Gli edifici sono elencati in liste suddivise per comune; includono oltre sessanta chiese consacrate (sebbene non tutte officiate regolarmente), a cui si aggiungono oltre venti cappelle. Gli edifici di culto consacrati appartengono tutti alla confessione cattolica e fanno parte dell'arcidiocesi di Trento.
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1384, venne ricostruita totalmente, ad eccezione del campanile, nel 1515. Il nuovo edificio venne ulteriormente ampliato nel 1620; nel 1759 venne aggiunta la sagrestia, e nel 1821 venne rifatta la facciata[3].
Parrocchiale. Una prima chiesa è documentata nel 1384, e venne riedificata intorno al 1528. La nuova chiesa venne ampliata nel 1617, e poi ulteriormente rimaneggiata entro la fine del secolo[5].
Chiesa cimiteriale. Un primo luogo di culto, dedicato a san Lorenzo, esisteva nel 1497; esso venne ricostruito dopo il 1510 per volere del nobile Bernardino Malanotti, sopravvissuto alla peste di quell'anno. Nel corso del Seicento vennero aggiunte le cappelle laterali e la sagrestia[6].
Fatta costruire verso la fine del Seicento da don Sigismondo Alfonso Manfroni, su un terreno di sua proprietà, come quattordicesima e ultima stazione di una via Crucis; nel 1742 era in cattive condizioni, e vi si celebrò la messa fino al 1751, poi venne sospesa; a metà Ottocento vennero poi rimosse le altre stazioni della via Crucis e, ad un certo punto, la cappelletta venne reintitolata a sant'Apollonia (la cui statua, assieme a quella di santa Lucia, era conservata nell'edificio fino agli anni settanta); successivo al 1766 è anche l'affresco in facciata. Negli anni 1930 la struttura era in condizioni abbastanza buone; essa venne sottoposta a vari lavori di restauro nel 1943, 1968, 1971 e 2012[9][10][11].
Chiesa della rocca di Samoclevo, consacrata nel 1474[13]; il castello è in gran parte caduto in rovina, inclusa la cappella, di cui non rimangono che pochi resti basali[14].
Cappella della Beata Vergine Maria, o chiesa della Natività della Vergine Maria e dei Santi Francesco e Antonio, o chiesa di Santa Maria
Parrocchiale. Documentata per la prima volta nel 1400, venne demolita e ricostruita tra il 1402 e il 1427 circa; la chiesa venne notevolmente rimaneggiata e ampliata nel 1628[16].
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1244, tra il 1450 e il 1488 venne ampliata aggiungendo il presbiterio, nel 1613 venne costruita la navata laterale e nel 1617 la cappella sinistra. La sagrestia venne rifabbricata due volte, nel 1751 e nel 1827[17].
Documentata a partire dal 1460; all'inizio del Seicento una frana ostruì la facciata, e ne venne quindi realizzata un'altra, modificando l'assetto della chiesa. Un cedimento del soffitto rese inagibile la chiesa dal 1971 al 1975, anno in cui venne sostituito[18].
Costruita tra il 1510 e il 1513 per ottemperare a un voto popolare contro la peste; venne colpita da un incendio nel 1837 e poi da un altro, più grave, nel 1843; a entrambi seguirono i restauri[21].
Citata a partire dal 1580, venne rimaneggiata nel 1611, e sei anni più tardi venne dotata di campanile e di sagrestia, la quale venne rifabbricata nel 1775-79[22].
Parrocchiale. Una prima cappella è citata nel 1245; essa venne ricostruita tra la fine del Quattrocento e il 1503. Nel 1611 venne aggiunta la cappella laterale destra[23].
Parrocchiale. Documentata a partire dal 1264, ma risalente forse anche al IX secolo, venne ricostruita nel Quattrocento (entro il 1488); la navata venne allungata nel 1516, e poi di nuovo nel 1957-58[25].
Costruita tra il 1751 e il 1788, in sostituzione di una chiesa quattrocentesca collocata forse in diversa posizione; danneggiata dal terremoto del 1976, rimase chiusa al culto fino al 1988[28].
Documentata nel 1590[32], associata ad un ospizio per viandanti gestito da dei frati; il luogo venne abbandonato verso la metà del Seicento, e della chiesa non rimangono che poche tracce[33].
Parrocchiale. Antica pieve di Malé, citata già nel 1178; venne ricostruita nel 1491-97, e nel corso del Cinquecento venne rifatto il protiro, ampliato il presbiterio ed aggiunta una cappella laterale; altre ne vennero aggiunte entro il 1672, quando ne vengono citate quattro. Il Settecento vide diversi rimaneggiamenti, e nel 1802 venne ulteriormente ampliato il presbiterio. La chiesa venne colpita da vari incendi, l'ultimo dei quali nel 1923[36].
La data di costruzione è ignota, ma venne consacrata nel 1628; venne ampliata nel 1684-87, e poi ancora nel 1733; nel 1782-83 venne costruita la sagrestia[37].
Parrocchiale. Citata nel 1348, ampliata dapprima nel 1553 e poi nei secoli successivi; la chiesa, posta su una collina a 1218 m s.l.m., serve le comunità di Bolentina e Montes[38].
Citata a partire dal 1270, in quell'epoca vi si teneva una grande fiera annuale; la sua importanza andò calando tanto che, verso il 1579, era in pessima condizioni. Venne restaurata un paio di volte, tornando sempre a cadere in abbandono, fino a che venne lasciata andare in rovina verso la fine del Settecento[43].
Parrocchiale. Edificata probabilmente nel corso del Quattrocento, nel 1513 vennero rifatte le volte in stile gotico, nel 1672 venne costruito il campanile, e nella seconda metà dell'Ottocento venne allungata la navata di una campata e vennero aggiunte le cappelle laterali[44].
Costruita nel 1707-11 per assolvere a un voto fatto alla Madonna, al posto di una preesistente cappella dedicata a san Rocco; venne colpita da incendi sia nel 1862, sia nel 1904[45].
Parrocchiale. Citata a partire dal 1211, venne riedificata verso la fine del Quattrocento e dotata di volte gotiche nel 1536; nella prima metà dell'Ottocento vennero aggiunti il portico e la navata sinistra[46].
Cappella cimiteriale, documentata dal 1450; ampliata nella prima metà del Seicento, venne demolita nel 1804, quando il camposanto venne traslato altrove[50].
Una prima chiesa dedicata a san Carlo Borromeo venne costruita nel Seicento, e andò distrutta in una piena del torrente Vermigliana nel 1846; nel 1902-04 si provvide a costruire la nuova chiesa, in un luogo più sicuro a monte dell'abitato. Venne adibita a deposito militare dal comando austriaco durante la prima guerra mondiale, venendo restituita al culto nel 1920[53].
Parrocchiale. Antica chiesa pievana, documentata già a partire dal 1183; venne riedificata tra il 1495 e il 1601, ma già nel 1656 rimase priva della sagrestia, distrutta da un'alluvione. Nel 1876 venne aggiunto il protiro[55].
Chiesa del castello di San Michele, di costruzione anteriore al castello stesso (che è citato per la prima volta nel 1191). Dal 1749 risulta ridotta ad uso profano, e successivamente è caduta in rovina con il castello; i resti sono stati individuati nel 2002[57][58].
Cappella di San Rocco, o della Beata Vergine del Carmelo
Cappella cimiteriale, citata a partire dal 1579, fu sede di una confraternita del Carmine; venne restaurata nel 1743, ma finì gravemente danneggiata da un incendio nel 1789 e, una volta spostato il camposanto, venne demolita[59].
Parrocchiale. Una prima cappella nel paese è citata a partire dal 1301, e venne ricostruita sul finire del Quattrocento; la nuova chiesa venne ulteriormente ampliata tra il 1672 e il 1694, per poi essere riedificata una seconda volta, tra il 1830 e il 1872[60].
Una prima chiesetta è citata sul posto a partire dal Quattrocento, ma era probabilmente più antica; secondo la tradizione intorno ad essa sorgeva il paese di Pegaia, che nel 1431 sarebbe stato distrutto da un disastro naturale e mai più ricostruito. Ampliata nelle forme odierne a inizio Cinquecento, venne adibita a magazzino e stalla durante la prima guerra mondiale, e in seguito restaurata[62].
Una prima cappella venne eretta presso le fonti di Peio nel 1771, e venne sostituita nel 1850 da una nuova struttura, ulteriormente rimaneggiata nel 1867; nel 1955 venne aggiunto il portico, e nel 1966 sorse il campanile[63].
Parrocchiale. Citata indirettamente già dal 1319, venne ricostruita verso la fine del Quattrocento; nel 1617-21 vennero ingranditi la navata e il presbiterio, e nel 1806 venne aggiunta la sagrestia e ampliato ancora il presbiterio; nel 1893-94 venne infineinnalzato il campanile. Danneggiata dal terremoto del 1976, venne riparata nel 1981[64].
Menzionata a partire dal 1281, venne riedificata nel 1332 e poi ampliata nella seconda metà del Quattrocento. Venne danneggiata da un incendio, e quindi riparata, nel 1803; è stata parrocchiale fino agli anni settanta[65].
Parrocchiale. Citata per la prima volta nel 1380, venne abbattuta nella prima metà del Quattrocento, e ricostruita entro il 1481; seguì il campanile, terminato nel 1486. Nel 1595 venne aggiunta la sagrestia, mentre nel 1617-24 la navata venne allungata di una campata, e venne aggiunta una navata laterale a nord; nel 1672-84 venne inserita la cappella laterale. La chiesa venne ancora rimaneggiata nel corso dell'Ottocento, e nel 1964 la sagrestia venne demolita, e ricostruita sul lato settentrionale[66].
Chiesa dell'Immacolata e di San Bernardo di Mentone
Costruita a ricordo delle vittime della seconda guerra mondiale nel 1947; a circa 3535 metri di altitudine, è la chiesa in muratura più in quota d'Europa (e la seconda in generale dopo la cappella alla capanna Giovanni Gnifetti, sul monte Rosa)[67][68].
Citata per la prima volta nel 1347, venne rimaneggiata nella prima metà del Quattrocento, e nel Cinquecento venne cinta su tre lati da un porticato (originariamente a scopo cimiteriale)[69].
Parrocchiale. La prima menzione della chiesa è del 1446, e già nel 1462 è documentata la sua ricostruzione; venne colpita da un incendio nel 1853 che distrusse il campanile, ricostruito nel 1856-60. Altri roghi colpirono la chiesa nel 1921 e nel 1924[72].
Costruita a fine Quattrocento, probabilmente dopo l'epidemia di peste del 1495; nel 1646 venne aggiunta l'odierna navata, e dal 1915 l'area circostante è adibita a cimitero miliare austroungarico[73].
Edificata verso il 1931 dagli operai addetti alla costruzione della diga del Careser; adibita a deposito e caduta progressivamente in degrado dagli anni sessanta, è stata restaurata nel 2005[74].
Cappelle
Cappella di Sant'Antonio, o di San Rocco e Sant'Antonio
Costruita forse nel Quattrocento, era in origine dedicata a san Rocco; nel 1893 venne demolita tutta la navata per lasciare spazio al nuovo campanile dell'adiacente chiesa parrocchiale, lasciando solamente la zona presbiteriale, riadattata quindi a cappella[75][76].
Costruita verso la fine del Quattrocento, su un terreno allora adibito a cimitero; in origine era dedicata a san Rocco, poi a san Lorenzo. La struttura era inizialmente aperta da arcate su tre lati, successivamente murate[77][78].
Edificata probabilmente durante l'Ottocento, venne gravemente danneggiata dagli eventi bellici della prima guerra mondiale, e quindi ricostruita nel 1920[79].
Parrocchiale. Un primo luogo di culto venne costruito nel corso del Quattrocento; venne rinnovato a seguito di un grave incendio nel 1683, poi ampliato nel 1845 e dotato di campanile nel 1848[91].
Parrocchiale. Documentata già nel 1264 ma certamente precedente, venne ampliata significativamente intorno al 1470, e poi ancora tra il 1519 e il 1545 (quando l'edificio venne quasi totalmente ricostruito); nel 1590 venne aggiunta una cappella laterale. Dopo ciò sono documentati vari lavori di restauro[93].
Costruita verso il 1450 (anno in cui venne consacrata), venne ampliata nel 1580-86; nel 1957-61 vennero demolite le prime due campate, e rifatta la facciata, per allargare la strada[95].
Cappella cimiteriale, attestata nel 1503, ospitò una confraternita di San Gregorio (o dei Disciplini); già caduta in disuso verso il 1617, venne demolita nel 1689[50].
Parrocchiale. Una prima chiesa nella zona venne eretta verso 1436; nel 1958 essa venne demolita per allargare la piazza, e contemporaneamente, nel 1956-59, venne realizzato l'edificio odierno[98].
Parrocchiale. Costruita nel 1748, all'epoca era dedicata ai santi Giovanni Nepomuceno e Pantaleone; venne sottoposta a restauro nel 1784 a seguito in un incendio, e poi del tutto ricostruita nel 1836[100].
Eretta nel 1127 assieme all'ospizio a cui è addossata; chiusa al culto nel 1616, venne ampliata e probabilmente riaperta al culto nel 1642. La chiesa venne profanata diverse volte nell'Ottocento e subì gravi danni durante la prima guerra mondiale, venendo restaurata entro il 1929[107].
Documentata per la prima volta nel 1537, nel 1648 venne dotata di un portico a nord (poi demolito). La chiesa, danneggiata nel 1859, venne quasi distrutta da un incendio nel 1877, venendo riparata e riaperta due anni dopo. Subì poi gravi danni durante la prima guerra mondiale[108].
Citata per la prima volta nel 1210, venne ampliata, se non riedificata, nel corso del Seicento; venne convertita ad usi non liturgici tra il 1859 e il 1863, e subì dei danni da un incendio nel 1877 e poi ancora nel 1918[109].
Citata per la prima volta nel 1537, venne danneggiata da un incendio nel 1889, venendo restaurata entro il 1891; nel 1915 venne nuovamente dato fuoco alla struttura, riparata nel 1924[111].
Parrocchiale. Menzionata per la prima volta nel 1215, venne riedificata entro il 1638, e ulteriormente ampliata tra il 1826 e il 1868. Danneggiata durante la prima guerra mondiale, venne riparata e poi, nel 1943, ampliata aggiungendo alcuni ambienti a sud-ovest[112].