Capocannoniere del torneo è stato John Hansen (Juventus) con 30 reti.
Stagione
Novità
A partire dal 2 dicembre 1951[1] la Federazione Italiana Giuoco Calcio decise per l'introduzione sui campi di gioco delle panchine destinate ad allenatore, accompagnatori ufficiali e staff medico.[2]
Calciomercato
Il colpo di mercato della stagione venne fatto registrare a sorpresa dall'Atalanta, che sborsando la considerevole somma di 31 milioni di lire del tempo,[3] e battendo la concorrenza di un'altra provinciale come il Legnano, strappò agli inglesi del Charlton il centravanti svedeseJeppson,[4] chiamato in Italia a campionato iniziato per rinforzare lo spento reparto avanzato dei bergamaschi.[5]
Tra le pretendenti al titolo, i detentori del Milan confermarono pressoché in toto la loro rosa, limitandosi a piccole operazioni di secondo piano. Stessa filosofia seguirono i concittadini dell'Inter i quali, già vantando un prolifico attacco nel tridente Armano-Nyers-Lorenzi, decisero di puntellare difesa e centrocampo pescando alcuni elementi in cadetteria, tra cui il giovane portiere Ghezzi, il quale ben presto soppianterà Puccioni come titolare, e il mediano Neri dal Modena, assieme all'interno di centrocampo Broccini, ex Venezia.[6]
La Juventus visse un'estate movimentata a causa dei dissidi che da tempo covavano tra la dirigenza e l'allenatore Carver, esplosi in un'intervista al vetriolo concessa da quest'ultimo prima del ritiro di agosto, in cui si dichiarava insoddisfatto del mercato bianconero (chiedendo invano la cessione della pattuglia danese, ovvero John e Karl Aage Hansen insieme a Præst, e l'ingaggio del nerazzurro Lorenzi); il clamore della cosa portò a troncare la collaborazione con il tecnico inglese, sostituito in panchina dal danubiano Sárosi, arrivato a Torino in dicembre dopo un breve interim della coppia Combi-Bertolini. I piemontesi rinforzarono il loro organico integrando qualche giocatore italiano prelevato dalle categorie minori, tra cui il terzino Corradi dal Modena,[7] scegliendo tuttavia di continuare a puntare sulle prestazioni dell'ormai consolidato trio offensivo Muccinelli-John Hansen-Boniperti.
Sull'altra sponda della città, il Torino decise invece di rivoluzionare una squadra ancora segnata in negativo dalla tragedia di Superga, affidando le chiavi dell'attacco all'argentinoFlorio, distintosi in patria nel Lanús, e al brasilianoAmalfi, prelevato dai francesi del Nizza cui i granata attinsero anche per l'interno svedese Hjalmarsson.[8] Infine, la Sampdoria diede fiducia al discontinuo portiere Moro, reduce da un buon torneo nelle file della Lucchese, il quale emergerà in stagione come miglior estremo difensore della massima serie.[9]
Avvenimenti
Ritornò allo scudetto dopo due anni la Juventus, che vinse grazie alle solide prestazioni di una squadra dalla decisiva continuità di rendimento, fattore che permise ai bianconeri di avere la meglio sulle due milanesi, squadre forse con più qualità in alcuni reparti ma, inversamente, più discontinue nell'arco del campionato. La formazione torinese, che peraltro vide l'avvicendamento in difesa tra la bandieraParola e l'emergente Ferrario, puntò soprattutto sui suoi uomini più avanzati, con i due Hansen, John e Karl Aage, interni di centrocampo con il vizio del gol, e in attacco le ali Muccinelli e Præst – quest'ultimo meno prolifico sottoporta rispetto al passato, ma più incisivo per quanto riguardò cross e assist[10] – a supporto del centravanti Boniperti, arruolato sia a costruire sia a concludere l'azione;[7] di quest'intelaiatura di gioco beneficiò soprattutto John Hansen il quale, con le sue sempre più efficaci sortite in area e i suoi colpi di testa, fece sua per la prima e unica volta la classifica cannonieri della Serie A, in virtù di 30 reti in 37 partite.[11]
Il campionato iniziò il 9 settembre 1951, con il Como ritrovatosi in vetta solitaria alla terza giornata; tuttavia, la Juventus e i campioni uscenti del Milan recuperarono presto, issandosi in vetta al sesto turno.[4] Tra le sorprese della prima parte della stagione il Palermo di Raimondo Lanza di Trabia: i rosanero rimasero imbattuti nelle prime undici giornate di campionato, ritrovandosi al terzo posto dietro bianconeri e rossoneri e rimanendo nel gruppo di testa per diverse giornate. Proprio Juventus e Milan proseguirono a braccetto sino al 4 novembre, quando i meneghini approfittarono della sconfitta dei piemontesi, rimontati dalla Sampdoria, per andare in testa: vennero raggiunti un mese dopo, quando persero 5-2 contro il Padova, e superati in occasione della sconfitta di Bergamo, due giorni prima di Natale. Il 27 gennaio 1952 la Juventus fu campione d'inverno con 4 punti di vantaggio sul Milan e su una ritrovata Inter.[4] Il girone di ritorno vide protagonisti i bianconeri che mantennero le milanesi a diversi punti di distacco finché, nello scontro diretto del 4 maggio, batterono per 3-1 il Milan andando a +7. Il 1º giugno, nonostante la sconfitta juventina nel derby d'Italia, lo scudetto fu al sicuro con 3 giornate di anticipo; a fine torneo, Boniperti e compagni distanziarono rossoneri e nerazzurri rispettivamente di 7 e 11 punti.[4]
Buoni i campionati della neopromossa SPAL e del Novara di Piola, il quale all'età di trentotto anni fu ancora capace di esprimersi ad alti livelli segnando 18 reti. Rischiò invece la retrocessione il Torino, deludente soprattutto per quanto concerne i nuovi acquisti (nonostante la doppia cifra raggiunta da Florio);[8] chiuse agli stessi punti dei granata l'Atalanta, letteralmente trascinata dai gol (22 su 27 partite) di un Jeppson che verrà acclamato come il miglior straniero della A.[3] Salvezza più tribolata per la Triestina, costretta ad affrontare ben due spareggi: il primo contro la Lucchese, che finì dunque in B, e il secondo, in una sorta di play-offante-litteram, contro il Brescia secondo classificato nel torneo cadetto (a un punto dalla Roma), giocato a Valdagno il 13 luglio e vinto per 1-0 dai giuliani.
Sul fondo della classifica rimase il Legnano, tornato in Serie A dopo ventuno anni e protagonista di un disdicevole episodio di cronaca il 3 febbraio 1952, alla prima di ritorno: nello scontro-salvezza contro il Bologna, vinto dai rossoblù grazie a un rigore assegnato a pochi minuti dalla fine dall'arbitro Bruno Tassini, questi dapprima ricevette un ceffone da ignoti tra il pubblico legnanese che tracimò inviperito in campo, fatto che portò alla sospensione della gara, e in seguito fu aggredito alla stazione di Milano Centrale da alcuni tifosi lombardi, rimettendoci nell'occasione qualche dente; la squadra lilla subì lo 0-2 a tavolino nonché una pesante squalifica del campo e, già ultima dopo il girone di andata, vide irrimediabilmente compromesso il suo campionato.[12][13]
Ad accompagnare in B il Legnano, oltre alla Lucchese, ci fu il Padova, che aveva ceduto nel girone di ritorno. Dal campionato successivo, come stabilito dal lodo Barassi, le formazioni della massima serie si sarebbero ridotte da 20 a 18 per far spazio ai crescenti impegni di una nazionale ormai pienamente riabilitata sul piano internazionale dopo il periodo bellico.[14]
Gara di qualificazione per la permanenza in Serie A.
Regolamento:
Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Era in vigore il pari merito ed in caso di parità venivano effettuati i necessari spareggi; la stampa del periodo usava, inoltre, un ordinamento grafico per quoziente reti, dato che la differenza reti non era stata ancora inventata.
Note:
In base alle istanze del Lodo Barassi, le ultime tre classificate retrocessero direttamente in Serie B, mentre la quartultima disputò una gara di qualificazione, in campo neutro, contro la seconda classificata della Serie B 1951-1952. La Triestina fu ammessa alla gara di qualificazione dopo spareggi.
Partita con più reti: Udinese-Juventus 2-7 (27ª giornata)
Individuali
Classifica marcatori
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 1.101 gol (di cui 73 su calcio di rigore, 26 su autogol e 2 assegnati su giudizio sportivo) da 203 diversi giocatori, per una media di 2,90 gol a partita. La gara per la quale il risultato fu deciso a tavolino fu Legnano-Bologna[35]. Di seguito, la classifica dei marcatori[35].