente da un'altra alluvione[30].
Parrocchiale. Costruita nel 1922-23 a servizio degli abitati di Ivano e Fracena; il terreno scelto si dimostrò fin da subito particolarmente instabile, tanto che il campanile crollò (e venne quindi ricostruito) già nel 1923.[31].
Parrocchiale. Una prima chiesa, dedicata alla Madonna e a San Zenone, sorse nei primi decenni del Quattrocento; nel 1470 venne rialzato il campanile, e durante il Cinquecento l'intitolazione venne cambiata in favore dell'Immacolata. Questa struttura, divenuta ormai troppo piccola nell'Ottocento, venne rifatta tra il 1826 e il 1831, conservando della precedente il campanile, l'abside, le due sagrestie e parte del presbiterio; la facciata del nuovo edificio venne portata a termine solo nel 1901. Il tempio soffrì molto durante la prima guerra mondiale, quando venne trasformato in magazzino e colpito più volte dalle granate; venne restaurato entro il 1921[32].
Parrocchiale. La data di fondazione è posta tradizionalmente nel 1526, mentre la prima citazione dell'edificio è solo del 1726. Questa prima chiesa venne riedificata completamente tra il 1847 e il 1850, e dotata di campanile entro il 1895, e di abside nel 1910[33].
Parrocchiale. Una prima chiesa venne edificata tra il 1711 e il 1726; questa venne totalmente riedificata tra il 1903 e il 1912 e, gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, venne riparata entro il 1921[34].
Citata per la prima volta nel 1531, venne ampliata nel 1620-22. Gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, venne restaurata entro il 1922[35].
Situata all'interno del Castel Ivano (a cui forse ha dato il nome) e documentata sin dal 1202, fu sede pievana prima che la carica passasse alla chiesa di Strigno all'inizio del Quattrocento; la struttura venne ricostruita in sede diversa nel 1612[39][40][41][42].
Citata nel 1564, la chiesetta era dotata anche di cimitero, a servizio anche degli abitanti di Spera. Nel 1786 la navata venne adibita a locale scolastico, e venne separata dal presbiterio, che rimase consacrato, e il campanile venne abbattuto, nonostante una forte opposizione popolare. Spostata la sede scolastica nel 1905, il comune ignorò la richiesta degli abitanti di restituire al culto l'intero edificio, e lo destinò ad una fabbrica di merletti; nel 1908 vi trovò posto invece un ospedale militare e, dopo la prima guerra mondiale, un ricovero. Ora è abbandonata[41].
Parrocchiale. Documentata nel 1103, questa prima struttura venne danneggiata e parzialmente ricostruita più volte già entro il 1554. Il presbiterio barocco risale probabilmente al tardo Settecento, mentre nel 1882 venne aggiunta una cappella laterale. La chiesa venne quasi totalmente distrutta durante la prima guerra mondiale; venne sostanzialmente ricostruita entro il 1931, rispettando comunque le caratteristiche dell'edificio precedente[45].
Costruita nel 1436 per volontà del notaio Donato Pelloso, subì alcuni rimaneggiamenti nel corso dei secoli e venne profanata e spogliata durante la prima guerra mondiale[46].
La costruzione risale al 1603-04, su commissione della famiglia Wolkenstein Rodenegg, per contenere un'immagine della Madonna ritenuta miracolosa; il campanile venne aggiunto in data imprecisata tra il 1622 e il 1642. La chiesa subì consistenti danni durante la prima guerra mondiale; il restauro avvenne entro il 1928[51].
Chiesa della Regina della Pace, o chiesetta del Pront
Costruita nel 1946 dai reduci di Caoria superstiti della seconda guerra mondiale, e come ringraziamento perché il paese venne risparmiato dalle distruzioni del conflitto[52][53].
Chiesa di San Rocco, o oratorio dei Santi Rocco e Pantaleone
Costruita nel 1481, a scioglimento di un voto contratto durante la peste del 1479; la chiesa subì alcuni rimaneggiamenti e aggiunte nel XVI e XVII secolo, prima di essere gravemente danneggiata da un incendio nel 1776, dopo il quale venne riparata e ampliata. Adibita a magazzino militare durante la prima guerra mondiale, venne poi restaurata e divenne sede parrocchiale pro-tempore, fino alla ricostruzione della chiesa di San Giorgio[54].
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1465, nel 1604 venne sopraelevato il campanile e, nel 1608-09, venne ampliato tutto l'edificio, ruotando l'orientamento di 90° e trasformando l'antica abside in sagrestia. Nel 1731 venne aggiunta una cappella laterale, mentre nel 1805-08 venne di nuovo rialzata la torre campanaria. La chiesa subì alcuni danni durante la prima guerra mondiale; i lavori di riparazione vennero completati entro il 1924, e con l'occasione si riconvertì l'antica abside in cappella e venne realizzata una nuova sagrestia[56].
Citata per la prima volta nel 1272; è documentato un lungo lavoro di ampliamento tra il 1845 e il 1856, che comportò tra l'altro la ricostruzione dell'abside. La chiesa subì gravissimi danni durante la prima guerra mondiale, con il crollo della volta, del tetto e di parte del campanile; le riparazioni vennero effettuate entro il 1925, e un altro importante restauro seguì nel 1970-85[57].
Parrocchiale. Costruita probabilmente nel corso del Quattrocento, venne ampliata nella prima metà del secolo successivo, costruendo anche il campanile. Quest'ultimo crollò nel 1781, e venne rifatto nello stesso anno. In data compresa tra il 1784 e il 1828, tutto il tempio venne ricostruito, ma il nuovo edificio venne distrutto da un incendio nel 1876 e dovette essere ricostruito nuovamente (con l'eccezione del campanile, che venne tra l'altro rialzato) nel 1878-79. La chiesa subì alcuni danni durante la prima guerra mondiale (come quasi tutte quelle della zona)[62].
Parrocchiale. Costruita nel 1929-33 in sostituzione della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, divenuta troppo piccola; la struttura venne ulteriormente allargata nel 1960[66].
Citata per la prima volta nel 1585, venne ampliata tra il 1628 e il 1642; la chiesa venne danneggiata dalle truppe militari sia nel 1824, sia durante entrambe le guerre mondiali[68].
Cappella cimiteriale, eretta nel 1946-47 come ex voto poiché il paese venne sostanzialmente risparmiato dai danni della seconda guerra mondiale[69][70].
La costruzione della cappella è da collocarsi probabilmente a seguito dell'epidemia di colera del 1836 o di quella del 1855; distrutta da un incendio, venne riedificata nel 1910[73].
Cappella ai caduti
XX secolo
Località Barricata
Eretta nel 1981 dagli amici di tre vigili del fuoco deceduti il 30 maggio di quello stesso anno precipitando con il camion dalla strada che da Barricata scende verso Selva; è dedicata a tutti i caduti in montagna[74].
Chiese sconsacrate o scomparse
Chiesa di Sant'Antonio di Padova, o dei Santi Antonio e Brigida
Costruita probabilmente nella prima metà del Seicento, in sostituzione della cappella di San Giorgio, venne rimaneggiata più volte; nel 1859 vennero aggiunti presbiterio e due sagrestie. Gravemente danneggiata e saccheggiata durante la prima guerra mondiale, venne riparata dopo il conflitto, ma pochi anni più tardi venne sostituita dalla nuova parrocchiale omonima, costruita a fianco[75]; la chiesa venne sconsacrata, pesantemente modificata e trasformata in cinema-teatro, lasciando in funzione il campanile[76].
Antica chiesa pievana; un luogo di culto sul posto era presente probabilmente già dal XIII secolo, ma l'edificio attuale è quattrocentesco. Il campanile venne aggiunto nel 1625-45, nel Settecento vennero aggiunte due navate e rifatto il presbiterio, mentre la facciata è del 1898. La chiesa è sconsacrata, e destinata ad attività culturali[77].
Citata per la prima volta nel 1533; si trattava di una chiesetta campestre, che già verso fine secolo versava in condizioni non molto buone. Documentata l'ultima volta nel 1726, venne poi sotterrata da una frana. I resti vennero rinvenuti durante gli scavi della ferrovia nel 1908, assieme a un'acquasantiera collocata ora nella parrocchiale di Tezze[75].
Piccola cappella a pianta ottagonale, costruita nel 1754-57 e quasi totalmente riedificata nel 1910; venne abbattuta nel 1929 per far posto alla nuova chiesa parrocchiale[78][79].
Parrocchiale. Costruita nel 1724, venne considerevolmente ampliata nel 1857. Gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, venne riparata nel 1922-23[80].
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1196, venne totalmente ricostruita nel 1640-43. Nel 1748 venne rialzato il campanile, che fu poi l'unico elemento ad essere mantenuto in occasione di una seconda ricostruzione della chiesa nel 1859-64. Come gran parte delle chiese della zona, venne danneggiata durante la prima guerra mondiale; altri lavori di riparazione si resero necessari dopo il terremoto del Friuli del 1976[83].
Costruito nel 1663, a seguito dell'apparizione della Madonna ad un pastorello sordomuto presso una preesistente edicola votiva; nel 1945 venne aggiunta la cappella laterale[84].
Parrocchiale. Antica chiesa pievana, citata per la prima volta nel 1184, venne ricostruita nella seconda metà del Quattrocento. Nel 1590 venne portato a termine il campanile e nel 1688 venne aggiunta la sagrestia[85].
Edificata nel 1965, come parte di un campeggio estivo per ragazzi della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Mussolente (provincia di Vicenza e diocesi di Treviso); fu l'unica struttura a resistere all'alluvione del 4 novembre 1966[86].
Chiesa di San Sebastiano, o dei Santi Fabiano e Sebastiano, o cappella di San Sebastiano in Colle
Costruita nel 1479, a scioglimento di un voto fatto durante un'epidemia di peste; nel 1717 venne ampliata la sagrestia, e nel 1883 venne rialzato il campanile[87].
Cappelle
Cappella del Cristo Flagellato, o della Flagellazione di Nostro Signore
Costruita da tal Antonio Nervo Miazzo nel 1755, a servizio dei masi della zona di Campestrin, all'epoca molto popolosi; è stata restaurata nel 1927[88].
Cappella della Madonna del Carmine, detta "ai Broccati"
Costruita nel 1837 dalla famiglia Pacher, venne distrutta durante la prima guerra mondiale e il sito rimase abbandonato fino al 1942-43, quando una chiesetta venne eretta sulle macerie di quella precedente[90].
Parrocchiale. Una chiesa sul luogo, di cui rimangono ancora alcuni elementi, esisteva già nel XII-XIII secolo; l'edificio venne rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, incluso un ampliamento nel 1888. Subì gravissimi danni durante la prima guerra mondiale, venendo riparata nel 1922[92].
Una prima chiesetta venne edificata forse da abitanti germanofoni tra il Trecento e il Quattrocento, ed è citata per la prima volta nel 1585. Andò distrutta durante la prima guerra mondiale, e venne ricostruita nel 1927[97].
Parrocchiale. Venne costruita intorno al 1413 e poi riedificata nel 1514, quindi ampliata nel 1687, poi ricostruita una terza volta nel 1758; il campanile venne rifatto nel 1886-88[98].
Costruita nei primi decenni del Cinquecento e citata per la prima volta nel 1533, nel corso del Seicento fu chiesa eremitica; nel 1888 l'edificio venne parzialmente ricostruito, e al contempo privato del campanile[99].
Una prima chiesetta venne eretta nel 1822, per poi essere totalmente ricostruita già nel 1864. Distrutta durante la prima guerra mondiale, venne nuovamente riedificata nel 1923[101].
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1312, venne ampliata intorno al 1618, e poi totalmente ricostruita tra il 1818 e il 1827 (la facciata del nuovo tempio venne conclusa solo nel 1860). Durante la prima guerra mondiale subì gravissimi danni: crollarono tra l'altro il campanile, la volta della navata e la cupola sopra il presbiterio. Le riparazioni vennero effettuate nel 1921, e il nuovo campanile sorse nel 1925[109].
Chiesa dei Santi Martino e Valentino, o di San Valentino
Costruita probabilmente tra il Due e il Trecento, era inizialmente dedicata al solo san Martino; dal 1585 questi è affiancato dai santi Valentino e Dorotea. Nel corso del Seicento la chiesa venne ampliata, raggiungendo l'aspetto attuale[110].
Edificata nel 1711 per volontà di Bonaventura Francesco Antonio Buffa, come cappella privata a servizio del vicino palazzo di famiglia; gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, è stata riparata e riaperta al culto solo nell'anno 2000[112].
Chiesa cimiteriale comunale. Edificata nel corso del Trecento, venne ampliata più volte nel XVII secolo. Profanata e danneggiata durante le guerre napoleoniche, cadde in stato di semi-abbandono; venne ribenedetta nel 1826, ma le riparazioni, e un piccolo ampliamento, seguirono solo alla fine del secolo[117][118].
Parrocchiale. Costruita tra il 1469 e il 1474, fu chiesa pievana fino al 1586. Il campanile venne eretto verso la metà del Cinquecento; poi, tra 1730 e il 1741, l'intero edificio venne riedificato. Danneggiata, specialmente nella zona absidale, dalle granate durante la prima guerra mondiale, venne riparata entro il 1920[119].
Costruita nel 1971-73 su un terreno occupato fino al 1929 dal cimitero di guerra austroungarico "delle albere"; la chiesa venne voluta da tal Maria Strosio in memoria del defunto fratello Giuseppe, ed è addossata ad una villetta che era di sua proprietà, e che venne donata come alloggio per il sacerdote[120].
Costruita nella prima metà del Trecento, è citata per la prima volta nel 1348. Venne considerevolmente ampliata nel primo ventennio del Cinquecento, e dotata di sagrestia nel Seicento. Dopo la costruzione della nuova parrocchiale, nel 1835 venne sconsacrata, venduta e trasformata in abitazione privata. Alla morte, nel 1922, l'ultimo erede dei nuovi proprietari la cedette nuovamente alla parrocchia con la clausola che venisse restituita al culto: a causa del protrarsi dei lavori di restauro, ciò avvenne solo nel 1952[123].
Una prima cappella sul posto sorse all'inizio del Seicento; venne sostituita dalla struttura odierna nel 1841-44, costruita a scioglimento di un voto fatto nel 1836 durante un'epidemia di colera[127].
Una prima cappella votiva venne costruita nel Cinquecento, su iniziativa della locale confraternita dei Santi Antonio Abate e Rocco; essa venne riedificata tra il 1642 e il 1652, e dalla metà del Settecento venne adoperata come deposito per il cimitero. Riaperta al culto nel 1884, venne danneggiata durante la prima guerra mondiale, e riparata nel 1925[129].