Ad montem duc nos[1][2][3] D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato [imbeccate e membrate di rosso], rivolte alla destra araldica; sul tutto, uno scudo inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso (Regno di Boemia); nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero (Gonzaga)[4][5]
Mantennero un ruolo di primo piano nel contesto politico italiano ed europeo grazie ai loro ambasciatori e a un'abile politica matrimoniale, che aveva portato a rinsaldare i rapporti con l'Impero, la Spagna, la Francia e con le dinastie sovrane e le famiglie nobili più in vista del tempo.[14]
La loro grande fama è anche legata al fatto di aver promosso, per diverse generazioni, la vita artistica e culturale al più alto livello. La collezione artistica dei Gonzaga (detta la "Celeste Galeria") era celeberrima, comprendeva infatti opere degli artisti più rinomati del Rinascimento e dell'età Barocca e venne venduta in buona parte al re d'InghilterraCarlo I quando i sovrani di Mantova si trovarono in difficoltà economiche.[16] I Gonzaga, oltre alle arti visive, sostennero anche molte grandi opere letterarie e di musica.[17]
Nel 1433Gianfrancesco (1407-1433) riuscì a ottenere, sborsando la cifra di 12.000 fiorini d'oro,[31] direttamente dalle mani dell'imperatore Sigismondo a Mantova il titolo di marchese: riuscì dunque a trasformare una carica da elettiva in ereditaria. Nacque il Marchesato di Mantova.
Nel 1708 il territorio del Monferrato venne annesso al Ducato di Savoia e la signoria di Mantova, dopo quattrocento anni,[32] passò sotto la dominazione austriaca.
Dal 30 aprile 1335 la famiglia utilizzò solo l'appellativo "Gonzaga", per questo Luigi I Gonzaga viene ritenuto il capostipite della famiglia. L'eliminazione del cognome Corradi avvenne perché il cognome risultava sconveniente, rispetto al toponimo suddetto de Gonzaga.[40]
Origine del nome
Potrebbe derivare dal nome latinoVerecundus, con l'aggiunta del suffisso -aca (ossia verecundus-aca), troncato poi in cundus-aca e da cui infine si è avuto l'esito locale in Gonzaga.[41][42] Secondo invece Gaspare Scioppio, storico della casata, deriverebbe dal lemma germanico gunzo, traducibile in "verde e ameno".[43]
Gonzaga di Mantova (linea principale)
I Corradi da Gonzaga conquistarono il potere a Mantova con Luigi, destituendo il 16 agosto 1328Rinaldo Bonacolsi, detto "il Passerino".[44]
Il colpo di Stato che portò alla morte dell'ultimo dei Bonacolsi fu possibile per l'alleanza con Cangrande I di Verona. Profittando quindi dell'illusione di quest'ultimo di poter includere Mantova nei propri dominî una volta sconfitti i Bonacolsi, e contando sull'appoggio del popolo mantovano, ebbe inizio un dominio plurisecolare dei Gonzaga sulla città di Mantova, che terminò solo nel 1707.[45]
La dominazione su Mantova ebbe inizio con la figura politica del capitano del popolo, istituita essenzialmente per bilanciare il potere e l'autorità delle famiglie nobili. Il primo capitano a essere eletto, dopo la presa al potere, fu Luigi I Gonzaga, il 25 agosto 1328.[30] La rivolta, caldamente appoggiata dal popolo e con l'appoggio di Cangrande I della Scala, ebbe successo grazie alla completa convinzione dei Bonacolsi, amici dei Gonzaga e padroni della città, che fossero loro fedeli. Francesco I, commissionando la costruzione del castello di San Giorgio nel 1395,[46] creò le basi per l'edificazione della futura reggia gonzaghesca. Dopo aver aumentato il loro patrimonio fondiario e monetario, il loro dominio proseguì ininterrottamente sino al settembre 1433 con l'elevazione del feudo a marchesato.[47]
Il marchesato iniziò nel 1433 con la consegna a Mantova delle insegne marchionali da parte dell'imperatore Sigismondo a Gianfrancesco Gonzaga, che comprò il titolo per 120.000 fiorini d'oro.[48]
Risalgono al marchesato i rapporti amichevoli con gli Este e i signori di Milano.
Grazie a Ludovico III la città si distinse nel campo dell'arte: l'intervento di artisti come Andrea Mantegna lascerà un segno indelebile nella storia di Mantova.[49] Grazie ai Gonzaga nacque in questo periodo la Scuola di Mantova, destinata a diventare una delle principali scuole della pittura rinascimentale italiana. Con Isabella d'Este, una delle donne più importanti del Rinascimento, che nel 1490 sposò Francesco II, la città conobbe un periodo di grande rilevanza artistica.[50] Con Federico II venne edificato Palazzo Te e così terminò, con la sua nomina ducale nel 1530, questo periodo particolarmente prolifico a livello artistico della storia di Mantova.[51]
Sotto la signoria di Guglielmo Gonzaga Mantova divenne una delle corti più splendide e prestigiose d'Europa[55] e la casata dei Gonzaga ricchissima:[56] fu politico accorto e scaltro, capace di rimanere indipendente rispetto ai potentati del tempo (Papato, Impero, potenze quali Spagna e Francia). Con l'intemperante Vincenzo, amante del gioco e dei vizi, iniziò il lento ma inesorabile declino della famiglia.[57] Alla morte di Vincenzo II, nel 1627, si estinse il ramo diretto dei Gonzaga di Mantova e ciò portò alla Guerra di successione di Mantova e del Monferrato:[58]Carlo I dovette subire il sacco di Mantova da parte dei mercenari lanzichenecchi, che misero a ferro e fuoco la città portando anche la peste.[59]
Carlo II,[60] per ripianare le finanze di famiglia, proseguì la vendita della famosa collezione di opere d'arte, la Celeste Galeria iniziata dal suo predecessore. Con il decimo e ultimo duca Ferdinando Carlo, poco incline al governo del suo stato, nel 1707 si chiusero quasi quattro secoli di dinastia gonzaghesca e con questi anche la condizione statuale dei ducati di Mantova e Monferrato.[61]
Alla morte nel 1627 del cugino Vincenzo II Gonzaga, ultimo discendente della linea diretta dei Gonzaga, Carlo I, a seguito della Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, subentrò come erede nella potestà del Ducato di Mantova.[64] Con i Gonzaga-Nevers proseguì il declino della secolare dinastia, iniziato con Vincenzo I. I primi presagi furono dati dalle continue invasioni da parte dei lanzichenecchi che, con il sacco di Mantova del 1629, ridussero la città, fino allora considerata imprendibile, in miseria. Proseguirono inoltre con il duca Carlo I le vendite della collezione d'arte di famiglia, la famosa Celeste Galeria. Con la cacciata dell'ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, accusato di fellonia per aver concesso l'ingresso alle truppe galloispane nella città virgiliana, nel 1708 il territorio del Monferrato venne annesso al Ducato di Savoia e Mantova passò sotto la dominazione austriaca.[65]
Nel 1708: assegnazione del principato alla corona di Francia.[67]
Duchi di Mayenne
La reggenza del ducato di Mayenne da parte dei Gonzaga ebbe inizio nel 1621 con Carlo, figlio di Caterina di Mayenne, che ricevette il titolo dal fratello Enrico di Mayenne, morto nel 1621 senza discendenti.
Oltre al ramo più importante di Mantova si ebbero numerosi rami minori,[68] che però godettero di completa autonomia rispetto al ramo principale,[69] essendo investiti direttamente dall'imperatore.[70] Sino alla prima metà del XIV secolo i signori di Mantova governarono unitariamente il loro stato. La prima scissione si ebbe a opera di Feltrino Gonzaga, che diede inizio al ramo cadetto di Novellara (1371).[71] Una successiva divisione venne effettuata alla morte nel 1444 di Gianfrancesco Gonzaga e di Ludovico III Gonzaga nel 1478.[72] La dinastia configurò due tipi di territorio: il "Mantovano nuovo", al quale appartennero tutti i territori situati ai confini del loro stato e il "Mantovano vecchio", l'antico territorio comunale della città di Mantova. I Gonzaga, nel tempo, non giunsero mai alla unificazione di tutti i loro domini in quanto considerarono le terre di confine come terre minori, appannaggio dei rami minori della casata.[73]
La dinastia dei Gonzaga, durante la loro lunga storia, mutò lo stemma diverse volte.[74]
Con la presa del potere nel 1328, Ludovico I innalzò un semplice stemma a fasce orizzontali nere e oro.[N 7] Con la nascita del marchesato, dal 1433 compaiono per la prima volta nello stemma le aquile imperiali a "volo abbassato" e la croce patente rossa, simbolo dal XII secolo del comune di Mantova o dei Cavalieri templari,[75] mentre lo scudo originario rimase al centro, ma di dimensione più piccola.[76]
Molti importanti esponenti della casata utilizzarono le imprese come emblemi personali. Uno dei più antichi e misteriosi, scelto da Gianfrancesco Gonzaga, fu quello della calendula (o della margherita), seguito da quello della tortora,[77] col motto Vrai amour ne se change, entrambe riprese anche da Ludovico III. Così pure il sole raggiato, accompagnato anche dal motto Per un dexir e lo scoglio con diamante,[78] accompagnato dal motto AMUMOK, appartenne al secondo marchese di Mantova. Francesco II adottò l'impresa della museruola, col motto Cautius.[79] Francesco II adottò il crogiolo,[80] presente anche in molte volte della sua residenza di città di palazzo San Sebastiano, e la cervetta.[81]Isabella d'Este fece uso del pentagramma,[82] presente in un soffitto del suo studiolo, del numero romano XXVII,[83] dell'impresa Alfa e Omega,[84] dell'impresa del candelabro[85] e della frase latina Nec spe nec metu. Federico II Gonzaga, primo duca di Mantova, predilesse la salamandra,[86] accompagnata dal motto Quod huic deest me torquet, che campeggia in molti affreschi di Palazzo Te e l'impresa del monte Olimpo,[87] col motto FIDES. Vincenzo I adottò una mezzaluna sormontata dal motto SIC,[88] che starebbe a significare Sic illustrior crescam, oppure Sanguis Iesu Christi.
I Gonzaga non furono solo collezionisti di importanti opere d'arte. Essi si occuparono anche dell'allevamento di cavalli[89] (i "berberi mantovani"[90]), a scopo di divertimento e per le guerre, sin dal XV secolo.[91] Molti di questi animali furono immortalati da diversi pittori nelle sale dei loro palazzi (tra queste la Sala dei Cavalli in Palazzo Te[92]).
La famiglia fu famosa per la ricchezza di libri contenuti nelle loro biblioteche, molti dei quali trattavano di zoologia e di botanica.[91] I Gonzaga costruirono dei veri propri giardini zoologici all'interno delle loro corti dove, grazie ai favori che godevano con le famiglie potenti dell'epoca, erano presenti struzzi, leoni, falconi e cani da caccia.[91] I signori di Mantova possedevano anche libri miniati, medaglioni romani e zanne di elefante.[91]Isabella d'Este collezionò anche conchiglie, rami di corallo e denti di pesci rari.[93] Suo figlio Federico II, richiese a mercanti stranieri un leopardo per essere addestrato alla caccia, una mangusta per uccidere i serpenti e diversi alligatori.[93]
I Gonzaga sostennero e patrocinarono numerosi artisti al fine di dare lustro alla propria casata; furono importanti collezionisti di opere d'arte, secondi solo ai papi e ai Medici.[99] I dipinti e gli oggetti erano esposti soprattutto nel Palazzo Ducale di Mantova, configurandosi come un vero e proprio museo nel museo.[100]
Ferdinando Gonzaga, rientrando da Roma nel 1612 in occasione della sua nomina a sesto duca di Mantova, trovò nei palazzi dotazioni artistiche ricchissime, che necessitavano di un lavoro di catalogazione. Si occupò personalmente del riordino, della catalogazione e della collocazione degli oggetti d'arte. La famiglia poteva vantare il museo più importante d'Europa,[101] con 20.000 oggetti preziosi e 1.800 quadri degli artisti più prestigiosi.
Nonostante la sua passione per l'arte, poco tempo prima di morire, Ferdinando, per cercare di ripianare almeno in parte una situazione debitoria ormai disastrosa, aveva avviato contatti per la vendita di una parte della celebre collezione di opere d'arte accumulata negli anni dalla famiglia.
L'alienazione venne conclusa dai suoi successori, iniziando dal fratello Vincenzo II, che vendette al re d'Inghilterra Carlo I circa 150 quadri e cento statue per una cifra elevata (30.000 sterline dell'epoca, la più costosa acquisizione di opere d'arte della Casa Reale inglese), ma considerata relativamente bassa per la qualità delle opere interessate.
La devastazione più grande alla collezione venne però operata nel 1630 dai lanzichenecchi, che misero in ginocchio Mantova con saccheggi e distruzioni. La Celeste Galeria non esisteva più.
I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras
Una serie di ritratti in miniatura di esponenti della famiglia Gonzaga è custodita nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Essa prende nome e proviene dal castello di Ambras di Innsbruck, in Austria e fu voluta da dall'arciduca Ferdinando II d'Austria, noto collezionista di ritratti e di armature. La pinacoteca venne incrementata dalla seconda moglie del nobile, Anna Caterina Gonzaga, figlia del duca di Mantova Guglielmo. La raccolta presenta sia personaggi appartenuti al ramo principale che rappresentanti dei rami cadetti della dinastia. Dei trentatré ritratti, eseguiti da pittori di corte, cinque appartengono alla linea primogenita (tra i quali Guglielmo e Vincenzo Gonzaga), sei della linea di Guastalla, quattro della linea di Vescovato, otto della linea di Sabbioneta e Bozzolo, cinque del ramo di Luzzara e cinque del ramo di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino.[102]
Anche i Gonzaga, al pari di tutte le più importanti dinastie europee, ebbero il privilegio di battere moneta[103]. Dopo la cacciata dei Bonacolsi i primi signori di Mantova a battere moneta furono Luigi Gonzaga e il figlio Guido (1328-1369). Ludovico III Gonzaga nel 1444 vide invece per primo il proprio ritratto coniato su una moneta e, seguendo il prestigio e l'importanza delle casate più importanti, iniziò la coniazione di monete auree. Nella prima metà del Cinquecento iniziò a operare anche la Zecca di Casale Monferrato, in occasione del matrimonio di Federico II Gonzaga con Margherita Paleologa (1531). Con la decadenza della dinastia nel 1626, regnante Vincenzo II e la perdita di potere politico, anche la Zecca di Mantova entrò in declino. L'ultimo esponente a battere moneta fu il decimo e ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, cacciato per fellonia da Mantova nel 1708.
I Gonzaga sono anche ricordati per l'arte della cucina, definita da molti “di principi e di popolo”,[105][106] perché hanno saputo coniugare piatti tipicamente popolari (esempio, la polenta fritta spolverata di zucchero) con piatti decisamente più elaborati, vanto dei numerosissimi cuochi che si sono alternati alla loro corte. Essi hanno saputo lasciare un'impronta nella gastronomia italiana, data dai prodotti ricavati dalla fertilità della loro terra (grano e riso soprattutto) e dall'importanza delle loro corti.
Il fasto della cucina gonzaghesca seguì di pari passo il declino della famiglia.
Le ragioni del successo dei Gonzaga
I motivi che portarono la famiglia Gonzaga a primeggiare per 400 anni si possono riassumere in alcuni fattori chiave.[107]
La ricchezza
I Corradi-Gonzaga, al momento del loro insediamento nella città di Mantova, potevano contare su un ingente patrimonio. Disponevano infatti di circa 25.000 biolche di terra,[108] la maggior parte coltivata a grano e, agl'inizi del Cinquecento, le loro terre erano circa un decimo di tutto il ducato mantovano. Alla morte del duca Guglielmo, si scoprì la sua fortuna colossale, costituita anche da due milioni di monete d'oro.[109] Grazie ai Gonzaga, Mantova divenne una città ricchissima, assai popolosa e all'avanguardia nelle arti e nella cultura rinascimentale, al pari di Venezia, Firenze e Roma.[110]
I commerci con Venezia
Le ingenti coltivazioni di grano prodotte nelle campagne gonzaghesche[111] permettevano alla famiglia Gonzaga scambi commerciali con l'altrettanto ricca Repubblica di Venezia dei dogi,[112] il cui ricavato veniva reinvestito nella città lagunare.[108]
Abili politici
La politica dei Gonzaga fu una tenace e accorta difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici.[108] Contarono sulla presenza di ambasciatori, il più famoso dei quali fu Baldassarre Castiglione, presso tutte le corti d'Europa.[113]
I Gonzaga furono dei mecenati illuminati[118] che riuscirono ad attirare in varie epoche presso la loro corte alcuni tra i più grandi artisti italiani ed europei. Con Ludovico III, Andrea Mantegna fu nominato pittore di corte e Leon Battista Alberti iniziò l'edificazione della Basilica di Sant'Andrea. Con Isabella d'Este, marchesa consorte di Francesco II, nel 1490, fece di Mantova uno dei più grandi centri del collezionismo d'arte.[119] Con Federico II, Giulio Romano costruì Palazzo Te. Vincenzo I fu uno dei più importanti collezionisti del tempo[120] e Rubens accettò l'incarico di pittore di corte, conservando tale carica fino alla fine del suo soggiorno italiano. Ferdinando accolse alla sua corte il pittore fiammingo Van Dyck, Domenico Fetti, Carlo Saraceni e Francesco Albani, che decorò per il duca Villa Favorita.
Le fortune della famiglia furono legate anche alle condotte militari,[108] inaugurate con Gianfrancesco Gonzaga, primo marchese di Mantova, nel 1410. Militando come capitano prima sotto le bandiere di Venezia e poi di Milano, egli ampliò i confini dello stato gonzaghesco con i territori che ricevette in cambio dei propri servizi militari. La sopravvivenza del piccolo stato si legava fortemente alla sua capacità di offrire forze e competenze militari alle potenze maggiori in cambio di protezione.[122]
Gli Ebrei
La comunità ebraica di Mantova sorse intorno all'anno 1145. I Gonzaga incoraggiarono l'immigrazione ebraica in tutto il loro stato,[123] finalizzata anche a ottenere immediati interessi economici dai banchieri ebrei esercitanti, tramite i banchi feneratizi, il prestito di denaro a interesse. Ebbero notevoli aiuti nei momenti di crisi ricevendo cospicui prestiti che spesso non venivano restituiti.
Feudo imperiale
La definitiva consacrazione gonzaghesca, feudo del Sacro Romano Impero dal Medioevo, si ebbe al tempo del ducato, quando l'imperatore Carlo V concesse il titolo di duca a Federico II Gonzaga nel 1530.
Decadenza dei Gonzaga
Con Vincenzo I iniziò il declino della famiglia Gonzaga.[124]
Il quarto duca di Mantova, a differenza del padre Guglielmo, volle creare una corte sfarzosa e andò incontro a spese ingenti per le imprese militari contro i turchi e per la realizzazione della cittadella fortificata di Casale, ducato controllato dalla famiglia mantovana. Vincenzo si vide costretto ad aumentare le imposte a carico dei sudditi e a cedere molte terre creando dei feudi a favore di molte famiglie.
Le rendite della famiglia diminuirono sensibilmente con Ferdinando Gonzaga, VI duca di Mantova, tanto che, per ripianare parte dei debiti che la famiglia aveva contratto, iniziò la vendita della famosa collezione di opere d'arte accumulata dai Gonzaga nel tempo.
La situazione si aggravò ulteriormente con Vincenzo II Gonzaga, ultimo erede maschio del ramo principale di Mantova. Costui proseguì la vendita della collezione d'arte, la Celeste Galeria, al re d'Inghilterra Carlo I.[125]
Al fine di assicurare la discendenza alla dinastia, morto Vincenzo II senza eredi, venne scelto Carlo I di Gonzaga-Nevers, nonostante il parere contrario dell'imperatore, che scatenò la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato. L'avvento del ramo collaterale della famiglia nel 1627 resterà nella storia come il più brutto periodo della storia di Mantova.
La città nel 1629 venne assediata e saccheggiata da un esercito di lanzichenecchi, che diffusero anche la peste, e l'avvento di questo flagello decimò la stessa famiglia Gonzaga[126]. Carlo I fu costretto ad abbandonare Mantova e rientrò solo nel 1631, chiedendo l'aiuto della Repubblica di Venezia per i beni di prima necessità.
L'ultimo duca, Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, succeduto nel 1665 nella guida di Mantova, ma poco incline a curare gli affari di Stato, fu accusato di fellonia e riparò a Padova dove morì nel 1708. Venne dichiarato decaduto dall'imperatore ed ebbe inizio la dominazione austriaca, terminando di fatto la dominazione gonzaghesca durata ininterrottamente per 400 anni.[127][128] I diritti gonzagheschi sul ducato passarono ai Duchi di Guastalla (fedeli all'impero) che non riuscirono però a ottenere Mantova. Il duca Ferdinando Carlo aveva lasciato per testamento invece erede di tutti i suoi beni "liberi" (cioè privati) il duca di Lorena (come nipote di sua zia Eleonora Gonzaga, moglie dell'Imperatore Ferdinando III) il cui figlio divenne Imperatore come Francesco I e marito di Maria Teresa d'Austria, sovrana anche di Mantova.
Edifici religiosi e luoghi di sepoltura dei Gonzaga a Mantova
Diversi furono i luoghi di culto voluti dai signori di Mantova, più per prestigio personale che per convinzioni religiose[129] e molti vennero scelti dalla famiglia per le loro sepolture:[130]
Altre famiglie portarono il nome Gonzaga senza appartenere a nessun ramo della casata.[131] Infatti i primi marchesi della famiglia Gonzaga erano soliti premiare i servitori più fedeli con la concessione di affiancare il cognome Gonzaga a quello originale.[132][133] Alcune di queste famiglie sono tuttora fiorenti.
Filangieri di Candida-Gonzaga, con Antonio Filangieri di Candida Gonzaga (1868-1916), figlio di Berardo Filangieri di Candida Gonzaga, che fu autorizzato con r.d. 15 dicembre 1859 a riassumere l'originario cognome Filangieri e ad aggiungere quello Gonzaga;[142]
Pico-Gonzaga,[145] con il nobile Giovanni Antonio Pico di Casale, che nel 1495 ottenne di affiancare al suo cognome quello dei Gonzaga e l'aggregazione (quindi l'adozione) alla casa Gonzaga. Nel 1680 Giovanni Antonio Pico Gonzaga ottenne dal duca di Mantova e di Monferrato Ferdinando Carlo l'elevazione del feudo dove insisteva il castello di Uviglie, a Rosignano Monferrato, in contea;[146]
Spagnoli-Gonzaga, con Tolomeo Spagnoli, che ottenne da Francesco II Gonzaga, divenendo suo segretario, di unire al suo cognome quello della Casata;[147]
Papa Paolo V, il 5 settembre 1616 privò Vincenzo della dignità cardinalizia e dei benefici ecclesiastici a essa connessi[161]. Fu duca di Mantova e del Monferrato, dal 1626 alla morte, e l'ultimo della linea principale dei Gonzaga di Mantova.
Cardinali appartenenti ad altri rami cadetti della famiglia Gonzaga
Gli storici che per primi compilarono le genealogie attendibili della famiglia Gonzaga[167] furono il giuristaGiacomo Daino, sotto Isabella d'Este e il notaioJacopo Daino, entrambi mantovani.[168] Costui, nella sua qualità di sovrintendente degli archivi ducali al tempo del marchese Francesco II Gonzaga, ebbe modo infatti di esaminare parecchi documenti originali relativi alla storia gonzaghesca.[169]
Ludovico I Gonzaga (1268-1360), signore di Mantova (1328-1360); sp. (1) Richilde Ramberti (NC-1318), (2) Caterina Malatesta, figlia di Pandolfo, signore di Rimini, (3) 1340 Novella Malaspina, figlia del marchese Spinetta (SD)
(1) Filippino (NC-1356), vicario imperiale de Reggio Emilia; sp. (1) 1322 Anna di Dovara, figlia di Buoso di Dovara, (2) 1354 Verena di Laufenbourg, figlia di Giovanni III di Laufenbourg
(1) Gigliola (NC-1354); sp. Matteo II Visconti (1319-1355), signore di Milano
Caterina Visconti (1342-1382); sp. (1) 1342 Bertoldo I d'Este (NC-1343), signore di Ferrara (SD), (2) 1358 Ugolino di Mantova (NC-1362), vedi sopra (SD), (3) Feltrino di Novellara (NC-1374), signore di Novellara, vedi sopra (SD)
Andreola (NC-1376), badessa a Mantova (SD)
(1) Isabella; sp. 1354 Rodolfo IV di Laufenbourg (NC-1354), conte di Laufenbourg
Giovanni IV di Laufenbourg (NC-1408), conte di Laufenbourg; sp. Agnese, contessa di Hohen-Landenberg-Greifensee
(1) Guido di Mantova (1290-1369), signore di Mantova (1360-1369); sp. (1) Agnese Pico, figlia di Francesco I della Mirandole, signore di Mirandola, (2) 1340 Camilla Beccaria, famiglia dei signori di Pavia (SDC), (3) 1342 Beatrice de Bar (1316-NC), figlia di Edoardo I di Bar (NC-1336), conte di Bar
(1) Beatrice; sp. 1335 Nicolò I d'Este (NC-1344), signore di Ferrara
Rinaldo III d'Este (1336-1369)
(1) Tommasina; sp. 1340 Azzo (NC-1364), signore di Correggio
(3) Ugolino di Mantova (NC-1362); sp. (1) 1340 Verde della Scala (NC-1341), figlia di Mastino II della Scala, signore di Verona (SD), (2) 1342 Camilla della Gherardesca (NC-1349), figlia di Bonifacio Novello, conte di Onoratico, signore di Pisa, (3) 1358 Caterina Visconti (1342-1382), vedi sopra (SD)
(2) Teodora; sp. 1365 Federico Paolo Novello da Montefeltro (NC-1370), conte di Urbino (SD)
(3) Luigi II (1334-1382), signore di Mantova (1369-1382); sp. 1365 Alda d'Este (1333-1381), figlia di Obizzo III d'Este (1294-1352), signore di Ferrara, Modena, Rovigo e Parma e di Lippa Ariosti
Francesco I (1382-1407), signore di Mantova; sp. (1)│ x1 1380 Agnese Visconti (1362-1391), figlia di Barnabò Visconti, Signore di Milano e di Beatrice Regina della Scala, (2) 1393 Margherita Malatesta (NC-1399), figlia di Galeotto, signore di Rimini e di Elisabetta di Varano (Margherita è sorella di Carlo I, marito di Elisabetta di Mantova), (cfr. sopra)
(1) Alda (NC-1405); sp. 1405 Francesco II Novello di Carrara (1359-1406), signore di Padova
(2) Susanna (SD)
(2) Gianfrancesco (1395-1444), signore di Mantova (1407), 1º marchese di Mantova (1433-1444); sp. 1409 Paola Malatesta (1393-1449), figlia di Galeotto (Galeazzo), signore di Pesaro
Luigi IIIil Turco (1414-1478), marchese di Mantova (1444-1478); sp. 1433 Barbara di Brandeburgo-Külmbach (1423-1481), figlia di Giovanni l'Alchimista (figlio di Federico I di Brandeburgo e di Barbara di Sassonia-Wittenberg)
Federico Iil Gobbo (1441-1484), marchese di Mantova (1478-1484); sp. 1463 Margherita di Baviera (1442-1479), figlia di Alberto III di Baviera e di Anna di Brunswick-Grubenhaben
Clara di Mantova (1464-1503); sp. 1481 Gilberto di Borbone (1443-1496) di Montpensier, duca di Sessa
Casa dei Bourbon-Montpensier, Lorraine-Vaudémont...
Francesco II (1466-1519), marchese di Mantova (1484-1519); sp. 1490 Isabella d'Este (1474-1539), figlia di Ercole I d'Este, duca di Ferrara, di Modena e di Reggio e di Eleonora di Napoli
Eleonora di Mantova (1493-1550); sp. 1507 Francesco Maria I della Rovere (1490-1538), duca di Urbino
Casa della Rovere, duchi di Urbino e Gubbio
Margherita (1496-1496) (SD)
Federico II di Mantova (1500-1540), marchese (1519) poi 1º duca di Mantova (1530-1540), marchese di Monferrato (1533-1540); sp. 1531 Margherita di Monferrato (1510-1566), figlia di Guglielmo IX Paleologo, duca di Monferrato ed erede del ducato
Francesco III (1533-1550), duca di Mantova (1540-1550), marchese di Monferrato (1540-1550) (SD); sp. 1549 Caterina d'Austria (1533-1572), figlia di Ferdinando I imperatore del Sacro Romano Impero tedesco e di Anna di Boemia
Guglielmo (1538-1587), duca di Mantova (1550-1587), marchese (1550) poi 1º duca di Monferrato (1574-1587); sp. 1561 Eleonora d'Austria (1533-1594), figlia dell'imperatore Ferdinando I tedesco e di Anna di Boemia
Vincenzo I (1562-1612), duca di Mantova e di Monferrato (1587-1612); sp. (1) 1581-1583 Margherita (1567-1643), figlia di Alessandro Farnese (1545-1592), duca di Parma e di Piacenza e di Maria del Portogallo (SD), (2) 1584 Eleonora de' Medici (1566-1611), figlia di Francesco I de Medici, granduca di Toscana e di Giovanna d'Austria
(2) Francesco IV (1586-1612), duca di Mantova e di Monferrato (1612-1612); sp. 1608 Margherita di Savoia (1589-1655), figlia di Carlo Emmanuel I di Savoia, duca di Savoia e di Catalina Michelle di Spagna
Maria di Mantova (1609-1660); sp. 1627 Carlo III di Lorena, duca di Mayenna, (cfr. qui sopra)
Ludovico (1611-1612) (SD)
Eleonora (1612-1612) (SD)
(2) Ferdinando (1587-1626), duca di Mantova e di Monferrato (1612-1626); sp. (1) 1615 Camilla di Bruno (1589-1662) (in segreto, divorzio nel 1616), (2) 1617 Caterina de' Medici (1593-1629), figlia di Ferdinando I, granduca di Toscana e di Cristina di Lorena (SD)
(1) Francesco Giacinto (1616-1630) (SD)
(2) Guglielmo Dominico Lungaspada (1589-1591)
(2) Margherita di Mantova (1591-1632); sp. 1606 Enrico II di Lorena (1563-1624), duca di Lorena
Casa di Lorena
Vincenzo II (1594-1627), duca di Mantova e di Monferrato (1626-1627) (SD)
(2) Eleonora di Mantova (1598-1655) (SD); sp. 1622 Ferdinando II (1578-1637), imperatore tedesco SRI
(nat.) Francesco (ca 1588-NC), vescovo di Nola (SD)
(nat.) Silvio (1592-1612) (SDC)
(nat.) Francesca (ca 1593-NC) (SDC)
Margherita di Mantova (1564-1618); sp. 1579 Alfonso II d'Este (1533-1597), duca di Ferrara, Modena e Reggio
Casa d'Este, duchi di Ferrara, Modena e Reggio
Anna Caterina di Mantova (1566-1621); sp. 1582 Ferdinando (1529-1595), arciduca del Tirolo
Quattro figli dalla sposa dell'imperatore Mattia I
Luigi IV di Nevers (1539-1595), duca di Nevers e di Rethel; sp. 1565 Enrichetta di Clèves (1542-1601), figlia di Francesco I di Clèves, duca di Nevers, conte di Auxerre, duca di Rethel e di Maria d'Albret
Caterina di Nevers (1568-1629); sp. 1588 Enrico I d'Orléans (1568-1595), duca dì Longueville
Duchi di Longueville
Enrichetta di Nevers (1571-1601) (SD); sp. 1599 Enrico di Lorena (1578-1621), duca di Mayenne e d'Aiguillon
Federico (1573-1574) (SD)
Francesco (1576-1580) (SD)
Carlo I (1580-1637), duca di Mantova, di Monferrato, di Nevers e di Rethel, principe d'Arches; sp. 1599 Caterina de Lorena, figlia di Carlo II di Lorena, duca di Mayenne e di Enrichetta di Savoia-Villars
Francesco III di Rethel (1606-1622), conte poi duca di Rethel (SD)
Carlo III di Mayenne (1609-1631), duca di Mayenne (Carlo III); sp. 1627 Maria di Mantova (1609-1660), cfr. qui sopra
Eleonora di Mayenne (1628-1686); sp. 1651 Ferdinand III Asburgo (1608-1657), re di Ungheria e di Boemia, imperatore tedesco
Casa di Asburgo, imperatori tedeschi
Carlo II (1629-1665), duca di Mantova, di Monferrato, di Nevers, di Rethel e di Mayenne, principe d'Arches; sp. 1649 Isabella di Asburgo (1629-1685), figlia di Leopoldo V di Asburgo, conte del Tirolo
Carlo III Ferdinando (1652-1708), duca di Mantova e Monferrato, principe d'Arches; sp. (1) 1670 Anna Isabella di Guastalla (1655-1703) (SD) (cfr. Casa Gonzaga di Guastalla), (2) 1704 Susanna Enrichetta (1686-1710), figlia di Carlo III di Lorena-Elboeuf, duca di Elbeuf
(nat) Giovanni (1671-1743); sp. Carlotta Isabella di Combarel di Gibanel (1686-NC)
Filippo, (1709-1778); sp. Rosalia Batthyány, figlia di Adamo Batthyány, conte di Németh-Újvár e di Eleonora Maddalena von Strattman
Eleonora (SDC)
Elisabetta (1755-NC) (SDC)
due figlie (SDC)
(nat.) Giovanna (1686-1749), monaca (SD)
(nat.) Clara (1686-1748) (SDC)
(nat.) Carlo (1692-1771) (SDC)
(nat.) Isabella (1694-NC), monaca (SD)
(nat.) Maria Elisabetta (1695-NC), monaca (SD)
Ferdinando di Mayenne (1610-1632), duca di Mayenne (SD)
Maria Luisa di Mantova o Gonzaga-Nevers (1611-1667); sp. (1) 1645 Ladislao IV Vasa, re di Polonia (1595-1648) (SD), (2) 1649 Giovanni II Casimiro Vasa (1595-1672), re di Polonia, ultimo fratello del precedente, cardinale, abate dell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés
(2) Annamaria Teresa (1650-1651) (SD)
(2) Giovanni Sigismondo (1652-1652) (SD)
Benedetta di Mantova ([1614-1637), badessa di Avenay-Val-d'Or (SD)
Anna Gonzaga di Clèves (o Gonzague-Nevers) (1616-1684); sp. (1) 1639 Enrico II di Lorena (1614-1664), duca di Guisa, divorziò nel 1641 (SD), (2) 1645 Edoardo di Baviera (1625-1663), figlio di Federico V del Palatinato, conte palatino di Rhin
Wittelsbach, Borboni-Condé, Brunswick-Lunebourg di Hannover
Federico (1540-1565), cardinale, vescovo di Mantova nel 1563 (SD)
Alessandro, figlio naturale riconosciuto (SDC)
Livia (1501-1508) (SD)
Ippolita (1503-1570), monaca a Mantova (SD)
Ercole (1505-1563), vescovo di Mantova nel 1521, cardinale nel 1527
Giulio Cesare, figlio naturale (SDC)
Ferrante I di Guastalla (1507-1557), conte di Guastalla, viceré di Sicilia e Milano
Casa Gonzaga di Guastalla
Paola (1508-1569), monaca francescana a Mantova (SD)
Teodora, figlia naturale riconosciuta (SDC)
Margherita, figlia naturale riconosciuta (SDC)
Maddalena (1467-1490); sp. 1483 Giovanni Sforza (1466-1510), conte di Cotignola, signore di Pesaro
Sigismondo (1469-1525), vescovo di Mantova e poi cardinale (SD)
Elisabetta (ca 1471-1526); sp. 1489 Guidobaldo I di Montefeltro (1472-1508), duca di Urbino
Giovanni di Vescovato (1474-1525), signore di Vescovato; sp. 1494 Laura Bentivoglio (NC-1523), figlia di Giovanni II di Bologna, signore di Bologna e di Costanza Sforza di Pesaro
Casa Gonzaga di Vescovato, principi del SRI
Gianfrancesco di Sabbioneta (1443-1496), 1º conte di Sabbioneta, signore di Bozzolo; sp. 1479 Antonia del Balzo (1461-1538), figlia di Pietro del Balzo, duca di Andria, e di Maria Donata Orsini di Venezia
Casa Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo
Francesco (1444-1483), cardinale, vescovo di Bressanone e di Mantova
Francesco il cardinalino (NC-1507) (SDC); sp. Taddea Capra
Cecilia (NC-1474), monaca a Mantova (SD)
Susanna (1447-1481), monaca a Mantova (SD)
Dorotea (1449-1467); sp. 1466 Galeazzo Maria Sforza (1444-1476), duca di Milano
Rodolfo di Castiglione (1452-1495), signore di Castiglione, Solferino, Luzzara e Povoglio; sp. (1) 1481 Antonia Malatesta, figlia di Sigismondo Pandolfo, signore di Rimini (SD), (2) 1484 Caterina Pico, figlia di Gianfrancesco I della Mirandola, signore di Mirandola
(2) Gianfrancesco di Luzzara (1488-1525), conte di Luzzara; sp. Laura Pallavicini
Casa Gonzaga di Luzzara
Luigi Alessandro di Castiglione (1494-1549), signore di Castiglione, di Solferino e di Castel Goffredo; sp. Caterina Anguissola
Gonzaga di Castiglione e Solferino
Paola (1486-1519); sp. Giovanni Nicola Trivulzio (1479-1512)
Lucrezia (1490-NC); sp Girolamo Odasi di Urbino (ca-1495-NC)
Barbara (SDC)
Giulia (1493-1544) (SDC)
Barbara (1455-1503); sp. Berardo I di Wurtemberg (1445-1496), duca di Wurtemberg
Duchi di Wurtemberg
Lodovico (1458-1511), vescovo di Mantova (SDC)
Paolina (1464-ca 1495); sp. 1476 Leonardo Gustave I di Görz (1440-1500)
Gabriella; sp. Corrado Fogliano (NC-1470)
Carlo di Sabbioneta (1417-1456), signore di Sabbioneta, di Bozzolo e di Luzzara; sp. (1) 1437 Lucia d'Este (1419-1437), figlia di Nicolò III d'Este, signore di Modena, di Ferrara e di Reggio e di Parasina Malatesta (SDC), (2) 1445 Ringarda Manfredi, figlia di Guido Antonio, signore di Faenza
(2) Cecilia (NC-1479); sp. 1475 Edoardo (NC-1528), conte di Arco, consigliere dell'imperatore Massimiliano II
Conti e duchi di Arco
(2) Evangelista (SDC)
(2) Gentilia (SDC)
Ugolotto di Sabbioneta (1450-NC), signore di Sabbioneta, di Bozzolo e di Luzzara nel 1456 (SDC)
Alessandro di Castiglione (NC-1466), signore di Castiglione, di Solferino, Castel Goffredo e Medole (SD); sp. Agnese di Montefeltro (1425-1522), figlia di Guidantonio, signore di Urbino e di Rengarda Malatesta
Gianlucido (1421-1448), signore di Volta Mantovana, Cavriana e Castellaro (SD)
Margherita (NC-1439); sp. 1435 Lionello d'Este (1407-1450), signore di Modena, di Ferrara e di Reggio Emilia
Niccolò (1438-1476) (SDC)
Cecilia (NC-1451), suora a Mantova (SD)
Elisabetta di Mantova (NC-1432); sp. Carlo I Malatesta, signore di Rimini (Carlo è fratello di Margherita Malatesta, 2ª moglie di Francesco I), (vedi sopra)
Febo (SDC)
Francesco (NC-1369), vicario imperiale (SDC); sp. Lete, figlia di Guido III da Polenta, signore di Ravenna
Margherita (SDC); sp. 1350 Jacopino da Carrara (NC-1372), signore di Padova
(1) Feltrino di Novellara (NC-1374); sp. (1) Antonia da Correggio, (2) Caterina Visconti (1342-1382), (vedi qui sopra) (SD)
Casa Gonzaga di Novellara e Bagnolo
(1) Azzo (SD)
(1) Alberto (SD)
(1) Margherita (SD)
(1) Tommasina (NC-1319); sp. Guglielmo, conte di Castelbarco
(2) Corrado (NC-1356); sp. 1340 Verde Beccara
Casa Gonzaga di Palazzolo
(2) Federigo (SD)
(2) Giovanni
Odoardo (SD)
Naimo; sp. Polissena Gonzaga (NC-1466)
(2) Mario (SD)
(2) Giacomo (SD)
(2) Matteo (SD)
(2) Lucia; sp. Azzo (NC-1364), signore di Correggio
Note
Esplicative
^Fu il capostipite Luigi I Gonzaga a decidere che la famiglia assumesse il cognome Gonzaga dalla località di origine.
^Il duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers gli concesse il diritto di affiancare al suo cognome quello dei Gonzaga e di accollare l'arma di famiglia allo scudo gonzaghesco.
^Scienza e magia alla Corte dei Gonzaga, su mantovaducale.beniculturali.it. URL consultato l'11 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2015).
^Vincenzo Gonzaga. Il fasto del potere., su portale.lombardinelmondo.org. URL consultato il 15 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2015).
^ab Roberto Brunelli, I Gonzaga con la tonaca, Ciliverghe, 2005.
^Dai Bonacolsi ai Corradi da Gonzaga (PDF), su lnx.societapalazzoducalemantova.it. URL consultato il 28 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2017).
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Questa è una voce in vetrina, identificata come una delle migliori voci prodotte dalla comunità. È stata riconosciuta come tale il giorno 27 aprile 2013 — vai alla segnalazione. Naturalmente sono ben accetti suggerimenti e modifiche che migliorino ulteriormente il lavoro svolto.