Aspetti negativi della reazione sono l'uso di agenti alogenanti tossici e la necessità di separare il prodotto organico dai sottoprodotti organofosforici concomitanti.[5] Inoltre la reazione è tipicamente stechiometrica e caratterizzata da scarsa economia atomica. Tuttavia il reagente fosforico può essere impiegato in quantità catalitica,[4][6] ed è stata descritta anche una modifica che rende più sostenibile la reazione eliminando i solventi clorurati.[7] Difatti, l'uso di questa reazione sta diventando meno comune, a causa delle restrizioni sul tetracloruro di carbonio previste dal protocollo di Montreal.
Meccanismo
La reazione di Appel inizia con la formazione del sale di fosfonio3, che si pensa formi una coppia ionica con 4,[8] e non possa quindi dare alfa-eliminazione per formare il diclorocarbene. La deprotonazione dell'alcol rilascia cloroformio e fornisce l'alcossido 5. La sostituzione nucleofila del cloruro da parte dell'alcossido porta all'intermedio 7. L'alogenuro reagisce con un meccanismo SN2 con alcoli primari e secondari formando l'alogenuro alchilico 8 e ossido di trifenilfosfina. Gli alcoli terziari formano i prodotti 6 e 7 con un meccanismo SN1.
La forza trainante di questa e altre reazioni simili è la formazione del forte legame doppio P=O.[2] La reazione di Appel è simile alla reazione di Mitsunobu, che converte alcoli in esteri sfruttando un nucleofilo, un composto organofosforico come accettore di ossido, e un azocomposto come accettore di idrogeno.[9]
(EN) Z. Wang, Appel Reaction, in Z. Wang (a cura di), Comprehensive organic name reactions and reagents, Hoboken, John Wiley, 2010, pp. 95–99, DOI:10.1002/9780470638859.conrr022.