Gli edifici sono elencati in liste suddivise per circoscrizione; includono oltre quaranta chiese consacrate (sebbene non tutte officiate regolarmente), a cui si aggiungono alcune cappelle e qualche edificio scomparso o in rovina. Gli edifici di culto appartengono quasi tutti alla confessione cattolica e fanno parte della diocesi di Bolzano-Bressanone, con l'eccezione della chiesa evangelica di Cristo, di confessione luterana.
Fondata tra il 1599 e il 1603 come parte di un convento cappuccino, ampliata nel 1678-80. Chiusa tra il 1810 e il 1816, venne danneggiata dalle bombe durante il secondo conflitto mondiale, e quindi restaurata[2][3].
Una chiesa venne fondata dai Domenicani entro il 1276, sostituita nel Trecento da quella attuale, rimaneggiata in stile gotico nel Quattrocento. Chiusa per le disposizioni giuseppine nel 1796, cominciò ad andare in rovina, e venne enormemente danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, tanto che poi si pensò di abbatterla totalmente. Nel 1960 venne invece restaurata e riaperta al culto[4][5].
Fondata tra il 1221 e il 1237 dai Francescani, inglobando una preesistente cappella intitolata a sant'Erardo o a sant'Ingenuino. La chiesa andò distrutta da un incendio nel 1291, venendo quindi riedificata in stile gotico a inizio Trecento: nel 1348 venne ultimato il coro, nel 1376 il campanile, nel 1386 la cappella di Sant'Anna, demolita nel 1680 per fare spazio ad altre tre. Temporaneamente chiusa e adibita a caserma tra il 1810 e il 1813, a metà Ottocento venne rifatta la facciata. La chiesa venne quasi distrutta da una bomba nel 1944 e fu necessario ricostruirla[6][7].
Chiesa dei Santi Gioacchino e Anna, o della Sacra Famiglia
Costruita nell'Ottocento sulle fondamenta di una chiesa ben più antica, documentata già nel 1223, venne praticamente rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale; ciò che restava venne incorporato in una nuova struttura[10][11].
L'ordine teutonico, giunto a Bolzano nel 1202, prese dapprima possesso di una chiesa con ospedale dedicata a san Giovanni ai piedi del Virgolo; nel 1392 ottenne la proprietà della residenza Weggenstein in centro città, trasferendovisi nel 1400 e cominciando l'edificazione della chiesa dedicata a san Giorgio. Come le altre chiese di Bolzano, anche questa venne molto rovinata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale[12][13].
Consacrata nel 1180, nel Trecento vennero aggiunti il campanile e la volta a botte, e nel Seicento la sagrestia; sempre nel corso del Trecento, a più riprese, l'interno venne affrescato[14][15].
Risalente probabilmente al XII secolo, è documentata a partire dal 1207, e nel Trecento venne dotata del campanile. Pressoché distrutta dalle bombe durante la seconda guerra mondiale, venne sostanzialmente ricostruita[17][18].
Costruita nel 1960 e dedicata alla Maria Regina degli Angeli; nel 2018 è stata rimaneggiata, trasformandola in un complesso che contiene non solo una chiesa, dedicata a Josef Mayr-Nusser, ma anche diversi altri spazi ad uso delle associazioni giovanili cattoliche[20][21][22].
Parrocchiale. Una prima chiesa è citata già nel 1080 e poi ancora nel 1180; venne sostituita da un edificio romanico nel Duecento, di cui restano coro e parte del campanile: quest'ultimo venne rialzato durante un ampliamento del 1723, poi l'aula venne riedificata nel 1823[23][24].
Citata per la prima volta nel 1295; venne voltata a botte nel 1370 circa, nel 1500 venne rialzato il campanile, e nel 1627 vennero aperte alcune finestre in facciata e montato un nuovo portale, che è ora chiuso e occultato dall'altare maggiore[25][26].
Parrocchiale, duomo della città di Bolzano e concattedrale della diocesi di Bolzano-Bressanone. Un basilica paleocristiana, probabilmente intitolata a san Vigilio, sul posto sorse nel V-VI secolo, venendo riedificata intorno all'anno 800. Nel 1184 è documentata una chiesa romanica a due navate, sostituita a partire dal 1290 dalla struttura gotica attuale, completata nel Trecento e poi ulteriormente rimaneggiata nel Quattrocento. Tra il 1501 e il 1519 fu necessario ricostruire parzialmente il campanile, devastato da un incendio, e nel 1743-45 venne aggiunta la cappella laterale della Madonna delle Grazie. L'edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, e fedelmente restaurato[27][28].
Citata per la prima volta nel 1155 ma risalente forse addirittura all'epoca romana, venne dotata di campanile nel Duecento, e ingrandita nel Seicento con l'aggiunta tra l'altro di una cappella a nord e della sagrestia. Nel 1868 venne quindi rifatta la volta della navata[31].
Costruita nel 1683-84 su spinta di alcuni pellegrini di ritorno dalla Terrasanta, sostituendo una preesistente cappella. Chiusa nel 1786 per le disposizioni giuseppine e riaperta solo nel 1827, venne pesantemente colpita dai bombardamenti del 1944-45, e restaurata nel 1988[33][34][35].
Documentata per la prima volta nel 1275 come parte di castel Weinegg, è però sicuramente più antica: un sacello sorgeva sul posto già nel V-VI secolo, al cui posto sorse, a fine XII-inizio XIII secolo, la chiesa attuale. Sconsacrata e rialzata nel 1648 dopo la costruzione della vicina chiesa del Santo sepolcro, è stata restaurata nel 1992 (o 97)[36][37].
Sicuramente esistente nel Quattrocento, venne sconsacrata nel 1785-86; quasi totalmente demolita, ne restano alcune tracce nell'edificio che sorge al suo posto[43][44].
Citata per la prima volta nel 1285, venne restaurata (o ricostruita) per una frana nel 1323, e un'altra consacrazione è documentata nel 1405. Venne distrutta dai bombardamenti del 1943[45][46].
Antica chiesa romanica, consacrata nel 1080. Rifatta nel Trecento, venne affrescata nel Quattrocento e rimaneggiata nel 1709. Venne sconsacrata e convertita in abitazione (canonica) nel 1786[24][47].
Una prima cappella, citata nel 1275, sorse in prossimità di una sorgente ritenuta miracolosa, ma era frequentemente danneggiata da smottamenti e quindi, nel 1778, per volontà di un tal Johann von Zeno zu Tannhausen venne eretta la struttura attuale, situata in altro luogo[48][49].
Chiesa dell'omonimo podere, già di proprietà dell'abbazia di Novacella e ora tenuta dalla cooperativa "Gemeinschaft Maria Heim"; la struttura consiste di tre cappelle collegate, erette tra il 1640 e il 1652 al posto di un precedente edificio di culto romanico[51][52][53].
Parrocchiale. Una prima cappella dedicata a don Bosco sorse nel 1940, e già dall'anno seguente partì la costruzione della chiesa odierna, terminata, a causa della seconda guerra mondiale, solo nel 1947[56][57].
Chiesa di una comunità agostiniana, documentata dal 1166. Flagellata più volte dalle alluvioni, venne rifatta in stile gotico entro il 1343, e definitivamente distrutta dall'ennesima inondazione nel 1406, dopodiché gli Agostiniani si trasferirono in centro a Gries[58][63][64].
Parrocchiale. È la nuova chiesa dell'abbazia di Muri-Gries, edificata nel 1769-71 per sostituire la chiesa più antica (ancora esistente, ma sconsacrata). Il convento chiuse per le disposizioni giuseppine tra il 1781 e il 1790, e poi di nuovo nel 1807; nel frattempo, dal 1788 la chiesa era divenuta sede parrocchiale. Nel 1845 il complesso venne preso dai Benedettini, che avevano dovuto lasciare il proprio convento di Muri[65][49].
Fondata dalla comunità luterana nel 1905; colpita da una bomba durante la seconda guerra mondiale, prese fuoco e andò quasi completamente distrutta, dovendo essere ricostruita entro il 1952[66].
La prima citazione documentale della chiesa è del 1200 circa; a inizio Trecento venne aggiunto il campanile, a fine Trecento vennero rifatti l'abside e la volta della navata[69].
La prima citazione pervenutaci di questa chiesa è del 1165. Nel 1300 circa venne eretto il campanile, dotato di cuspide poligonale nel Cinquecento; nel corso del Quattrocento venne anche allungata la navata[70].
Citata per la prima volta nel 1242, nel Trecento venne dotata del campanile, poi rimaneggiato nel 1656, mentre nel 1736 venne costruita la navata ottagonale[71].
Documentata dall'inizio del IX secolo; una nuova chiesa venne eretta tra il 1319 e il 1360, dotata a inizio Quattrocento di una nuova abside e di sagrestia. Fu parzialmente ricostruita in stile gotico dopo un devastante incendio del 1452, e nel 1519 venne aggiunta la cappella di sant'Erasmo; cinquecentesca è anche la cuspide del campanile. È stata chiesa parrocchiale fino al 1788, quando ha ceduto il titolo alla vicina chiesa conventuale di sant'Agostino[72][73].
Parrocchiale. Edificata a partire dal 1971, doveva essere dedicata a sant'Antonio di Padova, ma essendo questo già titolare di molte chiese nei paraggi, si optò infine per i santi Sisinnio, Martirio e Alessandro[74].
Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo, o chiesa dei Carmelitani
Cappella di pertinenza del medievale castel Troyenstein (di cui resta solo la Torre Druso), costruita nel Trecento (consacrazione 1323), ampliata nel 1592 e affrescata nel 1668[76][77].
Chiese sconsacrate, in rovina o scomparse
Chiesa di Sant'Agostino
Fondata XII-XIII secolo, edificio odierno XV secolo
In origine cappella romanica (fine XII-inizio XIII secolo) del forte dei conti del Tirolo (già dei Morit-Greifenstein); nel 1406 gli Agostiniani, abbandonata l'antica chiesa di Santa Maria in Augia, entrarono in possesso del maniero, convertendolo in abbazia con chiostro ed, entro il 1417, trasformando la cappella in chiesa conventuale e convertendo il mastio in campanile. Dopo la costruzione della nuova chiesa conventuale nel 1771, questa venne sconsacrata, ed è parte integrante della cantina vitivinicola del complesso[65][78].
Menzionata nel tardo XII secolo (1173/74) quale fondazione del convento di Tegernsee, ma forse di fondazione più antica, venne più volte colpita dalle inondazioni del Talvera, finendo ricoperta di detriti[79] (la sala originaria si trova oggi ad oltre dieci metri di profondità). Nel 1610 venne così soppalcata, trasferendo la chiesa al piano superiore. Chiusa al culto per le disposizioni giuseppine nel 1786, venne adibita ad abitazione (casa Gugler) e rimaneggiata, e del luogo di culto non restano oggi che poche tracce[80][81].
^Hanns-Paul Ties, Mariaheim in Bozen-Gries. Vom Weinhof des Klosters Neustift zum Gemeinschafstzentrum / Mariaheim a Bolzano-Gries. Da tenuta vinicola dell'abbazia di Novacella a centro comunitario, Gemeinschaft Maria Heim-Neustift, Bolzano, 2023, ISBN 978-88-6563-354-0.
^Hannes Obermair, Das Werden eines Raums. Rottenbuch vor Rottenbuch, in Helmut Stampfer (a cura di), Der Ansitz Rottenbuch in Bozen-Gries, Tappeiner, Lana, 2003, ISBN 88-7073-335-1, pp. 16–17.
Gioia Conta, I luoghi dell'arte, vol. 1, Provincia autonoma di Bolzano, 1998, ISBN88-85129-25-0.
Ennio Marcelli, La parrocchiale di Don Bosco. Una chiesa in cammino, Bolzano, Circolo culturale don Bosco, 2004.
(DE, IT) Walter Rampl, Ein Haus voll Glorie schauet - Dimore della gloria divina, Südtirol 2 Alto Adige, Axams, 2015, ISBN978-3-9502677-4-7.
(DE) Josef Weingartner, Die bombardierten Bozner Kirchen (An der Etsch und im Gebirge, 1), Weger, Bressanone, 1947 [sulle distruzioni della Seconda guerra mondiale].